Questa settimana sono in ritardassimo con il consueto appuntamento con i post che più mi sono piaciuti dai Blog Italiani nel Mondo. Sono tanti, eccoli in ordine di uscita:
♣ “Andata e ritorno, comunque vada” del blog “Dalle stelle alle stalle”
L’autrice ed il suo compagno sono arrivati in Italia dopo un anno di vita in Australia passato a lavorare e viaggiare. In questo post da leggere tutto d’un fiato, Emy ci racconta il loro intensissimo anno lì: le gioie, le conquiste, le difficoltà, le persone incontrate, le sensazioni, le lacrime, le risate, il senso di libertà. Scrive:
“Centinaia di alberi piantati sotto il sole a picco, la gioia di farlo con un paio di occhiali scuri e una congiuntivite che non ti da` tregua. Allontanarsi quel tanto che basta per osservarli con orgoglio tutti belli ordinati, consapevole di aver lasciato un segno seppur piccolo e insignificante in questo mondo. Il primo viaggio in macchina, tutto perfettamente stipato sul retro ed esclamare ”la nostra vita e` tutta qui dentro, in queste poche cose”, sentirsi liberi, felici e invincibili. Leggeri.”
♣ “730 giorni, e sentirli tutti” del blog “Flying Swallow” da Londra
Un bellissimo post in cui l’autrice fa un bilancio del suo primo anno londinese. Soprattutto di quanto ha compreso e imparato sulla pelle. Della vita, di sé stessa e degli altri, vicini e lontani che, se ti hanno abbandonato, è perché non volevano con la stessa intensità. Scrive:
“Ho capito che non ci si deve per forza adattare, ma lo si può fare alle proprie condizioni. Che la libertà sta nel non avere pesi sul cuore e compromessi sulle nostre coscienze. È qualcosa che non va dimostrata agli altri, ma è necessario sentirla dentro, come l’unica voce che ci parla, come un vento che non si arresta mai.”
♣ “Io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole” del blog “Such an amount of worse for you” dalla Svezia
Un viaggio nei ricordi dell’autrice, nelle case dell’infanzia in cui il tempo veniva scandito dalla frutta di stagione. Frutta e rituali che non ci sono nelle stagioni svedesi, ma che basta vedere un albicocca sbiadita e si viene investiti dai ricordi. Ostinarsi felicemente a fare quei piccoli gesti che ti apparteranno sempre ovunque tu sia. Scrive:
“Qui le angurie arrivano da lontano, sono piccoline se no nessuno le comprerebbe, sanno d’acqua e nessuno mi offre baldanzoso di tagliarne un piccolo cuneo. Lo stesso mi trovo ad auscultare battendo col pugno, l’orecchio incollato alla scorza come un indiano alla terra, per sentire quel rumore particolare che ho imparato da bambina e che pure non so raccontare, quel rumore che promette zucchero e gioia. Gli altri clienti mi guardano incuriositi, e lo so, e non mi importa.”
♣ “Pensieri in volo, inafferrabili e confusi” del blog “Giordana Querceto” dalla Germania
L’autrice è alle ultime settimane di gravidanza e si ferma a pensare in un pomeriggio estivo. Pensa a quello che era prima di essere madre, a quanto è cambiata dopo e a quello che le è costato sentire una seconda volta la vita dentro di sé. Si chiede come sarà poi e se tutti i modi in cui è stata conviveranno dentro di lei. Scrive:
“E cosi mi vivo questo miscuglio di ormoni e sensazioni, emozioni e lacrime, sollevo quella parte di me persa negli ultimi 3 anni, appoggio quella parte di me nata in questa gravidanza, spesa a fare stelline di stoffa e mi domando come stará quella parte di me che c´era quando non ero madre. Se ritornerá, o no. Anche se in modo diverso.”
