Una decina di giorni fa, nel quaderno che la scuola usa per mantenere la comunicazione fra noi e la maestra, ho trovato l’ennesimo commento negativo riguardo al comportamento di mio figlio a scuola. Ennesima perché, purtroppo, mi è capitato diverse volte, fin dai tempi della scuola dell’infanzia. I problemi sono principalmente tre:
– Non ascolta la maestra, si distrae, non sta attento e non riesce a stare fermo. E’ spesso sovraeccitato.
– Quando gli viene detto di smettere con un certo comportamento sbagliato o di non fare una cosa non si ferma e va diritto per la sua strada facendo orecchie da mercante
– infastidisce gli altri bambini litigando per il possesso dei giochi o toccandoli in continuazione in maniera opprimente. Nel diverbio tende a reagire in maniera aggressiva. Per lo più spingendo. Raramente ci sono stati episodi di morsi o botte.
A parte il primo, che sono convinta abbia a che fare con il suo essere molto vicino all’iperattivismo, gli altri problemi rientrano sicuramente nell’area del comportamento e di quello che si può fare e quello che non si può fare. Io sono da sempre interessata alla psicologia infantile. Non per niente ho frequentato le Magistrali. Ho letto tanto sull’argomento ancora prima di diventare mamma. Faccio un mea culpa ed ammetto di essere stata una di quelle che, vedendo un bambino molto capriccioso, fastidioso e combina guai, ha sempre pensato: “a me questo non succederà perché sono una persona preparata” o “mio figlio non sarà così”.
Ironia della sorte, il mio primogenito che ora ha 6 anni, è proprio così!
Non lavorando, a causa dei nostri continui spostamenti in giro per il mondo, ho potuto occuparmi di lui a tempo pieno. Gli ho dedicato tanto tempo, per non dire tutto, ed è sempre stato un tempo di qualità.
Ho continuato ad informarmi, a leggere, a cercare il confronto. Gli ho dato tanto amore, coccole, tenerezza e sicurezza.
Sicuramente avrò fatto degli errori, chi non ne fa nel difficile mestiere di genitori, ma mi ritengo una buona madre.
Non è stato facile accettare di aver in un certo modo fallito perché mio figlio appartiene proprio a quel genere di bambino che tende ad essere capriccioso, fastidioso ed a combinare guai in continuazione.
Puntualizzo che il termine fallito non si riferisce a mio figlio che, pur con le sue problematiche, è un bambino molto sveglio e intelligente. Che sa sorprendermi nei momenti più difficili. Che, quando vuole, sa essere travolgente nel suo entusiasmo e contagioso nei suoi sorrisi luminosi. E, ad oggi, non ritengo che nemmeno il mio sistema educativo sia fallito. Ripeto, errori ne avrò fatti, sicuramente non sarò stata una mamma perfetta. Ma il mio modo di educare ha cercato di bilanciare informazioni, consapevolezza, amore, rispetto e buon senso.
Non è stato facile assolvermi, ma ho capito che il risultato non è sempre colpa del genitore. Il pedagogista Alexander Sutherland Neill sosteneva che:
“Non esistono bambini difficili, ma solo cattivi genitori e cattivi maestri”
Mi capita spesso di leggere questa citazione in articoli sull’argomento e, sinceramente, mi crea fastidio. Sicuramente a volte sarà cosi, ma perché negare che alcuni bambini siano più difficili di altri?
Anche quando il mio bimbo aveva pochi mesi, non si poteva stare fermi. Ricordo passeggiate infinite sul lungolago della città cinese dove vivevamo, guai a fermarsi un momento, erano subito pianti.
Ricordo risvegli dalla nanna pomeridiani con pianti isterici che duravano anche 20 minuti, senza un perché, tutti i giorni. Poi all’improvviso cessavano ed era come se non fosse successo nulla.
Ricordo quando impiegavo due ore al pomeriggio e due ore alla sera per farlo addormentare.
Non ricordo invece di essermi mai potuta sedere su una panchina in un parco mentre lui giocava e rilassarmi un minuto. Dovevo sempre stare all’erta perché o scappava via, o faceva acrobazie pericolose o buttava la sabbia negli occhi agli altri bambini.
