Chi mi segue da tempo sa che l’Ipad ha rappresentato un grosso problema per mio figlio Carlo Alberto quando lui aveva poco più di 5 anni.
Non sto a ripetervi le motivazioni che avevano portato a quella situazione e che potete leggere qui.
A quel periodo molto brutto era seguito un mese in cui l’Ipad gli era stato completamente tolto. Dopo i primi due terribili giorni, erano seguiti giorni in cui in lui si era risvegliato interesse anche per altre attività ed il suo umore era notevolmente migliorato. Anche se la sua domanda fissa era: “mamma se continuo a comportarmi bene mi fai giocare di nuovo?”. Su consiglio di una persona competente, dopo un mese, ho iniziato di nuovo a permettergli di usarlo per giocare per non accrescere ancora di più in lui il “mito dell’Ipad”. Con il limite di giocare 40 minuti al giorno regolati da un timer da cucina.
Il peggio sembrava passato. Era rimasto il suo oggetto sicuramente più amato ed uno degli argomenti di conversazione preferiti però la situazione era abbastanza gestibile. Anche se nei periodi di vacanze scolastiche il problema tendeva a ripresentarsi perché tante di più erano le ore passate in casa e di conseguenza la tentazione di giocare più a lungo. Essendo poi la gestione dei miei due bimbi insieme piuttosto complicata per i problemi di gelosia del grande, spesso cedevo nel concedergli del tempo in più per avere un po’ di tregua e tranquillità. Puntualmente era poi difficile riportarlo a giocare meno quando iniziava di nuovo la scuola.
Mio malgrado, nel tempo l’Ipad ha rivestito un ruolo sempre più importante nella nostra routine quotidiana, non solo per il momento del gioco, ma diventando un alleato per me per far svolgere i compiti a mio figlio. Prima gli facevo fare la sua sessione di gioco quando tornava a casa da scuola alle 17 per farlo rilassare e staccare un po’, ma poi fargli fare i compiti era una lotta che finiva sempre con pianti e proteste sue e sfinimento mio.
Allora ho deciso che avrebbe giocato con l’Ipad solo dopo aver fatto i compiti e, questo mi ha aiutato tantissimo ad evitare le continue scene di delirio. Se a volte capitava che appena arrivato io fossi impegnata a fare altro e non potessi dargli un’occhiata con i compiti, ed invertivamo quindi i momenti di Ipad e compiti, si finiva puntualmente alla solita tragedia. Sto sempre quindi ben attenta a che questo non accada mai.
Purtroppo però nel tempo l’Ipad ha assunto anche il ruolo di premio e castigo, cosa di cui sono sicuramente responsabile, ma essendo l’unica cosa che realmente importi a Carlo Alberto, l’averlo o meno è spesso l’unica condizione affinché lui si comporti bene.
Questo non mi piace perché mi sembra di attribuire ed avvalorare ancora di più l’importanza di questo dispositivo, ma purtroppo non ho trovato un metodo altrettanto funzionante per ottenere quello che voglio. Anche il sistema inglese dei premi che spesso mi è d’aiuto nella gestione di mio figlio, finisce per averlo come protagonista perché il piccolo premio di fine settimana, scelto da lui, è sempre un gadget o gioco in più da scaricare nell’Ipad. Inutile parlargli e dire che deve alternare un po’ i premi perché puntualmente mi promette che è l’ultima volta, per poi rifarlo ancora e ripetermi che è giusto che il premio lo decida lui.
Il mese scorso, durante la settimana di vacanza di fine trimestre in cui ha giocato di più, l’abbiamo visto di nuovo particolarmente accanito e la preoccupazione è tornata.
Nell’ultima settimana sono poi successi due episodi che mi hanno davvero infastidito.
Il primo, dovuto all’invito della madre del suo migliore amico alla festa della sorellina piccola, affinché il fratello avesse un po’ di compagnia.