♣ “Un’estate…non…al mare!” del blog “Un’Alessandrina in America” dagli Stati Uniti
Un bel post in cui l’autrice ci racconta la sua prima estate senza tornare in Italia. Un post di malinconia per la consapevolezza che, dopo tanti anni all’estero, tanti affetti non camminano più con lei, solo perché hanno deciso di non farlo più. Capisce che sempre di più casa è quella americana ed è giusto continuare a costruire lì i ricordi. Scrive:
“Tutto questo mi sta facendo capire come forse, invece del guardare al passato , sia utile tessere i legami per il futuro.
Questa estate a Milwaukee, senza mare, senza gli amici di sempre, si sta rivelando un momento in cui costruire ricordi nuovi da tramandare, cioe` invece di voltarmi indietro a quello che e` stato, guardare avanti a quello che sarà`.”
♣ “Lisbona. Una città da leggere” del blog “Il frutto della passione” dal Brasile
Un bellissimo itinerario di viaggio fra le vie di Lisbona. Città che è solo la prima tappa di un lungo peregrinare per l’Europa. Prima del racconto vero e proprio c’è una bellissima introduzione che ci racconta di come i ricordi, accumulati in ogni luogo, ad un certo punto, diventano troppi e siamo costretti a riporli in qualche luogo della nostra mente che diventa il bagaglio che li contiene. Scrive l’autrice:
“Ce lo trasciniamo dietro senza mai smettere di riempirlo, come se non ci fosse un fondo, né una fine. Come se non esistesse destinazione. Fino a quando diventa impossibile continuare a tenerlo con noi e siamo costretti a mettere qualche memoria da parte, in una scatola o magari in un baule, nascosto nella soffitta dell’anima. Mettere via, senza buttare mai niente. Nessun ricordo si può cancellare. Al limite dimenticare, consapevoli di poterlo ritrovare in qualunque momento. “
♣ “Goodbye” del blog “Still words” dagli Stati Uniti
L’autrice, con la sua famiglia, sta per chiudere il capitolo americano della sua vita per tornare in Italia. Ci racconta le sue sensazioni nello svuotare delle sue cose la casa che li ha accolti per tre anni e che ha visto nascere letteralmente suo figlio perché fra perchélle mura è venuto alla luce. Scrive:
“Non so da dove cominciare. Una sensazione nuova per chi, come me, scriverebbe una pagina per ogni battito di ciglia. Questa pagina però chiude un capitolo e dunque merita più di un battito di ciglia.
C’è un intero sguardo, dietro questa pagina. Uno di quegli sguardi che rivolgi a chi ami, di quelli che solo un bellissimo tramonto cattura, di quelli che amano soffermarsi sui riflessi nelle gocce di pioggia sulla finestra.”
♣ “Coltivazione intensiva di salici” del blog “Una valigia per tre” dall’Olanda
In questo articolo l’autrice paragona i figli di chi vive all’estero a dei salici piangenti a cui noi genitori chiediamo molto sradicandoli dalle loro vite ma che, proprio come i salici, si piegano nelle difficoltà, ma non si spezzano mai risultando più forti del vento. Scrive:
“Che tu sia sempre capace di trovare il tuo posto nel mondo bestiolina mia, a prescindere da dove tira il vento, a prescindere da quanto ti verra’ chiesto di piegarti per passare tra gli ostacoli, che tanto con quello sguardo li’ chi ti ferma a te.”
Per oggi ho finito, buona lettura!
Questa rubrica si prende una pausa vacanziera perché mi aspettano giorni senza connessione che mi impediranno anche di leggere gli altri blog. Che leggerò però puntualmente al mio ritorno per cui la mia selezione del meglio dai Blog Italiani nel Mondo arriverà solamente in ritardo.
4 thoughts on “Top Post dal mondo expat #27.7.15”
Grazie ♡ Se tutto va bene a dicembre riparto e…non vedo l’oraaaaaaa!
Che bella notizia!
Ti auguro che tu riesca a partire
ormai ci siamo! ci s i a m o!!! :’)
Davvero?? Dove? Aspetto di leggerti sul blog 🙂