Il mio primo post sulla gelosia fra fratelli, dove ne analizzavo definizione e comportamenti tipici, mi ha portato tanti commenti interessanti sul blog, sulla mia pagina Facebook e tramite e.mail in privato. Ringrazio tutti per il loro contributo perché sono assolutamente convinta che nel confronto e nella condivisione, le mamme che si trovano a vivere questi momenti difficili, possono trovare un conforto, la bella sensazione di sentirsi capite ed anche validi suggerimenti per provare ad arginare il problema. In questo secondo post sull’argomento voglio proprio, grazie anche ai consigli che voi stesse mi avete dato e a quelli degli esperti, fissare nero su bianco quali sono i comportamenti più idonei da tenere.
Sottolineando, come sempre faccio, che i bambini non sono tutti uguali e quello che è adatto per uno potrebbe non esserlo per un altro.
Sta a noi mamme cercare di trovare il mix migliore da applicare a seconda del carattere del nostro bimbo. Compito assolutamente non facile lo so! Io stessa brancolo ancora spesso nel buio nonostante tutta la teoria letta! Eh sì, perché sono passati più di 4 mesi dal mio post precedente, ma le cose a casa mia non è che siano migliorate molto.
I miei due bimbi, grazie al fatto che il piccolo è cresciuto ancora, riescono ora a condividere ogni tanto 10 minuti giocando senza litigi, ma sono ancora decisamente di più i momenti in cui il grande tiranneggia il piccolo.
In aggiunta, il secondo è diventato un po’ sempre più intollerante ed a volte basta che il grande si avvicini perché lui gridi ed un po’ sempre più furbetto per cui grida alla minima cosa affinché il grande venga sgridato. Infatti spesso smette di piangere nel momento stesso in cui il grande viene ripreso. Insomma, questa variabile peggiora le cose ancora di più perché il tempo a casa è tutto un piangere ed un gridare. Confesso che in certi giorni prenderei la porta e me ne andrei fuori se potessi…
Vediamo quindi le soluzioni pratiche che possiamo provare ad adottare. Tralascio volutamente i classici consigli perché potete trovarli scritti in tutti i manuali e che nel mio caso, purtroppo, non sono serviti a molto come il preparare il fratello grande prima della nascita, predisporre un regalo come se glielo portasse il nuovo arrivato, coinvolgerlo nella cura del piccolo, chiedere a parenti ed amici di non lodare il piccolo davanti a lui e varie. Tutti consigli validissimi, ma che a mio avviso servono di più per i bimbi che sono ancora piuttosto piccolini o che, comunque, non sviluppano una gelosia molto forte. Cercherò di sviluppare bene tutti i punti e quindi sarà necessario dividerli in due post. Ecco i primi:
1 – Comprendere la gelosia del bambino.
I bimbi non sanno quasi mai gestire le emozioni forti e negative che sentono dentro. La loro via d’uscita è esprimerle e manifestarle attraverso il comportamento. Capricci, opposizione alla madre quelle più chiare, ma possono essere anche comportamenti apparentemente non collegati alla gelosia come i continui risvegli notturni. Occorre quindi far capire al bambino che lo comprendiamo e dare un nome ai suoi sentimenti. Dirgli che sappiamo come si sente e che è normale che lui provi certe emozioni negative. Fare in modo che i sentimenti di gelosia non rimangano chiusi dentro di lui. Rassicurarlo che mamma e papà vogliono bene ad entrambi e che nel loro cuore c’è spazio per tutti e due.
Comprendere però non vuol dire accettare. Dobbiamo dire chiaramente che non accetteremo comportamenti sbagliati da parte sua come far male al fratellino.
Così come non ci faremo condizionare dalla sua gelosia, comportandoci in maniera meno affettuosa con il nuovo arrivato e abbracciandolo, per esempio, solo di nascosto per non farlo stare male. Io ammetto di averlo fatto spesso ed il risultato è stato che anche il piccolo a pochi mesi fosse già gelosissimo del fratello e che io mi sentissi in colpa nei suoi confronti per essermi limitata nella gestualità d’affetto.
