Eccoci ad un nuovo appuntamento del lunedì con la mia selezione dei post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
♣ “Nella sala ritiro bagagli la valigia più pesante è nel mio cuore” dal blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice torna in Italia per la prima volta dopo che è morto il padre mentre lei si trovava a migliaia di chilometri di distanza. Mentre vola non può fare a meno di sentire il cuore pesante perché, anche se era riuscita a salutarlo nel suo ultimo rientro quando le condizioni erano già compromesse, non può far a mano di pensare che la sua elaborazione del lutto inizierà quando non lo troverà in aeroporto ad aspettarla. Scrive:
“Mi si è spezzato il cuore mentre gli facevo l’ultima valigia, col vestito e la cravatta belli che aveva il giorno del mio matrimonio, ma nonostante tutto sono partita ancora con la piccola speranza che un qualche miracolo sarebbe potuto succedere, prima dell’ultimo respiro, perché lui era buono e se lo sarebbe meritato.”
♣ “Viaggi di membra e di cuore” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
Un post molto bello in cui l’autrice ci parla dei viaggi, sia quelli fisici che quelli della mente che a lei piace fare da sempre leggendo e scrivendo a sua volta. E di quelli più grandi e reali come i suoi espatri itineranti al seguito del marito che le hanno fatto lasciare la sua Sardegna, ma anche ritrovare sé stessa. Scrive
“Viaggiare, pertanto, è un po’ vivere. Nella mia vita il viaggio è una costante, in cui luoghi fisici e fantastici si intersecano fra aerei, treni, libri da leggere e da scrivere. L’intreccio fra le varie accezioni del termine si fa ogni giorno più fitto, come il ricamo degli scialli del costume delle donne della mia Isola.”
♣ “Dal Lussemburgo: Valentina” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice è tornata a Torino per le vacanza natalizie dal Lussemburgo, dove è andata a vivere da qualche mese e si sente affascinata dalla sua città e coinvolta emotivamente dai tanti ricordi di vita nascosti ad ogni angolo. Perché lì sono ben salde le sue radici. Ne prova già nostalgia ancora prima di partire di nuovo, ma poi è felice anche di varcare la soglia di quella che da qualche mese è la sua nuova casa. Scrive:
“E ho pensato che in fondo è proprio grazie a quella linfa che oggi sono felice di vivere in un altro posto. E mi sono detta che non è questione di partire o restare. Il punto fondamentale è avere quelle radici, e quella linfa, e avere la forza per spiccare il volo e andare ovunque nel mondo.”
♣ “Rientri e ricordi…” del blog “C’est la vie” dall’Olanda
L’autrice è appena rientrata dalle vacanze italiane dove ha ritrovato gli affetti ed il padre che non vedeva da un anno. Pur essendo convinta del suo espatrio, partire è sempre un po’ difficile, ma adesso è ora di continuare a seguire il suo percorso. Scrive:
“Ripenso agli ultimi dieci giorni in cui ho respirato e vissuto famiglia, giocato con i miei nipoti e stritolato di abbracci le amiche di sempre quelle che ” lontano dagli occhi i cuori restano saldamente incollati “.
Forse ora questa lacrima posso lasciarla andare, ma solo una, piena di amore, quello che scaturisce dalla gioia di trovare invariato il legame delle mie vere radici, le radici del cuore.”
♣ “5 motivi per cui la vita da expat non fa per me” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
Un post molto lucido e sincero in cui l’autrice analizza il perché, nonostante lei sia expat abbastanza convinta da anni, analizzando per bene le cose lei non si senta del tutto portata per questa vita errante. Scrive:
“I figli. Ci piace pensare che stiamo dando una grande opportunità ai nostri figli. E di certo in parte è così. Ma ci son dei giorni, e pure delle notti, in cui mi chiedo: ma davvero è così? Certo la possibilità di crescere bilingui, conoscere realtà diverse, la flessibilità e le esperienze sono un dono. Ma anche l’allontanarli dagli amici e dai legami familiari. Lo stress e le sfide a cui li sottoponiamo.”
♣ “Il figlio” del blog “Rachele racconta” dalla Germania
Un piccolo post di tenerezza in cui l’autrice ci descrive due persone che ha osservato mentre si trovava in fila in una sanitaria. Si tratta di un’anziana signora accompagnata da suo figlio, anch’esso abbastanza avanti con l’età che però, quando interagisce con lei, si mostra giovane ed energico. Per poi tornare ad essere quello che è appena lei non lo può vedere. Scrive:
“E rivedo mio padre, quando guardava sua madre con gli occhi che tradivano una tenerezza infinita per quella donna che lo aveva cresciuto.
E vedo me, fra una cinquantina di anni, solcata da una ragnatela di rughe. E qualcuno dei miei figli, forse, se sapranno amarmi abbastanza.”
Con oggi ho finito, buona lettura!