Prima di andare mio figlio mi ha pregato di portare con noi l’Ipad perché il suo amico gli aveva chiesto di vedere un gioco che non conosceva.
Io sono assolutamente contraria a portare fuori casa l’Ipad e non avevo mai ceduto. L’ho fatto per la prima volta perché ci teneva particolarmente dato che questa con il compagno belga è la prima amicizia “corrisposta” nella vita di mio figlio e stiamo cercando di farglielo frequentare anche fuori dalla scuola. Ho però detto che avrebbe potuto mostrarglielo solo verso la fine della festa e che prima si sarebbero divertiti come al solito.
Premetto che le feste a casa di questa famiglia prevedono sempre bagno in piscina ed un enorme castello gonfiabile con scivoli lunghissimi, insomma un paradiso per i bimbi dove anche i miei si sono sempre divertiti tantissimo.
Invece, la presenza dentro alla mia borsa dell’Ipad, è stato il pensiero fisso di mio figlio e dell’amichetto per tutto il pomeriggio. Come avevo dichiarato, gliel’ho dato solo verso la fine, ma questo ha significato tanti momenti di contrasto e malumore con lui che mi hanno rovinato la giornata.
Sabato scorso, il secondo episodio, quando i genitori dell’amichetto ci hanno chiesto di andare insieme a mangiare una pizza. Era la prima volta e mio figlio era emozionatissimo e noi felici di vederlo così contento.
Prima di uscire pero’ mi ha chiesto se potevamo prendere l’Ipad che di solito non mi chiede mai perché sa che con me la risposta è sempre negativa. Perché non sopporto di vedere i bambini ai tavoli dei ristoranti con gli occhi fissi sullo schermo che non parlano nemmeno fra loro. Sono rimasta nella mia posizione e, forse per la prima volta, si è lamentato pesantemente sbuffando ed affermando che si sarebbero sicuramente annoiati. Non ho ceduto e gli ho suggerito di prendere un po’ di giochini da tavola che abbiamo. Devo dire che è stato contento ed ha scelto giochi di carte e “Forza 4”.
Giusto il tempo di sedersi al tavolo del ristorante con gli amici che la mamma del compagno ha tirato fuori dalla borsa due Ipad, uno per ogni figlio. Non mi sono sentita di dire niente per la poca confidenza fra noi. La bimba ha visto filmini e giocato sola senza interagire con nessuno per tutta la durata della cena e, mio figlio e l’amico, hanno giocato parlando felici condividendo sedia ed Ipad in perfetta sintonia.
Eravamo in un ristorante in spiaggia a due passi dal mare e loro non sono scesi un solo minuto dalla sedia! Diego si è trovato quindi da solo senza poter interagire con gli altri tre bimbi e, nonostante avesse le sue adorate macchinine sempre sufficienti affinché si intrattenga per ore, ha iniziato a piangiucchiare che voleva l’Ipad anche lui. Dal momento che io non l’avevo e stranamente non riuscivo a tranquillizzarlo, l’altra mamma gli ha aperto un giochino sul suo smartphone e lui è stato felice di poter avere un gioco come gli altri.
Al ritorno della serata ero allucinata. Era successo altre volte che uscissimo a cena con altri bambini e capitasse che qualcuno avesse l’Ipad, ma io o un’altra mamma avevamo sempre chiesto che si usasse per un tempo limitato. Oltretutto il giorno dopo alla serata della pizza, Carlo Alberto era particolarmente intrattabile e continuava a gironzolare intorno all’Ipad anche dopo la fine del suo tempo. Ed ha proseguito per tutta la settimana.
Oggi, per questo, torno a riflettere su questo tema per me molto delicato. Come si fa a capire quando l’Ipad, da strumento istruttivo o di divertimento si sta trasformando in altro? Quando i bambini sviluppano una dipendenza da Ipad e videogiochi
Sì, anche di istruzione bisogna parlare perché sono innegabili anche i meriti che i tablet hanno.