2 – Dedicare tempo esclusivo
Continuare a dedicare al grande del tempo solo per lui perché si trova ad averne molto meno di prima. Più facile da fare quando il nuovo nato è molto piccolo perché, momenti dell’allattamento a parte, la sua cura può essere maggiormente affidata ad un’altra persona, nonne in primis. Crescendo il piccolo soffrirà a sua volta nel vedere la mamma che esce solo con il fratello e diventerà più difficile gestire la cosa. Sarà necessario creare momenti dedicati per entrambi con l’aiuto, se si vive lontano dai nonni come noi, del papà. Sottolineo che è importante che lo schema non sia sempre figlio maggiore con il papà e minore con la mamma, ma va alternato.
Durante il tempo dedicato dobbiamo essere presenti al 100% Quindi via cellulari e distrazioni! Facciamo scegliere al bimbo il più possibile cosa fare e di cosa parlare, anche se si tratta di un gioco da maschiacci sull’Ipad di cui non avete alcun interesse. Quando sono riuscita a farlo, ho avuto risultati immediati. Sull’intero punto nella nostra famiglia dobbiamo lavorare ancora tantissimo comunque.
3 – Imparare a gestire i litigi
Quando il secondo arrivato non è più un neonato, ma inizia a muoversi ed interagire con il fratello, è impensabile pretendere che non litighino mai. E’ impossibile, quindi accettatelo e cercate di abituarvi.
Come prima regola cercate di intervenire il meno possibile nelle loro baruffe lasciando che se la sbrighino da soli. Questo non è sempre possibile per esempio quando uno dei due è troppo piccolo o quando il litigio sfocia in violenza. In questo caso occorre intervenire sempre e ricordare le regole base che si sono fissate. Non si picchia e non si lanciano le cose per esempio potrebbero essere le più adatte. Ma come si risolvono i conflitti quando i bimbi non riescono da soli o quando non si riesce a farli ragionare? Ecco alcuni consigli pratici:
– qualche momento di time-out in cui il bimbo che ha sbagliato deve allontanarsi. Anche solo 2 minuti per i più piccoli, 5 per i più grandi. Anche se è difficile farlo con i più piccolini. Diego per esempio, quasi 3 anni, non accetta di stare fermo in una sedia. Si sposta subito e piange alla disperata per cui è ancora piuttosto difficile applicare il time-out con lui. Con Carlo Alberto, quasi 7 anni, all’inizio funzionava bene come metodo il mandarlo in camera sua, ovviamente con la porta aperta a meno che non fosse lui a chiuderla. Ultimamente, di nuovo in piena fase oppositiva, si rifiuta di andarci e devo insistere parecchio anche urlando perché ci vada, aumentando quindi il suo ed il mio nervosismo ed entrando in una spirale negativa abbastanza controproducente. Anche ora però, quando finalmente ci va e sente suonare il timer dopo 5 minuti, segnale che può uscire, torna fra noi assolutamente calmo. Almeno fino al prossimo scontro! Se si applica il time-out per il grande però bisogna essere giusti ed inventarsi qualcosa anche per il piccolo altrimenti il maggiore vi riterrà molto ingiuste. Io con Diego avevo iniziato tenendolo un paio di minuti legato nel passeggino nella mia stessa stanza ed effettivamente si calmava. Ultimamente però si ribella e quindi ho preferito accantonare questo metodo e sono passata a metterlo per due minuti sullo sgabello grande da cui non sa scendere. Non so se tutto ciò sia giusto o sbagliato, so però che nella pratica spesso mi aiuta a riportare calma in casa. Ovviamente se ci si rende conto che i momenti di time-out diventano troppo frequenti, bisogna riconoscere che il metodo non funziona più e cambiare strategia.