Ogni spostamento, cambio di ambiente, era difficoltoso. Direi devastante se si trattava di addormentarsi in casa d’altri. Certo, con un bambino così non è stato l’ideale dover cambiare casa e città 5 volte in 6 anni. Ma proprio per questo ho sempre cercato di dargli una routine quotidiana fissa. Di metterlo sempre a letto presto. Di essere sempre presente perché si potesse aggrappare a me in tutta sicurezza.
Perché negare che ci sono bambini molto più duttili ed adatti al cambiamento. Bambini che dove li metti stanno, bambini che non fanno di ogni singolo fatto quotidiano una guerra ed un atto di protesta? Bambini che, se sono stanchi si riposano e non decidono di iniziare a saltare, correre, gridare e sudare. Bambini con cui una serata al ristorante può essere anche piacevole. Bambini che hanno un comportamento chiaro e capisci quasi sempre cosa li ha infastiditi o di cosa hanno bisogno. Bambini che, tutto sommato, accettano un fratellino, senza che la vita familiare diventi un dramma. Ecco mio figlio non è così, ma sta anzi all’estremo opposto. E credo che tanto faccia proprio parte di quel temperamento definito così dalla psicanalisi moderna:
Il temperamento è l’insieme delle tendenze innate, genetiche, che portano ogni individuo a rispondere agli stimoli ambientali con modo e intensità diverse. Queste tendenze sono istintive, impulsive, automatiche e stabili nel corso della vita.
In particolare, secondo Kernberg, sarebbe diversa per ognuno di noi, la soglia di attivazione delle emozioni, che portano ai sentimenti di piacere o dolore, e delle risposte più o meno aggressive che ne conseguono.
Dunque su quello che è il temperamento di un bambino non possiamo intervenire. Dobbiamo semplicemente accettarlo.
Possiamo invece intervenire sul suo carattere, definito come il modo con cui ognuno di noi decide di pensare, agire davanti ad uno stimolo ambientale volutamente, di sua iniziativa.
“Dove il temperamento si riferisce al modo in cui si nasce (la nostra predisposizione emozionale) il carattere è ciò che noi facciamo di noi stessi intenzionalmente” ( Kloninger )
Per noi genitori è importante capire bene la differenza fra temperamento e carattere al fine di non intestardirci a cambiare aspetti che non potremo cambiare mai perché hanno un origine genetica e concentrarci invece su quello che possiamo cambiare.
Sempre Kloninger divide le tendenze innate del temperamento in quattro aree principali:
– evitare il danno: è la tendenza ad essere preoccupati per le conseguenze di un’azione, dal ricevere una punizione e quindi è la tendenza a non agire. Le persone sono caute, apprensive, non amano intraprendere il nuovo
– essere dipendenti dalle ricompense: è la tendenza a preoccuparsi del giudizio degli altri e quindi a comportarsi bene per avere un’approvazione sociale. Questi individui sono emotivi e sensibili alle pressioni sociali, sono simpatici, sensibili e propensi ad aiutare gli altri.
– cercare il nuovo: è la tendenza ad annoiarsi presto delle cose ed aver sempre bisogno di nuovi stimoli, entusiasmarsi per il nuovo e provare noia per il vecchio. Il cercare sempre nuovi stimoli porta ad uno stato di grande eccitamento. I soggetti sono impulsivi, hanno bisogno di emozioni forti, si annoiano e distraggono facilmente.
– essere persistenti: è la tendenza ad essere tenaci, costanti, a lottare per quello che si vuole ottenere e a resistere alla frustrazione.
In seguito aggiunge altre tre caratteristiche:
– la forza di volontà e la capacità di controllare il proprio comportamento
– la cooperatività, l’empatia e la disponibilità ad aiutare gli altri
– la auto-trascendenza con cui l’individuo si sente parte di un insieme in senso spirituale
A seconda della presenza più o meno alta di ciascuna di queste tendenze ed delle tre caratteristiche, determinabili con un test, Kloninger arriva ad individuare 8 tipi di personalità diverse.
Secondo Akiscal invece possono essere determinati 5 tipi di temperamento:
– Depressivo: il soggetto è triste, incapace di divertirsi, lamentoso e pessimista. Tende ad essere un ottimo impiegato, fidato, attento e scrupoloso.
– Ipertimico: i soggetti sono allegri, esuberanti, scherzosi. senza preoccupazioni, energici, mai stanchi, con molta autostima, pieni di attività e progetti. Spesso sono dei leader e assumono posizioni di comando.
