Il piccolo di casa frequenta la Nursery del St.Andrews, la stessa scuola internazionale del fratello maggiore, da quando aveva 26 mesi. E la frequenterà fino a fine giugno quando avrà 3 anni e mezzo. Questa è una prima fondamentale differenza rispetto al sistema italiano che prevede il Nido per i bimbi da 3 a 36 mesi, compiuti i quali passeranno alla Scuola dell’Infanzia (ora in realtà c’è anche la possibilità di iscriverli già a 24 mesi). Alla Nursery della scuola internazionale invece si accede solo a 24 mesi compiuti e, se si è nati dopo il primo settembre, si rimane nella stessa classe fino anche quasi ai 4 anni. I bimbi rimangono nella stessa classe anche se fra alcuni di loro ci sono ben due anni di differenza. I piccolissimi hanno un’assistente aggiunta che si occupa principalmente di loro, ma la maestra di riferimento (madrelingua inglese) è una così come le attività principali vengono svolte tutti insieme. All’inizio questo mi era sembrato un limite perché Diego avrebbe ripetuto in pratica parte del programma per ben due volte. Nella realtà mi sono resa conto che le sue competenze ad un anno di distanza erano così cambiate che ha rivissuto lo stesso programma in modo completamente diverso. Non dimentichiamo infatti che, nelle scuole internazionali, ci sono tanti bimbi come Diego non madrelingua inglese per cui, quando iniziano il percorso scolastico, la maggior parte di loro per le prime settimane non capisce nemmeno i semplici comandi in inglese. Così è stato per il mio bimbo che nei primi tempi si limitava a seguire quello che facevano gli altri, mentre in questo secondo anno, pur continuando a parlare molto poco, è in grado di comprendere quello che gli dice la maestra tanto quanto in italiano, cosa che lo rende sicuro e autonomo e gli fa vivere quindi un’esperienza significativamente diversa.
Rispetto a quando il mio primogenito iniziò il Nido in Italia, sempre all’età di due anni, mi è saltata subito all’occhio una differenza fondamentale già al momento del primo colloquio con le maestre con la lista delle cose da portare. In Italia mi venne detto: “Solo scarpe con gli strappi così è più veloce per noi mettergliele” mentre qui mi è stato comunicato: “Solo scarpe con gli strappi o facili da calzare così il bimbo può imparare subito a metterle da solo”.
E’ questo infatti un punto fondamentale su cui si basa il programma della Nursery: lo sviluppo dell’indipendenza.
A Diego fin dal primo giorno è stato insegnato a trasportare da solo il suo zaino, ovviamente un trolley, fino alla classe. Suoi compiti sono stati da subito: tirare fuori la bottiglia dell’acqua e metterla in un cestino insieme alle altre, mettere la busta che contiene il contact book, un quaderno che serve per la comunicazione odierna genitori-insegnante, dentro ad una cassetta e riporre lo zaino dentro al suo armadietto personale, posto alla sua altezza.
Mio figlio ha sicuramente uno spirito indipendente di natura, ma l’ho visto fiero di imparare subito la routine scolastica. Dico che l’ho visto, ma in realtà ciò è avvenuto solo attraverso le foto che ricevevo a casa perché, come ho già raccontato qui, non c’è stato alcun inserimento per lui che è rimasto, fin dal primo giorno, in classe da solo senza di me, come richiesto dall’insegnante.
Un’altra cosa che mi ha colpito è che anche la sezione Nursery partecipa a tutti gli eventi della comunità scolastica. Ovviamente nel rispetto di quelle che sono le loro capacità, ma anche i piccolini si abituano fin da subito a farne parte. Sia quando avvengono le celebrazioni religiose, da quelle buddhiste al Natale indifferentemente, sia quando ci sono eventi sportivi. Anche i bimbi di due anni partecipano per esempio allo Sport Day, gareggiando praticamente nelle stesse specialità, da quelle più semplici (corsa, esercizi di equilibrio, salti) a quelle per loro più complesse (corsa con i sacchi, ad ostacoli).
Anche le materie scolastiche, ovviamente nelle dovute proporzioni, sono quasi le stesse della Primary. Ogni settimana infatti sono previste due sessioni di musica, una di biblioteca, due di educazione fisica e una di nuoto/giochi con l’acqua.
Il programma è diviso in trimestri, ognuno dei quali è suddiviso in due unità a tema. Ogni tematica viene trattata e sviluppata attraverso un libro di testo principale, attorno al quale ruotano attività pratiche, pittura e manipolazione, canzoni e danze a tema, piccole rappresentazioni teatrali con protagonisti prima gli insegnanti e poi anche i bimbi. Così è avvenuto con la storia “Riccioli d’oro e i tre orsi” letta sul libro, vista sullo schermo gigante in un filmato di youtube, vista dal vivo in un piccolo spettacolo degli insegnanti, interpretata dai bimbi stessi divertendosi a farsi truccare il viso e vestirsi da orsetti per tutta la mattinata ed anche cucinando il porridge vero come nella fiaba.