– Se non si era presenti e non sappiamo chi ha cominciato, non prendere le parti di nessuno dei due. Io nel mio caso lo so quasi sempre, ma il fatto che io lo dia per scontato non è bello perché a volte potrebbe essere stato il piccolo a provocare e quindi il grande potrebbe prenderla come la più grande ingiustizia essere accusato senza essere il colpevole. Quindi come agire? Una tattica potrebbe essere quella di distrarre l’attenzione dei due litiganti invitandoli a fare qualcosa che piaccia ad entrambi. Per esempio se penso ai miei figli potrebbe essere “che ne dite di guardare un bel film tutti e tre abbracciati nel divano?” o “Mi aiutate a cucinare?”. Altra soluzione classica quando l’oggetto del litigio è un giocattolo, è toglierlo ad entrambi per quel giorno.
– Non ricorrere alla violenza fisica. In questo modo si insegna proprio ciò che critichiamo nel bambino geloso: sottomettere l’altro, spesso il più debole, attraverso la violenza. Mi sento però di aggiungere, se vi dovesse succedere di dare uno scappellotto a vostro figlio, di non colpevolizzarvi in maniera eccessiva e troppo dura. Alcuni bambini ci si mettono d’impegno a provocare e, quando si è particolarmente stanche perché si dorme poco o stressate perché si hanno tante cose da far funzionare, si fanno cose che in condizioni normali non si farebbero mai. Chiedete scusa certo, ammettendo che anche gli adulti a volte sbagliano così come succede a loro perché nessuno è perfetto. L’importante è capirlo e cercare di rimediare. Più che colpevolizzarvi, comprendete piuttosto che siete arrivate ad un punto che non va bene e che dovete fare qualcosa per diminuire lo stress. Ammettete che non siete perfette e che avete bisogno di aiuto. Chiedete a qualcuno di occuparsi per un’ora dei bimbi se possibile. Uscite all’aria aperta, fatevi una corsa. Ognuno sa quello che è meglio per sé per rilassarsi. Se non è possibile, spostatevi qualche minuto in un’altra stanza e respirate forte finché non sentite che state tornando calme. O cantate a squarciagola se vi aiuta a sfogarvi con la musica alta nel caso dobbiate coprire i pianti e le urla. Per pochi minuti i vostri figli resisteranno anche senza di voi!
Questa la prima parte di consigli. Non credete che io voglia insegnare a voi come comportarvi. Io di teoria ne so tanta, ma questo non vuol dire che io riesca sempre ad applicarla. Questa lista di consigli pratici è prima di tutto per me. Perché quando la pazienza finisce ed inizia a salire il nervosismo e poi la rabbia, io mi dimentico perfino di respirare, figuriamoci del resto. Ma quanto mi sento male dopo aver gridato. Proprio io che odio alzare la voce. Vorrei imparare a gestire meglio queste situazioni e fare un punto sulle possibili soluzioni spero che aiuti me e tutte le mamme che vivono un momento di difficoltà. A presto con la seconda parte di consigli. Intanto mettiamoci in evidenza questa lista ed iniziamo a lavorarci sopra. Un passo alla volta.
Ecco i link degli altri due post sulla gelosia:
La gelosia fra fratelli #1: definizione e manifestazione
La gelosia fra fratelli #3: soluzioni pratiche, seconda parte
24 thoughts on “La gelosia fra fratelli #2: soluzioni pratiche, prima parte”
Leggendo il primo punto “Comprendere la gelosia del bambino” mi è venuto in mente il commento della ragazza australiana con la quale lavoro, tra l’altro la madre di tre figli … A lei, a sua volta, è stato detto che per un bimbo l’arrivo di fratello minore deve essere come un tradimento nel rapporto “coniugale” di noi adulti. Della serie “immagina un giorno arriva il tuo marito con una donna molto più giovane di te, tutta carina sorridente dolce … E marito ti semplicemente comunica che la signorina è la sua nuova compagna che condividerà, assieme a voi, la vostra casa e la vostra vita … più meno per sempre. Aggiungendo “amore, non cambia niente, ti amo sempre uguale come prima così come amo la XY. Vedrai che bello che sarà vivere tutti insieme”. Ovviamente c’è un po’ di esagerazione, ma non mi viene difficile a credere che il primo impatto di fratello maggiore all’arrivo di un fratello è molto simile a quello della storia. Per fortuna durante il percorso comune, prima o poi, il rapporto tra i fratelli cambia. Non per caso si dice “amarsi come due fratelli” nel senso positivo 😉
No, non è un’esagerazione. Il tuo è un esempio perfetto per far capire come si senta il primogenito quando arriva il fratellino. Non gli si può chiedere di volergli bene a prescindere, ma bisogna aiutarlo a liberarsi dei sentimenti negativi e a far spazio ad un affetto che nasca piano piano in maniera spontanea. Per certi bambini è più facile per altri è un percorso lungo e difficile.
