Avevo trovato qualche vaga informazione su internet sull’isola di Samae San nei pressi di Sattahip un po’ di tempo fa, ma non mi era chiaro dove si trovasse di preciso. Qualche settimana fa, finalmente, abbiamo avuto voglia di andare alla ricerca di quest’isola un po’ misteriosa e la nostra volontà è stata ampiamente ricompensata…Samae San è un piccolo paradiso per pochi fortunati!
Samae San appartiene, come Sai Kaew Beach, al territorio della Marina Reale Thailandese ed è parte di un progetto, voluto dalla Principessa Maha Chakri Sirindhorn, per la salvaguardia delle tartarughe, che qui depongono le uova, e dei delicati coralli. Samae San è una delle 5 isole di un piccolo arcipelago interamente disabitato. Si può andare solo su 4 di queste, in quanto una viene conservata “pura”, non intaccata dai turisti, per studiarne l’evoluzione naturale dell’ecosistema. Non è possibile pernottare su nessuna delle isole. Samae San si trova solo a 1.400 metri dalla costa ed è quindi raggiungibile con un breve tragitto sui barconi.
Occorre andare equipaggiati con del cibo perché sull’isola non si trova quasi niente. Solo bevande, gelati e patatine. Ci sono solo un paio di capanne ed è possibile noleggiare delle sdraio per prendere il sole.
La spiaggia principale dove siamo arrivati con la barca è già molto bella anche se sul lato sinistro dell’orizzonte si vede il villaggio di pescatori Ban Samae San e si ha quindi un po’ meno l’idea di essere isolati.
Il lato destra è comunque strepitoso.
Sulla spiaggia c’è un grande albero che fa un’ombra preziosa e noi ci siamo sistemati proprio lì sulla sabbia ed abbiamo fatto il nostro pic-nic su una stuoia per la gioia dei bimbi che adorano mangiare in spiaggia. Ai rami dell’albero sono appese delle grandi altalene di legno.
La spiaggia era molto tranquilla perché quasi tutti i Thai presenti erano lì per il corso di snorkeling. E’ stato buffo vederli tutti schierati immergere la testa in 20cm d’acqua al comando dell’istruttore.
Quando è finito il corso, il mare è diventato quasi tutto per noi. Un ragazzo italiano incontrato lì ci ha detto che era strano che ci avessero permesso di venire sull’isola perchè normalmente si deve essere accompagnati da un Thai. In effetti a mio marito, che era andato solo a fare i biglietti, avevano fatto un po’ di domande su chi l’accompagnava, ma lui, non sospettando nessun divieto, era stato molto evasivo. In effetti eravamo l’unica famiglia interamente occidentale! Altro divieto dell’isola è che le donne non possono stare in bikini! Quindi o costume tipico thai con gonnellina annessa o pantaloncino e maglietta. Non credo sia solo una questione per rispettare il pudore del popolo Thai, quanto per tenere lontano le ragazze occidentali, soprattutto russe, e conservare questo paradiso solo per la gente Thai. Non posso dire che facciano male! Il ragazzo italiano ci ha anche consigliato di andare a vedere un’altra spiaggia dell’isola. Ci si arriva prendendo la strada asfaltata a destra con le spalle al mare. Sono 20 minuti a piedi oppure si possono affittare le biciclette o salire sui tanti camioncini militari che fanno la spola avanti e indietro per trasportare le persone gratuitamente. Ne vale assolutamente la pena perché la spiaggia è meravigliosa e con un panorama fantastico.
L’acqua è ancora più cristallina ed ospita tanti pesciolini grandi fino a 20 cm gialli e azzurri che nuotano fino alla riva. Prima di salire sul barcone all’andata, abbiamo comprato dei sacchetti di mangime. Carlo Alberto si è divertito tantissimo a spargerlo in acqua e ad essere circondato dai pesci. Diego, alla sua prima esperienza ravvicinata con i pesci, era attaccato ben saldo al collo di papà.
E’ stata un’esperienza bellissima. Siamo rientrati con l’ultimo barcone. Ecco i bimbi stanchissimi seduti in mezzo ai Thai.
All’arrivo al molo una bibita fresca.
Poi a casa passando attraverso il villaggio dei pescatori. Pittoresche, lungo la strada, le tante reti per essiccare il pesce.
Incredibile scoprire un paradiso così a meno di un’ora dal mare sporco e la vita sfrenata di Pattaya, felici noi di averlo fatto!
8 thoughts on “Samae San: un paradiso nascosto”
Ma quanto sono belle le tue foto! Un paesaggio unico, atmosfere magiche e pulite, come è davvero raro vederne. E i tuoi bambini felici sono uno spettacolo!
Quando la natura è così spettacolare non è difficile fare belle foto!
Un abbraccio
Amo i tuoi post pieni di immagini!! Grazie!
Anche se inserire tante foto in un post porta via molto più tempo, penso che la narrazione con le immagini sia altrettanto importante di quella con le parole. Anzi, a volte una foto trasmette di più di tante parole!
Beh si grazie per tutte queste immagini bellissime che mi fanno, almeno per un istante, credere di essere lí!
E poi pensavo…. Ecco, quanti sacrifici comporta vivere dell’altra parte del mondo, ma queste pillole di paradiso compensano di tutta la fatica!
Per noi è stato molto pesante il primo anno qui per i tanti piccoli e grandi problemi di salute che abbiamo avuto. Negli ultimi 6 mesi invece, abbiamo potuto apprezzare molto di più i lati positivi del vivere qui, fra cui appunto questi luoghi paradisiaci e, soprattutto, non ancora contaminati dal turismo di massa.
Anche io mi fermo sempre estasiato davanti alle tue foto.
Devo anche confessare di leggere con avidità tutte le tue storie di mamma. Noi con il piccolo Saku siamo ancora all’inizio del percorso e so che abbiamo tanto da imparare.
Un abbraccio, M
Grazie Matteo!
Sono certa che sarete genitori splendidi
un abbraccio!