Questi i principali pregi che vengono riconosciuti all’Ipad:
– in un unico strumento si racchiudono le possibilità di vedere un filmato o un cartone, di giocare, di disegnare, di imparare a leggere, scrivere e tante altre cose attraverso le tante apps educative spesso gratuite che è possibile scaricare. Rende quindi superfluo acquistare videogiochi, computer e altri dispositivi tecnologici.
– vedere un cartone su internet tramite I.pad evita, rispetto alla TV, che il bambino venga sottoposto continuamente alla pubblicità.
– diversamente da altri mezzi, i genitori possono scegliere cosa far vedere al proprio figlio e quali giochi scaricare.
– si impara divertendosi. Il bambino è più stimolato ad apprendere invogliato da apps colorate, divertenti e sonore.
– accelera molto il processo di apprendimento. Un esperimento condotto in Etiopia in cui a bambini assolutamente analfabeti sono stati dati degli Ipad da utilizzare, ha evidenziato come, senza avere avuto nessuna nozione, questi abbiano imparato subito ad usarlo ed abbiano appreso a leggere ed una nuova lingua in tempi molto più rapidi del normale.
– sempre a proposito di apprendimento, il suo uso si sta rivelando efficace con i bambini autistici. Navigando per la rete ho trovato questo articolo molto interessante scritto da una madre di bimbo autistico dove consiglia le applicazioni che più sono state utili a suo figlio per sviluppare comunicazione, apprendimento ed espressione.
– è utile ai più grandicelli per raggiungere qualsiasi tipo di informazione per le ricerche scolastiche andando a sostituire quella che era per noi la vecchia enciclopedia.
– nella sua funzione di e.Reader sostituisce i libri con in più il grande vantaggio per i bimbi che, spesso, i racconti sono interattivi e quindi più interessanti e stimolanti.
Questi i lati positivi, nel prossimo post vedremo i lati negativi dell’uso dell’Ipad e come salvaguardare al meglio i nostri bimbi.
20 thoughts on “Quando i bambini sviluppano una dipendenza da Ipad e videogiochi? – parte 1”
rimango sempre affascinata dalla tua lucidità educativa nel considerare ogni sfumatura. Io e mio marito non abbiamo uno smart phone e condividiamo un Ipad mini. L’attrazione per le bambine è stata immediata e devo dire che mi ha un pò allarmato. Soprattutto la mia quasi tre-enne a volte è un pò insistente. per questo da subito ho limitato al minimo l’uso e solo per certe cose e circostanze. direi che lo usano sí e no una volta ogni 10 giorni. È vero che ci sono vantaggi nell’apprendimento e io l’ho sperimentato con la grande. ma non credo che gli stessi risultati che si raggiungono più in fretta con l’Ipad non possano essere raggiunti comunque, anche se un pò più tardi. sono curiosa di sapere il seguito!
Io ho lo smartphone solo da qualche mese, ma senza giochi installati perché non voglio che quando siamo fuori possano avere anche questa possibilità. Idem mio marito. Avendo il telefono sempre con noi quando siamo fuori, sono sicura che per lui sarebbe un pensiero costante. Lo osservo e vedo che anche a casa gli basta passare davanti al mio Ipad per sentire la voglia di toccarlo. Il mio bimbo piccolo di 3 anni ne è meno attratto in generale, ma se lo vede sempre in mano a suo fratello o in giro per casa tende a cercarlo anche lui. Comunque se glielo dai così limitato nel tempo, non credo avrai problemi. Sono poi perfettamente d’accordo con te che non sia così necessario accelerare il processo di apprendimento. Già i nostri bimbi sono rapidissimi nell’imparare anche solo rispetto alla nostra generazione. Spingerli ad esserlo ancora di più vuol dire togliergli tempo prezioso da dedicare solo ed esclusivamente al gioco. Intendo ovviamente gioco alla vecchia maniera, senza bisogno della tecnologia!