– Ciclotimico: Alterna momenti depressivi a momenti ipertimici, dalla tristezza all’euforia. Momenti che possono essere poche ore come intere stagioni. Spesso hanno instabilità lavorativa e sentimentale. Prevale nel sesso femminile.
– Irritabile: l’umore è spesso irritabile ed il soggetto presenta collera ed aggressività. Rispetto agli altri temperamenti questo è meno studiato dalla psicologia e ritenuto meno valido.
– Timido-Inibito (Ansioso): manifestazioni di ansia soprattutto davanti a separazioni e cambiamenti. Sono soggetti molto timidi
Chess e Thomas invece delineavano 9 caratteristiche principali del temperamento quali Attività, Ritmicità, Approccio e Ritiro, Adattabilità, Sensibilità agli stimoli fisici, Intensità, Stato d’animo, Distraibilità e Persistenza. In base a queste caratteristiche dividevano i bambini in:
– Bambini facili: sanno adattarsi a nuove situazioni ed esperienze, sono positivi, mantengono la routine e dormono e mangiano senza problemi. ( circa 40% )
– Bambini difficili: piangono molto spesso, sono molto agitati, emotivi e irritabili. Hanno reazioni emotive intense ( circa 10% )
– Bambini lenti a partire: si adattano molto lentamente alle novità ed alle persone nuove, usano poca energia e si muovono poco. ( 15% )
– Bambini non categorizzati: presentano tratti di tutti i tipi precedenti combinati in modo diverso da individuo ad individuo ( 35% )
Con un approccio ovviamente molto meno scientifico e più pratico la stessa Tracy Hogg nel libro “Il linguaggio segreto dei bambini” divide i neonati in 5 categorie diverse ( Angelici, Da Manuale, Sensibili, Vivaci e Scontrosi ). Libro che fra l’altro a me è stato molto utile soprattutto nei primi mesi di vita di Carlo Alberto.
Questi che vi ho illustrato sono solo gli studi ritenuti universalmente più validi, ma il dibattito è ancora aperto. Anzi, negli ultimi anni si è tornato a parlare molto di temperamento, sia come base di studio per le patologie comportamentali sia perché sembra che ci sia una chiara corrispondenza fra temperamento ed apprendimento scolastico.
Sinceramente avevo scritto questo articolo per parlare del comportamento di mio figlio e per parlare di disciplina, regole, premi e conseguenze, ma mi sono un po’ troppo dilungata sulla parte teorica per cui direi che del resto vi parlerò la prossima volta! Quello che ci tenevo a trasmettere è che ci sono bambini più facili che ben rispondono agli schemi educativi dei genitori e bambini più difficili che richiedono da parte dei genitori un’energia, una dose di pazienza ed un equilibrio molto maggiore.
E, soprattutto, che non sempre dietro ad un bambino difficile c’è un cattivo genitore.
20 thoughts on “Problemi comportamentali nei bambini: quanto incide il temperamento?”
Che lavorone di post! Molto interessante. Non avevo (e ancora non ho) chiara la differenza tra carattere e temperamento. La base genetica del temperamento per esempio, vorrei capire meglio cosa si intende. Fatico a credere nel temperamento innato. Credo che c’è una base genetica e che l’ambiente sia comunque potente. Per il resto tendo a pensarla come Neill e quindi a farmi dei grandi sensi di colpa. Il mio picccolo fu angelico e poi divenne piuttosto spiritato, per dirlo alla Hogg. Il suo cambiamento rispecchia il mutamento delmio stato d’animo e felicità perduta, in corrispondenza all’ultimo espatrio.
Magari tornerà angelico! Io ci spero sempre! Comunque è dura… Ma ce la faremo!