I miei per fortuna hanno solo 18 mesi di differenza, ho sempre cercato di fare le cose tutti insieme e pare che abbia funzionato. Diciamo che i momenti di gelosia ci possono essere perchè il secondo è quello più furbetto e scalmanato e spesso con i suoi capricci riesce ad averla vinta rispetto al primo però fortunatamente non abbiamo mai avuto scenate di gelosia da gestire. Io credo però che tanto dipenda dal bellissimo e dolcissimo carattere del mio primogenito!
Un pizzico di gelosia credo sia inevitabile. Come dici tu però, è cosa ben diversa da vere e proprie scenate di gelosia. Purtroppo proprio stasera ne è capitata una per una sciocchezza. Mio marito è tornato a casa con due orsettini di pezza che gli avevano dato per i bimbi, uno marrone chiaro ed uno marrone scuro. Il grande li ha guardati e ha detto che non gli interessavano. Non appena però ha visto che il piccolo se ne era preso uno tutto entusiasta, ha deciso che piacevano anche a lui ed, ovviamente, voleva quello scelto dal fratello. Che, ancora più ovviamente, non ne ha voluto sapere di scambiarlo con l’altro. Il grande ha iniziato prima a lamentarsene con moderazione, ma ben presto è esploso in una scenata con pianti disperati ed urla pazzesche. Il piccolo, forse per reazione per non averne paura, ha iniziato a ridere di lui. Il che ha esasperato ancora di più il grande. Non si è calmato né con la dolcezza né alzando la voce quando la cosa era diventata assolutamente ingestibile. Alla fine ha smesso di urlare dicendo che gli era venuto mal di testa e, solo a quel punto si è fatto abbracciare fra i singhiozzi e si è addormentato. Ecco, nonostante tutta la teoria di oggi, non ho saputo fare nulla per evitare che tutto ciò succedesse e, vederlo così disperato, mi ha fatto sentire impotente…
Non ho figli, quindi il mio commento vale più o meno zero.. però caspita, mi sembra che la situazione sia un po’ stressante, sia per te, sia per i bimbi.. non hai mai pensato di farti aiutare? tipo un percorso di counseling, psicanalisi, meditazione, insomma appoggiarti a qualcuno che possa accompagnarti in questo cammino?
Sono ben accetti i consigli di mamme e non! A volte e’ difficile capire se non si è mamme, ma è altrettanto vero che, a volte, l’essere distaccata dal problema consente un giudizio più imparziale.
Benvenuta qui.
Devo dire che non è stato facile ammettere di aver bisogno di un aiuto però sì, ad un certo punto ho seriamente preso in considerazione la cosa ed ho iniziato ad informarmi. Di lì a poco però c’è stata la svolta improvvisa della partenza per la Thailandia e la cosa è rimasta in sospeso. Ritengo fondamentale che qualsiasi percorso sia per me che per lui debba avvenire nella nostra lingua madre perché occorre aver una grande padronanza della lingua per parlare di certe sfumature. Nel frattempo cerco di tamponare come posso, leggendo, condividendo e provando a lavorare su me stessa e su di lui. Certo non è facile. Passano periodi migliori in cui le cose sembrano prendere la piega giusta e poi all’improvviso si precipita di nuovo.