Grazie…
Ciao Federica, ho letto con tantissimo interesse il tuo post proprio perche’ abbiamo gia’ sotto il letto i tablet per i nostri figli come regalo di natale. Mia marito li sta sistemando uno ad uno per installarci app che siano adatti alle 3 diverse eta’. Leggo il tuo post e mi chiedo se abbiamo fatto la scelta giusta! Sono molto combattuta. Noi non abbiamo mai avuto un ipad in casa, solo da qualche mese io e mio marito abbiamo lo smartphone ma senza giochi installati per cui i bambini, a parte scattarci qualche foto e fare qualche video (per altro divertentissimi) non lo usano per niente. Hanno tre eta’ diverse, hanno passioni diverse e credo sia giusto che ognuno abbia il suo, per non innescare poi litigate assurde e vederli attaccati ore per aspettare il proprio turno, come succede ogni tanto davanti a qualche gioco sul sito lego nel pc.
Leggerti mi ha fatto bene, sicuramente mi aiutera’ nell’impostare delle regole, una routine legata al tablet. Aspetto con ansia la seconda parte! e’ sempre un piacere leggerti anche se ultimamente mi sono persa un po’ di post perche’ il tempo non mi basta mai! un abbraccio
Vedrai che per loro sarà amore a prima vista. Il fatto che ne abbiano uno personale se da una parte aiuta ad evitare litigi dall’altra può essere un problema. Mio figlio non ne ha uno suo, ma usa il mio. Questo un po ‘ mi aiuta nei momenti di contrasto forte in cui lui è molto oppositivo perché posso dire l’ipad è mio e io posso decidere se tu puoi usarlo. Di solito basta a zittirlo perché ha paura che poi non glielo dia. Non allarmarti però perché oltre che dal farne un uso intelligente e moderato, dipende anche tanto dall’atteggiamento del bambino e dal suo temperamento. C’è il bambino per il quale rimane un bel gioco ed il bambino che invece si fa coinvolgere totalmente. La cosa più importante è comunque stabilire un tempo massimo e cercare di rispettarlo sempre. Vedrai quante belle applicazioni anche per l’inglese!
davvero molto interessante questo post! qui in svezia so che l’ipad è usato pure all’asilo. Il figlio treenne di amici, se una sera giocava più a lungo del solito con il tablet, faceva fatica ad addormentarsi e al mattino dopo la sua prima parola al risveglio era “Ipad!”. Questa cosa un poco mi inquieta, ma non vorrei nemmeno optare per il totale divieto, come altri amici hanno fatto. Attendo con ansia la parte seconda!
Il divieto totale credo che regga solo finché i bimbi non hanno contatti con l’Ipad. Quando se lo ritrovano a scuola o in mano agli amici, o non lo si ha proprio in casa, o si rischia veramente di fargli aumentare il desiderio a dismisura. Finché abbiamo avuto solo pc a casa non abbiamo mai avuto problemi. Dopo che invece mio marito ha acquistato l’Ipad, l’interesse per questo mondo è stato quasi immediato.
Ciao Mamma in Oriente! Grazie per questo post…il nostro bimbo di 6 anni sta per avere un tablet per Natale. Anche noi ci siamo fatti mille domande e, tutt’oggi ho mille dubbi. A scuola hanno un iPad a testa e lo usano per mille cose. Io ne ho uno e, se devo essere sincera, per ora, ma solo per ora, Simone non me lo ha mai chiesto insistentemente tutti i giorni. So che quando avrà il suo sarà diverso. E lui sa che un pochino dovrà condividerlo con la sorellina di 3 anni. Trovo importante il dialogo e le regole. Dialogo con lui, con mio marito, ma non solo. Anche con altre mamme che come noi stanno affrontando il problema della tecnologia. Tecnologia che da una parte è di grande aiuto e dall’altra parte può farti sprofondare. L’equilibrio è davvero delicato e difficile. Leggo molto volentieri altri mille esempi sulla questione per aiutarmi a gestire la cosa in futuro. Proibirgli del tutto l’uso del tablet mi sembra di tagliarlo fuori dal mondo che, come ti dicevo, anche a scuola, ne è pieno. Noi, come genitori, ce la metteremo tutta a cercare di tirare fuori il meglio. Sbaglieremo spesso, lo so, per stanchezza, ma cercheremo di ricominciare ogni volta con tanta pazienza. Tu scrivi ancora e manteniamo un canale aperto tra noi mamme! 🙂 Grazie…
Grazie a te del tuo commento Miriam!