Ti confesso che nelle intenzioni il post doveva essere più “leggero”, ma più mi addentravo in queste ricerche più sentivo il bisogno di capire meglio. Anche perché l’argomento mi tocca da vicino. Mi sono documentata un po’ anche su cosa si intende per base biologica, come ti chiedi tu, ma mi sembrava di entrare in un mondo veramente difficile per chi, come me, non ha degli studi scientifici e medici alla base. Comunque gli studi di Kloninger e molti altri negli ultimi anni che combinano i test a tecniche di “Neuroimaging” ( ottenute con risonanza magnetica, elettroencefalogramma e altro ) tendono a dimostrare che alcune tendenze che gli individui hanno sono ereditarie e innate e hanno una relazione per esempio con la massa di materia grigia in alcune aree o per la concentrazione maggiore o minore di alcuni neurotrasmettitori. Per esempio è stato riscontrato in più ricerche che, nei test dei soggetti con problemi di tossicodipendenza, risultava sempre elevata una delle quattro dimensioni principali indicate da Kloninger, quella della “tendenza a cercare il nuovo”. Con le tecniche di Neuroimaging si è evidenziato che questi soggetti hanno una variazione delle concentrazioni di glutammato (neurotrasmettitore del sistema nervoso) in alcune aree del cervello. A livello pratico ciò è importante perché si può fare prevenzione nei soggetti che presentano queste caratteristiche biologiche. E’ chiaro che l’ambiente e noi genitori influenziamo notevolmente i nostri figli, ma c’è in loro una base biologica che non possiamo eliminare. Possiamo solo prenderne atto e aiutarli a sviluppare tecniche e comportamenti che li aiutino a ridimensionare tendenze innate. In senso pratico, se un bambino è ansioso, lo sarà per tutta la vita. Ciò che può fare è imparare delle strategie per cercare di contrastare l’ansia, ma non diventerà mai una persona calma e tranquilla. Se penso alla mia esperienza personale per esempio io nasco come bambina estremamente timida. Il lavoro, il viaggiare, il diventare mamma ed, in larga misura, le mie esperienze expat, mi hanno profondamente cambiata. Ora mi può capitare di iniziare io un dialogo con uno sconosciuto, cosa impensabile da bimba o ragazzina. Però se mi capita di trovarmi all’improvviso al centro dell’attenzione con persone sconosciute ecco che sento le guance avvampare ed il cuore battermi forte. Fondamentalmente ho imparato come controllare la mia timidezza, ma di base ho sempre la tendenza innata ad esserlo. E sarà così per sempre. Tornando ai bambini è chiaro che il nostro umore si rispecchi molto nel loro comportamento anche perché nei primi anni di vita noi mamme siamo quasi tutto il loro mondo, quello che volevo dire però è che ci sono bambini che, più degli altri, hanno bisogno di una mole maggiore di pazienza, equilibrio ed energia da parte dei genitori. Ci sono di contro bambini facili con i quali tutti gli schemi educativi funzionano alla grande. Per concludere, altrimenti scrivo un post nei commenti, non sempre dietro ad un bambino difficile c’è un cattivo genitore.
Ti ringrazio tantissimo per le precisazioni. Mi si apre un mondo con quel che citi. Proverò a cercare qualcosa su questo neuroimaging e studiare.
Figurati! Anche a me affascina tutto ciò! Soprattutto se mi può essere utile a capre qualcosa del comportamento così complicato di mio figlio..
Ciao mamma in oriente, sono capitata su questo blog dopo una delle tante notti insonni passate con mia figlia, alla ricerca di un po’ di conforto e ho trovato questo post. Vedo che sono passati 2 anni e non so come si siamo messe le cose per te nel frattempo, volevo solo dirti che nel leggerti mi è sembrato di rivedere me stessa, la mia bimba ha un anno e mezzo e per ora sto passando esattamente le esperienze che hai descritto tu! Non credo di essere una cattiva mamma, né di fare errori così gravi, cerco di essere molto paziente, anche quando non è per niente facile, ma dopo mille paranoie e sensi di colpa sto iniziando ad accettare l’idea che non tutto dipenda da me, che evidentemente il suo temperamento è questo e per quanto mi impegni non è in mio potere modificarlo! Ti dirò che questo pensiero un po’ mi consola, perché mi solleva la coscienza dal peso della responsabilità e del giudizio altrui (ahimè sempre molto pressante), ma in parte mi spaventa, perché temo che il futuro non sarà semplice da affrontare… però io la amo tanto così com’é la mia adorata peste, anche con tutte le sue crisi isteriche e le mie notti passate in bianco! Un passo alla volta affronteremo tutto quanto… ti abbraccio. Elena
Cara Elena, benvenuta qui!