Anche io ho vissuto dei momentacci nei mesi passati, come ti capisco!. Avendo due figlie abbastanza tranquille non ci sono grandi momenti di “rissa”, però entrambe urlano in modo forsennato e la piccola (18 mesi) oggi tirava i capelli alla grande (5 anni). I primi mesi anche io mi trattenevo nelle manifestazioni di affetto con la piccola, poi mio marito mi ha detto:”perché invece di trattenerti non ti lasci andare con entrambe?” e devo dire che ha funzionato. I momenti a 2 ci sono, anche se la piccola inizia ad essere gelosa. Per fortuna ama giocare da sola e quindi approfitto per fare alcune attività da grandi da sole al tavolo…ma che fatica!
Eh sì la fatica è sempre presente! Per fortuna anche il mio piccolo gioca molto da solo e, fino a poco tempo fa, al pomeriggio riuscivo a dedicarmi un pochino al grande. Ora però che il piccolo va all’asilo al mattino, quando si sveglia dalla nanna del pomeriggio, vuole giustamente anche lui stare con la mamma, quindi le ore prima di cena sono diventate piuttosto toste! Ci sono giorni in cui letteralmente uno mi tira da una parte e uno dall’altra!
Grazie per avermi raccontato la tua esperienza.
Capisco bene la sensazione di essere tirata da tutte le parti ed ogni tanto voler urlare più forte di loro! Io ho scoperto lo yoga e non l’ho più abbandonato. Immagino la difficoltà della lingua nel cercare di intraprendere un percorso personale: perché non provare a cercare qualcosa di “fisico” da fare col grande?
Infatti anch’io sto seriamente considerando di avvicinarmi allo yoga anche se non l’ho mai praticato. E’ innegabile che più io riesco a stare calma e più riesco ad evitare i momenti di conflitto più duri. Ma facendo la mamma a tempo pieno ed essendo lui un bimbo difficile da gestire, spesso e volentieri la pazienza finisce. Credo che focalizzarmi un po’ anche su me stessa e sul mio equilibrio sia un ottimo suggerimento!
Per mio figlio finora abbiamo sempre evitato attività extra scolastiche e sport perché facendo a scuola tanta attività fisica, arriva al venerdì veramente distrutto e la stanchezza da sempre peggiora il suo temperamento. Da due mesi però abbiamo deciso di fargli fare calcio perché ci teneva veramente molto e devo dire che sta andando bene. Se non fosse già così stanco valuterei di fargli praticare le arti marziali che molti mi hanno consigliato.
Interessanti tutti i tuoi consigli, me li segno e li tirerò fuori al momento opportuno. 😉
Mi piace molto che ti istruisci su come migliorare la situazione, invece di cadere nella frustrazione cerchi sempre il modo di migliorarti e questo son sicura ti ripagherà! Son d’accordo che occorra potersi esprimere bene e nella proprio madrelingua trattandosi di cose così delicate. Credo che con l’amore e la pazienza che dimostri fai già molto!!
Un abbraccio
Grazie Greis…spero che tu abbia ragione!
un abbraccio grande
Scusa se mi permetto, sono mamma di due bambini, ma non c’è nulla di normale nei tuoi figli e di conseguenza nel loro rapporto.
Questa non è solo gelosia tra fratelli.
Il grande ha dei seri problemi comportamentali, forse addirittura dei deficit ma non vorrei azzardare. Ok sei in Thailandia e non puoi avere un supporto psicoterapico (sarebbe l’ideale). Allora piuttosto mandalo a fare yoga per bambini, non lo so. Ma inventati qualcosa che gli consenta di gestire questa sua rabbia anormale e questo isolamento dal mondo perché se ti basi sull’autoanalisi corri il rischio di fargli solo dei danni enormi. Magari adesso non ti sembra possibile ma con il tempo si distruggerà. I problemi si sedimentano, non spariscono magicamente.
Il piccolo sembra essere iperattivo. Non riesce a stare seduto 3 minuti su una sedia? Mio figlio ha la stessa età e riesco a portarmelo dietro ovunque, una volta sono riuscita anche a mangiarmi una pizza con le amiche senza piagnistei.
