Eccoci arrivati all’ultimo appuntamento dell’anno con la mia selezione dei post più belli dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
♣ “Quando le parole sono sassi” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice scrive un post molto sentito e quasi si riesce a percepire il suo dolore ed il suo rammarico nello scriverlo. Ci parla di come, troppo spesso, reagiscono le persone che rimangono a casa, i familiari in particolare, alla notizia che i propri cari si stanno trasferendo all’estero. Si rivolge a chi non lo accetta e fa di tutto per farli sentire in colpa, senza pensare a quanto pesi, a chi va via, sentire il loro rancore. Scrive:
“Sappiamo di avervi fatto un torto andando via, di avervi ferito e di aver scelto di farlo, seppure con le migliori intenzioni.
Ma non ci meritiamo questo.
Né di vivere la distanza aggiungendocene un paio di cucchiaiate in più dopo ogni telefonata.
Vittime di una distanza che diventa incolmabile.
E finire con il perderci mentre siamo impegnati a vivere.”
♣ “Un giardino, un albero, una barca a vela” del blog “Instamamme” dall’Australia
Un bel post che ci descrive quell’eterno legame che hanno le persone che vivono all’estero con la propria nazione d’origine. Che è maggiore più sono solide le nostre radici ed immerse nella nostra cultura d’appartenenza. Che non ci impediscono però, pur provando una forte nostalgia, di amare la terra d’adozione perché in fondo se le radici sono solide dentro di noi, ci si può sentire a casa ovunque. Scrive:
“Ma in questi quattro anni mi sono resa conto che “CASA” è dove siamo noi e può essere dovunque. Perchè noi “SIAMO“. Abbiamo dentro tutto ciò che ci ha formato negli anni: le nostre radici. Sono proprio queste radici che ci hanno regalato ali forti a sufficienza per volare via lontano.”
♣ “Resilienza e coraggio. Attacco alla Lindt di Sidney, un anno dopo” dal blog “Diario dal mondo” dall’Australia
L’autrice ricorda l’attacco terroristico di Sidney un anno prima e lo fa andando a prendere un caffè con un’amica proprio dove è avvenuto. Si stupisce nel vedere ancora lì uno dei camerieri sopravvissuti quel giorno e si dice che se non ha paura lui, non deve averne nemmeno lei. Scrive:
“Invece di tenersi lontano da questo posto di morte, invece che lasciare un lavoro che amava, invece che evitare di guardare in faccia quello che gli è successo, Joel e i clienti che ogni giorno entrano nella Lindt (così come tutti i lavoratori che ogni giorno prendono la metro o l’aereo, o che vanno a vedere una partita di calcio o un concerto, nonostante gli attentati che hanno colpito questi luoghi) hanno deciso di optare per il coraggio. Il coraggio di decidere che la vita va avanti lo stesso, che il male non può prevalere sul bene, e che il presente e il futuro di noi tutti non può e non deve essere condizionato dalla paura del passato.”
♣ “Sei come quella cicatrice al ginocchio” del blog “La scatola di cartone” da Londra
L’autrice paragona una persona che l’ha fatta soffrire ad una cicatrice persistente, che si farà sentire ad ogni cambio del tempo, che continuerà a farle del male e farle provare paura di sbagliare. Ma alla fine riuscita a “sentirla” meno. Scrive:
“Ma così come pungerai riuscirò anche a dimenticarmi di te,
e a ogni risposta gentile un pezzetto di cuore riprenderà il suo posto, quello che divenne schegge di vetro quando decidesti di calpestarlo.”
♣ “Ci si affeziona” dal blog “Bellezza rara” dal Lussemburgo
L’autrice, che vive all’estero da pochi mesi, ci racconta come le capiti di essersi affezionata alle piccole cose quotidiane, alle persone che incontra o ai punti di riferimento quando si muove per strade sempre più famigliari. E di come le viva con continuo stupore. Scrive:
“Mi hanno detto che all’inizio è tutto bello. Che hai l’adrenalina del cambiamento, e che poi, dopo un po’, arriva il down, e allora la nostalgia diventa tristezza e voglia di scappare.
Io non so se succederà anche a me, forse sì, chissà. So che per ora sto sperimentando questa cosa nuova, questo affezionarmi alle cose più piccine, che poi forse è ciò che aiuta a vivere sereni, un passo dopo l’altro.”
Per oggi ho finito, buona lettura! Ci si risente nel 2016!!