Ovviamente capisco benissimo le sensazioni che mi descrivi perché sono le stesse che ho attraversato io e che ancora attraverso a dire il vero. Sono passati due anni, tante cose sono cambiate e mio figlio mi ha dato anche tante soddisfazioni. Però il cammino non è mai stato tutto rose e fiori e forse mai lo sarà!! Come dici tu però è molto importante riuscire ad accettarli così come sono. Non tutti i bimbi sono uguali, alcuni sono più difficili da gestire di altri e questo dipende solo in parte da come noi interagiamo con loro. Inutile farsi divorare dai sensi di colpa. E no, sulla loro natura non possiamo intervenire più di tanto. Ti auguro che il vostro cammino sia pieno anche di tanti bei momenti! Una cosa ti posso dire che è vera, spesso questi bimbi sanno sorprenderci più di altri!
Ciao Cara Mamma in Orienti,
Scusa si non scrivo corretamente in Italiano visto che sono una mamma Brasiliana sposata con L’ Italiano ed abbiamo una Bimba di 9 anni. Leggendo il tuo blog mi sono messa a piangere perche fino ad oggi non avevo mai trovato una situasione cosi simili, anche noi abbiamo spostato di casa e paese tante volte ovviamente come consequence nostra bimba ha cambiato scuole tante volte. A prte tutto che ha scrito su comportamento e temperamento identico a nostra uno dei nostri grande problema ‘e che con questo comportamento “dificile” lei ha una grandissima difficolta di acettazione nei mezzo di convivenza, quindi pochi amici, e tanta solitudine. A volte penso che non ce la farei piu. Vorrei si possibile stare in contato per scambiare informazione che ci possamo aiutare in questo duro compito. Un abraccio grande da Berlino!
Ciao Renata e benvenuta qui!
Non ti preoccupare per l’italiano, per non essere la tua lingua ti fai capire benissimo!
Mi dispiace che la tua bimba incontri tanti problemi nel socializzare. Ogni bimbo reagisce a modo suo nel cambiare spesso paese. Il mio bimbo grande per esempio è diventato estremamente sociale ed ha grande facilità nell’approcciare gli altri bimbi. La difficoltà spesso è più negli altri ad accoglierlo perché ovunque è l’ultimo arrivato. Il piccolo invece è molto fragile, ha tanto bisogno di affetto, si attacca molto agli altri bimbi e ci rimane però molto male per ogni più piccolo sgarbo. Anche solo se un amico si dimentica di salutarlo andando via…
Cerca di starle vicina perché noi chiediamo a loro veramente tanto con questo continuo spostarsi.
Un abbraccio!
post densissimo…me lo devo leggere a rate con queste due che corrono e gridano intorno!
Ah sì, non è certo affrontabile con i bimbi attorno. Anche quando l’ho scritto ho dovuto chiuderlo un po’ in fretta perché il piccolo si era svegliato e non era più possibile continuare!
io nella mia piccolissima esperienza posso dire che vedo come bea abbia un carattere e alice un altro, entrambe reagiscono agli stimoli creativi allo stesso modo, entrambe sono affettuose, entrambe sono curiose ed espansive, ma bea e’ oltremodo fisica, ipercinetica, dorme poco perche’ fa fatica ad arrendersi al sono pure quando e’ stanchissima, come il padre che fin da piccolo mi ha detto esser convinto che dormire fosse una perdita di tempo e riusciva a studiare con ottimi voti e fare due – tre or edi sport al giorno tutti i giorni (sport diversi), alice e’ piu’ rilassata, dorme da sempre con serenita’, si lascia addormentare senza problemi, e’ piu’ osservatrice e tranquilla, fa capriccim olto molto raramente, ma contemporaneaente siccome vede la sorella e’ molto piu’ avanti sia nelle capacita’ di gioco che in quelle di comunicazione di com’era la sorella alla sua eta’. insomma io sno la stessa madre, applico gli stessi metodi (o non metodi, in molti casi) ma loro sono innegabilmente due persone diverse e se lo sono due sorelle che crescono a 22 mesi di distanza nella stessa famiglia e nelle stesse condizioni di spostamenti, assenze paterne, etc etc, non vedo come maestre o altre persone estranee possano pretendere di dirmi che non sono in linea con la tabella di marcia o con le linee comportamentali che qualcuno ha stabilito i bambini debbano avere ala loro eta’. sto gestendo la faccenda ciuccio e pannolino sotto i bombardamenti a 360″ intorno a me perche’ tutti la vedono diversamente da come la vedo io sull’argomento riguardo alle mie figlie (lungi da me pensare che quello che secondo me va bene per loro vada bene per gli altri bambini). certo, sono fortunata perche alla fine non lavorando posso permettermi di tirarmele su a modo mio senza dover delegare troppo ad altri, per il momento
Anche i miei due sono profondamente diversi.