Mi dispiace, sono stata dura ma forse hai bisogno di qualcuno di estraneo che ti metta di fronte alla realtà e non ti dica solo “brava”. Sei bravissima per quello che puoi fare, sei la migliore mamma che potrebbero avere, ma di fronte a certi grossi problemi non basta.
Percepisco il tuo disagio, io parlo pensando a quei bimbi che soffrono e non possono essere aiutati da te. Sei la mamma e quindi non sarai mai imparziale e loro non ti ascolteranno mai fino in fondo come se fosse un estraneo a dire le stesse cose.
Scusa se ti ho offeso.
Lucyinthesky non puoi sparare diagnosi a casaccio e poi dire “mandalo a fare yoga per bambini o non lo so, inventati qualcosa ” Sennò poi sembra che quella con seri problemi comportamentali e deficit sia tu.
Ciao e benvenuta.
No, non mi offendo, perché scrivendo io in completa trasparenza con i miei pregi ed i miei difetti sono pronta anche alle critiche. Se volessi sentirmi dire solo he sono brava, ometterei parecchie cose che scrivo abitualmente. Essendo però mamma comprenderai che non è facile sentirsi dire queste cose in maniera così “diretta”. Sono la prima a dire spesso che compio errori, ma essere genitori non è facile ed è difficile non sbagliare mai. Come dici tu sia io da mamma, sia tu che non lo hai mai visto, non possiamo fare alcuna diagnosi perché, sempre che di patologia si tratti, le diagnosi possono essere fatte solo da uno specialista. Non ho scelto l’autoanalisi come percorso, semplicemente in questo momento non posso farmi aiutare da una persona esterna e cerco di fare il possibile per fronteggiare la situazione. Mi consigli lo yoga, ma se tu conoscessi mio figlio, sapresti che non c’è cosa meno adatta a lui. Sono d’accordo sul fatto che la gelosia forte non passi da sola. Questo sarà proprio uno dei punti della seconda parte del mio post.
Preciso inoltre che forse hai mal interpretato quello che ho scritto sul piccolo o semplicemente non mi segui abitualmente altrimenti sapresti che Diego è quanto di più lontano ci sia da un bimbo iperattivo. E’ dolce e tranquillo e con una vivacità assolutamente normale. Non riesce a stare due minuti sulla sedia fermo in concomitanza con il time-out proprio perché essendo rare le occasioni in cui viene sgridato, non regge il fatto che si alzi anche solo il tono con lui e piange disperatamente se pensa che tu sia arrabbiato con lui. Diego passa abitualmente ore fermo a giocare e lo posso portare ovunque senza problemi da sempre. Assolutamente nessun problema comportamentale per lui quindi…
Lucyinthesky, scusa se mi intrometto … Cominciare un post “non c’è nulla di normale nei tuoi figli° riferendoti alle persone da te mai viste è come minimo maleducato, ma soprattutto, come già notato da una delle mie precedenti, dimostra la tua immaturità. E va bene, io conosco Federica e i suoi bimbi di persona! Federica è la mamma bravissima che cerca di fare il meglio per i propri figli amandoli profondamente così come loro di sicuro amano lei. Per mestiere lavoro con i bambini e anche con i bambini “speciali” (diagnosticati con diverse abilità fisiche e mentali) e comunque non mi permetterei a sparare i giudizi. Il tuo consiglio di yoga per i bambini fa veramente ridere. Noi siamo in Tailandia, lo yoga fa parte del curriculum scolastico, se è per quello. Essendo la mamma di due bambini, ti sarai accorta che nemmeno i due con delle basi genetiche uguali sono uguali, vero? E sì, tutti i bambini, così come tutti gli adulti in questo mondo sono, per fortuna, diversi uno dall’altro. Con diverse necessità, diverse reazioni, diverse preferenze, diversi sentimenti, diversi caratteri … Il compito di un genitore è aiutarli a crescere e renderli pronti per il mondo. E’ un percorso lungo e a volte doloroso. Proprio