Anch’io credo che non sia possibile tenere i nostri bimbi lontano dalla tecnologia, perché vorrebbe dire tenerli fuori dal mondo in cui stanno vivendo e con cui, prima o poi, si dovranno confrontare. Meglio quindi cercare di aiutarli a vivere al meglio il rapporto con la tecnologia. Il segreto sta proprio nel trovare l’equilibrio di cui parli, cosa per niente facile.
Credo anch’io che avendone uno tutto per sé, d’ora in avanti la gestione sarà un po’ più complessa. Il mio consiglio è di partire subito con regole ben chiare e definite, soprattutto nei primi giorni quando, a casa da scuola, avranno molto tempo a disposizione. Come ho scritto nell’articolo, per noi i giorni di vacanza sono quelli più delicati.
Se scrivo post su questi argomenti, oltre che per esserne informata io per prima, è proprio per confrontarmi con le altre mamme e conoscere altre esperienze! Ogni consiglio è benvenuto.
A presto!
Articolo molto interessante. Anche mia figlia di 5 anni vorrebbe l’ipad ed è un fulmine con quello dei nonni, Io stessa a volte mi auto limito con il mio smartphone perché sono sempre lì attaccata a chattare pure per strada! È una novità per tutti e dobbiamo ancora trovare un equilibrio. Stai facendo un ottimo lavoro. aspetto i contro 😉
Io non ho mai avuto interesse ad avere lo Smartphone ed i primi mesi ho continuato ad usarlo solo per telefonare e mandare sms. Poi dal momento che ci ho scaricato whatsapp e facebook, è cambiato tutto ed anch’io mi rendo conto di averlo ormai in mano troppo spesso. Soprattutto quando sono in casa costituendo quindi un pessimo esempio per i bimbi. L’equilibrio infatti come dici tu, lo dobbiamo trovare noi adulti per primi…
Da qualche settimana mi pongo la stessa domanda: quando l’Ipad diventa una vera ossessione?
I miei figli lo usano a scuola, nel regolamento era ben scritto niente giochi. I primi due mesi tutto e filato liscio poi entrambi hanno iniziato a chiedermi di scaricare giochi perché tutti i loro amici li avevano a scuola. Da qui è nata l’ossessione per questo aggeggio. Me lo chiedevano ogni istante.
Ora ci ho messo un freno, mi costa tanta fatica xché essendo sola devo fare lavoro doppio ma vederli giocare con un puzzle o il gioco dell’oca appena ricevuto per il compleanno mi fa capire che l’Ipad era solo un vizio, una brutta abitudine presa e copiata dagli amichetti di scuola.
Ti capisco Drusilla perchè spesso anche per me il momento Ipad corrisponde ad un momento di pace in casa. Solo che, come hai subito sperimentato, è veramente difficile per loro usarlo senza venire “ammaliati”dall’infinità di giochi possibili. Oggi ho pubblicato la seconda parte di questo argomento e, come potrai leggere, le conseguenze possono essere davvero pesanti. Si tratta, come in molto aspetti della vita, di riuscire a mantenere la salutare via di mezzo. Peccato che non sia affatto facile…
Ora vado a leggermi subito la tua seconda parte. Purtroppo mantenere la via di mezzo è veramente complicato, ma dobbiamo tenere duro ed uscirne vincitrici. Questo sicuramente gioverà anche ai nostri cari figli!