Il grande sempre in movimento, anche quando mangia e dorme, sempre dietro a contestare, scarsamente adattabile, combina guai, sempre bisognoso di sorveglianza, complicato all’inverosimile, sempre dietro a parlare e richiamare attenzione.
Il piccolo molto più tranquillo, ma sicuro di sé, più autonomo, si capisce subito quello che vuole, lo posso portare ovunque, al parco o alle feste non mi accorgo nemmeno di averlo.
In comune, per fortuna, hanno un sorriso luminoso ed un allegria che ti conquistano subito.
Per i soliti luoghi comuni, ci direbbero che i secondi sono diversi perché sono i secondi! Un po’ sicuramente influisce però non si può ridurre tutto a questo..
Grazie, sono anche io alle prese con riflessioni quotidiane su mio figlio di quasi tre anni che ha tanti punti in comune con tuo figlio e ti ringrazio perché il tuo articolo mi fa sentire meno sola e mi da ottimi e utili spunti di riflessione.
Ciao! Mi fa piacere che il mio articolo ti abbia dato spunti interessanti. E, al di là di questo ti posso dire che sapere che non si è le sole ad affrontare certe problematiche, a me ha aiutato tanto. Perché puoi confrontarti con chi ti capisce benissimo e non tende a sminuire i tuoi problemi. Quindi quando hai bisogno sono qui!
Ciao a tutte! Eccomi qua..in una delle mie notti insonne a ritrovarmi a leggere qualche articolo che possa aiutarmi a capire bene mio figlio e dove sto sbagliando…si perché mi do tante colpe,io sono convinta che il suo modo di reagire sia dovuto in tutto e per tutto al mio atteggiamento. Leggo in questi articoli che nn sempre é cosí..questo un pó mi consola, ma nn mi toglie dalla confusione. Ho 2 bimbi un maschietto 4 anni e una femminuccia 2..si vogliono un bene immenso si cercano sempre, si abbracciano..devo dire che apparentemente sembra che il “grande” abbia accettato serenamente l’arrivo della sorella..ultimamente lui é molto nervoso; nn dorme piú il pomeriggio e quindi si ritrova ad essere super eccitato, appena lei si sveglia inizia a farla piangere, la disturba anche baciandola per carità, ma il risultato è sempre lo stesso urla da parte della piccola e di conseguenza da parte mia. É sempre stato un bimbo un pó complicato nn tanto nei cambiamenti quanto nelle regole..ha sempre voluto dormire con me, nn si è mai addormentato da solo sempre con me e con suo padre, impiega molto tempo per addormentasi e ogni risveglio sopratutto pomeridiano é un insieme di urla e lamenti, in quest’ultimo periodo nn fa altro che rispondeemi male,, mi fa pernacchie e se dico no per una cosa dice che sono cattiva e monella; tutto ció crea in me uno stato di nervosismo anche perché associati a questi suoi comportamenti ci sono i capricci tipici dell’età della piccolina …quindi a fine giornata arrivo esausta, frustrata e piena di sensi di colpa ripensando alle volte in cui ho perso la pazienza ed ho urlato o dato punizioni. Spero di poter affrontare la crescita dei miei figli con serenitá e senza sensi di colpa. Un saluto a tutte
Ciao Linda e benvenuta qui! Sfogati quando ne hai voglia perché io di sicuro posso capirti! Il mio bimbo aveva molti atteggiamenti simili al tuo, soprattutto nella difficoltà ad addormentarsi ed i risvegli pomeridiani con lunghi pianti. Il momento in cui smise di fare la nanna al pomeriggio furono molto duri anche per me perché la stanchezza ha sempre amplificato le problematiche già presenti. Vorrei darti una ricetta magica, ma purtroppo io non l’ho ancora trovata. Con la crescita alcuni aspetti migliorano, ma magari ne peggiorano altri come l’aspetto oppositivo soprattutto nei confronti della madre. L’unica cosa che ho capito in questi anni è che più noi siamo serene e più gioviamo al suo comportamento perché spesso loro fanno così per spingerci al limite e fare provare a noi quella rabbia che non sono capaci di far uscire loro. Più noi rimaniamo calme e più riusciamo a far tornare tranquilli anche loro. Non è assolutamente facile, lo so. Il mio ora ha quasi 9 anni ed ancora riesce a farmi saltare i nervi pur essendo io una persona di indole molto tranquilla. Questa che ti riporto ovviamente è la mia esperienza. Sono bimbi più difficili, ma spesso poi danno grandi soddisfazioni!