perché i piccoli diventando i grandi devono fare tanti passi, devono imparare tante cose, superare i molti ostacoli … Siamo qua per accompagnarli, offrirli l’aiuto, coccolarli, proteggerli nel loro cammino di crescita. Le cose che Federica fa in maniera meravigliosa. Pur lavorando con i bambini sulla base quotidiana, pur essendo anch’io la mamma di due bambini, leggo volentieri e con rispetto i post di Federica perché ci trovo sempre le ispirazioni, i punti da ragionarci sopra, le consolazioni che a volta quello che succede a me succede anche agli altri … Arriverà il momento che i due bimbi di Federica si renderanno conto di amarsi profondamente – perché di fatto si amano, solo che sono ancora troppo piccoli ed immaturi, soprattutto il bimbo più grande, per rendersi conto che il fratellino non lo priva di niente. Tra un po’ di mesi Diego crescerà ancora di più e i giochi di due diventeranno più comuni e per C.A. il nemico diventa un partner per il gioco, per le avventure e alla fine per la vita. Fede, stai tranquilla e vai avanti per la tua strada. La cosa più preziosa tu gli possa offrire, a tutti e due tuoi pirati, è il tuo amore, la tua pazienza e la tua presenza. Io (più grande di 14 mesi) e mio fratello ci amavamo profondamente … fino al momento che io sono andata nella prima elementare e lui è rimasto nella materna. Da quel momento, per tantissimi anni, non esisteva un nemico più nemico che io per lui e lui per me … Per anni e anni litigavamo, ci picchiavamo con crudeltà spaventosa … praticamente fino all’inizio delle superiori … E va beh, ora il mio fratello è una delle persone più care nel mondo e credo anch’io sia lo stesso per lui. Lui ha la mia massima fiducia, abbiamo un rapporto pieno di armonia e rispetto (così come con le nostre sorelle più giovani di noi). Un rapporto che, guardandoci in giro, alla fine non è poi così scontato tra i fratelli adulti. Non ci servivano i psicologi e psicoterapisti. Ci serviva tempo per maturare.
non ho problemi di gelosia tra fratelli ma anche da solo, il piccoletto, spesso è capace di farmi saltare i nervi.
Allora sono io che mi chiudo dentro una stanza qualche minuto. (Lui non ci andrebbe e farebbe ancora più il pazzo se lo legassi al passeggino o altro). Così me ne sto qualche minuto a respirare dentro la stanza cercando di non sentirlo urlare e sbattere contro la porta.
Quando “sono pronta” riesco, gli sorrido, lo prendo in braccio e lui (anche se dentro è contento) fa ancora un po’ di lagnetta e alla fine si calma.
Immagino con due non si possa fare….. o forse si? 😉
Confesso che a volte l’ho fatto ed effettivamente dovrei farlo più spesso e, soprattutto, prima di arrivare al punto di esasperazione massima… Però non sempre mi riesce!
Diciamo che con due si complica un po’ tutto. Soprattutto quando il triangolo non è ben accetto da tutti i membri…
un abbraccio
Anche io non ho esperienze dirette, spöp indirette. Come figlia maggiore, non ho sofferto di gelosia però è indiscutibile che io avessi ricordi antecedenti e successivi alla nascita di mio fratello, ma di quei primi momenti invece no, come se li avessi rimossi, segno che qualche scombussolamento devono averlo fatto. Mio marito invece è figlio minore e il suo rapporto col fratello era per molto tempo molto violento. Ho visto un vecchio filmato dove si vedeva chiarissima la gelosia del maggiore, nei piccoli gesti…credo quindi che la chiave sia nella personalità del più grande. I loro genitori non riuscirono a trovare il modo di gestirla ma tu di sicuro stai facendo molto! Io credo che il trascorrere tempo di qualità con solo uno dei due, alternando, sia davvero una buona idea per esempio. Coraggio, passerà comunque, prima o poi!
Grazie per l’incoraggiamento!