Sì in questo caso noi mamme non dobbiamo proprio mollare!
Bell’articolo, mi ci ritrovo… Sapete se esiste un app. che blocchi il funzionamento dell’ipad dopo un certo periodo? Ad esempio un’ ora?
Grazie.
Sinceramente non ho mai sentito parlare di niente del genere. ..
Sei una mamma molto coraggiosa, autocritica, sensibile ed attenta. Grazie per la condivisione di questa tua esperienza e grazie anche alle mamme intervenute nei commenti. Ogni vostro contributo è un motivo in più di riflessione per me, riguardo questo delicato tema. Noi non abbiamo tv in casa e solo mio marito ha smart phone, che usa solo lui. Ma da quasi un anno abbiamo un tablet che usiamo solo in casa per collegarci in internet ed io, in particolare, per postare foto su instagram. I nostri figli, di sei e tre anni, cominciano ad essere molto interessati, e a volte permettiamo loro di usare il dispositivo per guardare cartoni su you tube, i video che abbiamo girato insieme o per fare qualche giochino dalle due-tre app scaricate. Non abbiamo stilato ancora delle regole di utilizzo, perché usano il tablet davvero sporadicamente e, al momento, non protestano troppo se diciamo loro basta. Ma temo che col tempo dovremo organizzarci bene sul da farsi, soprattutto perché a settembre Attilio andrà in prima elementare e si troverà a confrontarsi con amichetti quasi tutti ipertecnologizzati. 🙁
Concordo pienamente sul fatto che i primi a rigar dritti dobbiamo essere noi genitori: a volte mi rendo conto di essere troppo focalizzata su fb ed instagram, quasi fosse un dovere imprescindibile aggiornare le lettrici e followers del mio blog su quello che sto facendo o pensando. Sono io la prima a peccare di troppa dipendenza dalla tecnologia che tanto temo e che spesso detesto. Ho fatto un bel periodo di disintossicazione dal pc negli ultimi 3 mesi, per concentrarmi al massimo sull’arrivo della nostra terza bambina, nata il 5 febbraio, ma adesso sto tornando ad aggiornare il blog e a seguire quelli che amo (fra i quali il tuo!). Mi sono imposta, però, di tenere un ritmo meno serrato, di stare davanti allo schermo solo quando i bimbi non sono in casa o quando dormono. E’ tanto difficile destreggiarsi in questo strano mondo, per me nuovo ed affascinante, ma anche pieno di insidie per i nostri piccoli. Spero di avere sempre la tenacia, la saggezza e la coerenza indispensabili per gestire in maniera sana la situazione “tecnologia”.
Grazie ancora per la condivisione del tuo vissuto.
Valentina
Post molto interessante. Onestamente mi sembra allucinante regalare un tablet personale a bimbi di 6 anni, ma ignoravo che potessero svilupparsi delle dipendenze così forti, che tuttavia non fatico affatto a credere possibili. A casa nostra abbiamo due smartphone aziendali, e non ci sogniamo minimamente di farli usare ai bambini x giocare, né per guardare cartoni di youtube. I cartoni li guardano alla TV, o con un DVD; solo in montagna, dove i canali TV per bimbi non ci sono, vedono cartoni di youtube dal PC collegato allo schermo delle TV (quindi, guardano la TV, non vogliamo che prendano l’abitudine di guardare sul portatile). IPAD non ne abbiamo proprio perché non ci servono, così evitiamo il problema alla radice. Certo che a scuola vedranno altri bimbi con gli IPAD, o certe volte li useranno per delle lezioni (vanno ancora tutti e 3 all’asilo, il grande inizierà le elementari a settembre), non voglio fare oscurantismo anche perché prima o poi le cose le conosceranno, ma questo non significa che, per osmosi, tutto debba essere trasportato a casa. Ai miei tempi i miei genitori non vollero comprare il videoregistratore, io e mia sorella sapevamo benissimo dell’esistenza di quell’oggetto, vedevamo qualche videocassetta a casa di amici quando capitava, ma a casa nostra guardavamo la TV, e se non si poteva, amen, non si registrava nulla, non si rivedeva nulla, nada de nada. Ma non siamo morte. E non siamo nemmeno cresciute come delle disadattate aliene alla tecnologia (io ho studiato poi ingegneria elettronica…).