Un abbraccio di conforto!
Ciao..ad oggi 3 settimane di prima elementare già 3 note sul quaderno..va a giorni..un giorno la maestra dice che è stato bravissimo ed altre.. comportamenti di cui mi vergogno essendo docente anch’io e mai avrei creduto, come te, di avere un giorno un bimbo così..cosa devo fare? Punizioni, sgridate, anche schiaffoni, tolto il cellulare, tolte cose che a lui piacciono..mi dai un consiglio? È tanto sensibile e ansioso, per di più alcuni bimbi lo picchiano sia a calcio che a scuola.. è fragile..non so come renderlo forte..reagisce comportandosi in maniera sbagliata, con parolacce o comportamenti sbagliato ma mai aggressivi..ti prego aiutami a capire cosa devo fare..
Ciao Deborah e benvenuta qui! È molto difficile risponderti… In quella che è la mia esperienza quando è proprio il temperamento del bambino ad essere complicato, la cosa migliore che noi mamme possiamo fare è provare accettarlo così com’è cercando di essere il più possibile zen. Cosa difficilissima a cui anch’io faccio fatica ad attenermi anche ora che il mio ha quasi 12 anni… Ma più noi siamo serene e più sarà facile gestire i suoi comportamenti alterati. Ovviamente accertati che non ci sia un disagio reale dietro. Per esempio perché i bimbi lo picchiano? Questa è una cosa grave che è successa anche al mio in terza elementare arrivando da un’altra scuola. Soprattutto un bambino l’aveva preso di mira, ma la scuola mi è stata accanto ed ha affrontato il problema facendo più di una riunione con tutti i genitori, facendo dei laboratori in classe e parlando con i bambini finché la situazione non si è più ripetuta. Anche come genitore abbiamo contattato la famiglia dell’altro bambino e siamo usciti una sera insieme. I due bambini, fuori dalla dinamica del gruppo, sono andati d’amore e d’accordo. Insomma se pensi ci possano essere delle motivazioni dietro fai di tutto per capire il perché. Io l’ho portato anche a fare qualche seduta con uno psicoterapeuta su consiglio della scuola, che mi ha tranquillizzato che non c’era assolutamente nulla che non andasse. Mi ha detto che era solo un bambino con un carattere complicato, ma molto intelligente. Se quindi non trovi nulla di anomalo, cerca di accettare che non hai un figlio modello. Come mi hanno ripetuto in tanti spesso sono proprio questi figli a darci le soddisfazioni più grandi perché sono spesso dotati di grande intelligenza! E, da parte tua, cerca il modo di calmarti e rasserenarti perché questo tipo di figli ci mette molto alla prova! Non posso nemmeno dirti che con la crescita diventi più facile. Io ora sono alle prese con la pre adolescenza e credimi che non è una passeggiata. Un abbraccio di conforto e comprensione! p.s. spesso sono anche i videogiochi a rendere molto più irrequieti questo tipo di bambini…
Grazie davvero di cuore..ho chiesto alle maestre un confronto e credo lo avremo in settimana..dopo le tue parole sono pronta anche ad accettare che loro mi propongano di andare da uno psicoterapeuta..per amore di mio figlio questo ed altro, certo non è facile e spero vivamente che le maestre mi supporteranno. Ti farò sapere, non immagini quanto mi hai tranquillizzata e rassegnata oggi sapendo che domani è lunedì..ti abbraccio virtualmente..mi vieni da piangere ma devo esser forte..grazie ancora..a presto
Penso sia proprio la strada giusta! Felice di esserti stata d’aiuto. Anch’io non riuscivo a concepire di dover andare da uno psicoterapeuta, ma il più è abbattere questa che è una vera e propria barriera psicologica. Quando sarai lì sarà invece molto confortante farsi ascoltare da una persona che è lì proprio per aiutarti.