Sì nel nostro caso quasi sicuramente l’ostacolo maggiore è la personalità del più grande che è possessivo delle altre persone per natura. Lo è con me, con il papà, con i nonni e con gli amici. Gli piacerebbe sempre stare al centro dell’attenzione, ma ovviamente sempre di più si sta scontrando con la realtà…
Anch’io sai ho tantissime foto di loro due insieme in cui si coglie al volo la gelosia del grande. Però negli ultimi tempi ho anche qualche scatto molto bello dove il grande abbraccia il piccolo con tanto trasporto sincero. Spero che in futuro queste prevalgano sempre di più!
la metafora di cui parla Nikol la sento molto potente e vera. E infatti bramo un secondogenito con la stessa forza con cui temo (e comprenderei)la gelosia del primo. Una cosa che mi spaventa è il pensiero che avere una preferenza sia inevitabile e che loro lo sentano (seocndo me sentono tutto!!) e ne soffrano.
odio la parola “normale”, mi fa davvero orrore. Cosa è normale?
Tu sei molto brava a (pre)occuparti. Mi feriscono e turbano i genitori la cui filosofia è un semplice “poi passa”. Già lo sai!
Ti giro il titolo di un libro che mi hanno consigliato:
consiglio questo libro: Intelligenza Emotiva per un Figlio – John Gottman
(Raising An Emotionally Intelligent Child The Heart of Parenting in inglese). L’ho iniziato e poi interrotto per passare alla versione per adulti tanto mi stava illuminando.
Ti abbracio!
Anch’io non amo la parola normale, soprattutto riferita a dei bambini…
E’ vero, per quanto si amino i propri figli in ugual misura, è inevitabile che uno dei due sia più nelle tue corde per qualche motivo. Perché ci vedi un po’ di te dentro o perché è l’opposto che ti attrae. O magari ci sono fasi in cui uno dei due è veramente irresistibile e ti strappa solo sorrisi mentre l’altro ti fa ammattire. Ed è sicuramente vero che loro lo sentano, soprattutto se molto sensibili. Mi piace però pensare che la famiglia è la loro prima palestra di vita per imparare a misurarsi con i piccoli dolori e le frustrazioni. Per essere preparati a quello che li aspetta nella vita.
Prendo nota del libro anche se temo che, per il momento, si andrà solo ad aggiungere alla pila da leggere sul comodino. Tempo tiranno!
un abbraccio
Scusa se m’impiccio ancora (sono sempre la Alice numero 1, quella senza figli), ma mi chiedevo, tu dici che non puoi trovare supporto perchè non ci sono persone (diciamo “terapisti” in senso lato) che parlano italiano.. ma magari fare un tentativo con un bravo specialista in lingua inglese (o altra lingua che parli)? perchè è vero che le parole sono importanti, ma un esperto potrebbe osservare il comportamento dei tuo bambini (dal vivo ma anche supportato dalle foto o dai video) e spiegarti in modo semplice alcune strategie da adottare.. o magari potresti farti accompagnare da un’amica fidata che faccia da interprete.. insomma perchè precludersi questa possibilità? magari anche dei gruppi di auto-aiuto per mamme.. o addirittura (so che molti storcerebbero il naso), potresti contattare un bravo specialista in Italia e chiedergli consulenze via mail o Skype.. si non sarà il massimo della vita.. però tentar non nuoce.. o no?
Non scusarti! Non ti stai impicciando, anzi mi fa piacere che tu abbia voglia di aiutarmi..
Dubito di trovare qualche specialista qui straniero, perlomeno non mi è mai capitato di sapere o leggere niente.
Rivolgermi ad un Thailandese sinceramente mi farebbe strano…è una cultura così diversa dalla nostra che troverei veramente difficile confrontarmi.
Per ora mi sono confrontata con i suoi insegnanti ed un po’ mi è stato d’aiuto. Ho anche reperito recentemente l’e.mail di una persona molto considerata in Italia e, certo, gli scriverò sperando che accetti di darmi almeno qualche consiglio per iscritto.
Grazie ancora!