Affinché i bimbi possano anche “toccare con mano” vengono organizzate piccole visite dentro al campus o ospitati adulti in classe. Per esempio, durante l’unità “Speciale IO”, la mamma di uno dei bimbi, incinta, era stata invitata in classe per mostrare loro la pancia e fargliela toccare mentre un altro giorno è stata la volta di un’altra mamma con un bimbo di pochi mesi per fargli vedere le varie fasi di vita.
Ci sono poi tutta una serie di attività fisse per sviluppare le varie abilità quali quelle motorie fini di precisione finalizzate ad avere un buon controllo della mano anche in vista della scrittura, quelle matematiche ed anche quelle motorie fisiche.
Grande importanza è data al concetto di salute fisica attraverso una corretta alimentazione ed una sana attività ginnica.
Infine, una volta a trimestre, i bimbi vengono portati al maneggio per prendere confidenza con i cavalli, sia dando loro il cibo, sia pulendoli e montandoli.
Insomma il concetto è che anche i piccolini possono essere iniziati a qualsiasi attività! Con attenzione al pericolo, coraggio e determinazione. Ed è bellissimo vederli tutti intenti a fare le cose dei grandi!
Per me questa si è rivelata un’esperienza bellissima e lo vedo anche negli occhi di mio figlio ogni giorno quando schizza fuori dalla porta non appena arriva il pulmino della scuola e che invece piange quando non può andare perché malato!
10 thoughts on “La nostra esperienza alla Nursery (nido) della Scuola Internazionale”
Questa scuola assomiglia molto alla The English School del Kuwait. Adoro il senso di indipendenza e responsabilità che le scuole inglesi insegnano ai bambini. È stupendo vedere quante esperienze gli fanno vivere e come maturano in poco tempo i nostri bimbi.
Infatti anche questa segue il curriculum inglese! Anche per me si sta rivelando un’ottima esperienza sia in Nursery che nella Primary frequentata dal fratello maggiore.
Molto interessante, ma sono previsti momenti di gioco libero? Cioè quelli nei quali i bambini scelgono autonomamente come e con chi giocare?
Sì assolutamente! Sia all’interno della classe, ma soprattutto nella vasta area all’aperto dove i bimbi trascorrono molto tempo. Mio figlio adora fare le gare con le varie macchine e tricicli a disposizione con gli altri tre maschietti con cui è più unito!
Ad di là di tutte le attività “incasellate”, secondo me il gioco libero è il momento in cui i bambini si confrontano veramente con sè stessi e con i compagni, quindi lo considero molto importante 🙂
E comunque viva l’autonomia!!
Sono assolutamente d’accordo con te! Il gioco libero è importantissimo sia per lo sviluppo dell’immaginazione che delle regole sociali. La scuola inglese dà importanza soprattutto a quest’ultimo punto ed è sempre attenta al concetto di gentilezza, rispetto e condivisione dei giochi.
Post molto interessante. E foto deliziose. Ma ti hanno autorizzato a scattarle durante l’orario scolastico? E’ una cosa molto inusuale.
Per il resto sono molto favorevole all’educazione British. Peccato queste scuole costino sempre così tanto!
Elisabetta C.
http://www.educazioneglobale.com
Grazie e benvenuta qui!
No assolutamente! Come scrivevo nell’articolo il genitore non è ammesso in classe nemmeno nel primo giorno di scuola del bimbo né tanto meno durante le attività scolastiche. Escluso ovviamente i tanti momenti in cui ci sono attività che coinvolgono i genitori. Le foto ci vengono mandate dall’insegnante. Tutti i giorni ne viene messa una all’interno del contact book, che fa da tramite fra me e la maestra per scambiarci informazioni, che ritrae un momento della giornata. Poi a fine anno ci vengono date tutte via e.mail.
Hai ragione, queste scuola hanno spesso prezzi proibitivi. La fortuna di venire trasferiti in paesi dove i bimbi non possono frequentare la scuola pubblica perché la lingua inglese è marginale è che i costi sono quasi sempre sostenuti dall’azienda.
Sei molto fortunata, anzi, lo e’ il tuo Diego! Devo dire che sembra molto impegnato nelle sue attivita’ :’>
Purtroppo se c’e’ una cosa di cui mi pento, vedendo come gli insegnanti si rivolgono e trattano mia figlia che ora e’ alle Intermediate qui in Nuova Zelanda, e’ di averle fatto vivere la scuola dell’infanzia in Italia.
Un tono di voce basso, autonomia, outdoor education, rispetto prima di tutto da parte degli insegnanti… anche verso noi genitori! Questo e’ quello che si merita ogni famiglia, almeno io la penso cosi’. Bravi 🙂
Grazie per la condivisione
Ciao e benvenuta qui!
Hai ragione, credo proprio che questo tipo di educazione fin dalla prima infanzia sia un’ottima formazione per sviluppare il rispetto per gli altri, l’autonomia, il concetto di salute fisica. Elementi che serviranno per tutta la vita.