Mi sembra che a volte ci preoccupiamo troppo…i bambini devono fare i bambini, gli adolescenti devono fare gli adolescenti, e i genitori devono fare i genitori…se una cosa non è adatta a 5 o 6 anni, non la si fa fare, costi quel che costi, e i bambini si adattano, oserei dire senza discutere troppo :o)
Baci,
Anna
all’open day della scuola elementare le insegnanti ci hanno espressamente detto: non regalate ai vostri figli cellulari e tablet perchè non gli state facendo un regalo ma gli state rendendo la vita più difficile. Bisogna sempre tenere presente che i bambini fanno quello che facciamo noi, la dipendenza dai dispositivi (perchè in certi termini che sono stati descritti stiamo parlando di una dipendenza) non deriva dal nulla ma deriva dal fatto che questi poveretti ci vedono sempre col telefono in mano a qualsiasi ora e in qualsiasi momento (penso a quelli che lo usano a tavola). Noi che a casa al posto di cellulari e tablet abbiamo LIBRI e al posto della televisione abbiamo musica e radio, posso assicurarvi che mia figlia di quasi 6 anni non ha mai voluto nè telefono nè tablet e manco li cerca per passare il tempo. Sono strumenti che per essere utilizzati necessitano di una maturità che un bambino delle scuole elementari non potrà mai avere. Sono persone che non conoscono ancora sè stesse, nè hanno consapevolezza di cosa voglia dire una vera relazione con il prossimo, gestire le proprie emozioni, imparare a gestire il conflitto con gli altri (e non nascondendosi dietro sms). Per non parlare poi dell’importanza delle attività manuali. Arrivano bambini alle scuole elementari che non sanno usare una forbice, non sono capaci di incollare un ritaglio di carta, non sono capaci di prendere al volo una palla…ci vogliamo rendere conto? crescere figli è un grandissimo sbattimento, bisogna dargli attenzioni, bisogna farli giocare, bisogna inventarsi mille cose. Certo che è più facile piazzargli il telefono in mano al ristorante, certo che si fà più fatica se invece di un gioco sul computer gli diamo in mano acqua e farina e gli facciamo fare la pizza…ma se non abbiamo voglia di fare ‘ste fatiche…ma perchè facciamo figli? lasciamo perdere, se dobbiamo abbandonarli davanti a un pc.
Ciao Simona e benvenuta qui! Grazie per questo lungo ed interessante commento. Se ci si riesce sicuramente la via che indichi tu è la migliore, ma non è sempre facile tenere i bimbi lontani da questi device che fanno ormai parte del nostro quotidiano. Per esempio l’approccio di mio figlio al tablet è avvenuto in una circostanza ben precisa: un ricovero ospedaliero in Thailandia dove sia io che lui ci eravamo ammalati di Dengue ed abbiamo passato 8gg immobili in un letto. Il tablet in quell’occasione è stata una benedizione così come nella degenza a casa perché ero anch’io fuori uso. Dopo purtroppo è stato difficile eliminarlo definitivamente, anche se l’ho fatto per un mese per riportare tutto alla normalità perché lui ci si era attaccato parecchio. Credo che una volta che ne entrano in contatto più che il probizionismo, che rischia di incattivirli, la via migliore sia la moderazione nel tempo che passano con i videogiochi e, soprattutto, far sì che nel loro quotidiano ci siano tante alternative: sport, tempo con gli amici, gioco all’aria aperta. Sono assolutamente d’accordo con te che non si può dare ai tablet il ruolo della baby sitter per non essere disturbati dai figli!