Eccomi al consueto appuntamento con la mia selezione dei post più belli della settimana scorsa dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“Ti ringrazio mamma…” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dall’Austria
Una lettera di ringraziamento dell’autrice a sua madre. Per come l’ha cresciuta e per come è stata capace di gioire per lei anche quando significava vederla volare lontano. Scrive:
“proprio per questo, mamma,ti ringrazio immensamente per aver ballato e pianto di gioia con me quando è arrivata quella chiamata…
la chiamata che preparava la mia partenza…[…]
hai dimostrato in quel momento che la mia felicità per te è la cosa più importante, più importante della distanza, più importante del dolore del non avermi accanto…”
“Un mese da Pyonyang” del blog “Bighi in Shanghai” dalla Cina
A distanza di un mese, l’autrice ci descrive il suo viaggio nella zona demilitarizzata fra Cina e Corea del Sud. Un racconto poetico di un luogo che risveglia sensazioni particolari e fa tornare indietro alle emozioni delle gite adolescenziali, pur nella serietà della meta. Scrive:
“E di quel viaggio mi resta il ricordo di un mucchio di risate, di un pulmino sgangherato, di mani tese a salutare, di cibo in ciotole dorate, di donne che sembrano danzare nei vestiti colorati, di biciclette nella nebbia, di canzoni a squarciagola, di un vento freddo sulle montagne, di notti buie senza stelle, di sonni scomodi e brevi, di un’atmosfera da gita delle medie, piena di elettricità, di noi che stiamo insieme senza telefono, senza email, senza connessione e per questo davvero uniti, vicini, veri, vivi di una vita immediata, entusiasta, senza filtri, come eravamo quando avevamo quindici anni.”
“L’arroganza dell’immigrata in oggetto” del blog “Sogno australiano” dalla Scozia
L’autrice si sente particolarmente orgogliosa di quello che lei e suo marito hanno affrontato finora per togliersi dalla situazione di stallo che stavano vivendo in Italia prima di partire per l’estero. E non può fare a meno di paragonarsi a quelli che si lamentano sempre, ma non fanno nulla perché le cose cambino. Scrive:
“E c’e’ anche quell’orgoglio di non aver lasciato l’Italia per seguire mio marito, forse il contrario.
Siamo stati braccio destro e braccio sinistro nel costruire quello che abbiamo.
Mi rende felice l’idea di costruire con lui e di potermi anche appoggiare o far appoggiare il suo capo su di me, alla pari.
E di amarlo ancora tanto e sentirmi amata.”
“Sei anni a Doha:cosa è cambiato?” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci racconta che sono già sei anni che vive a Doha, un luogo in cui non avrebbe mai pensato di fermarsi così a lungo. Ci racconta dei cambiamenti pratici, ma soprattutto di come sono cambiati lei e la sua famiglia, di come hanno imparato ad amare questa città e quelli da molti considerati dei nemici. Scrive:
“Io la amo visceralmente perché mi ha fatto conoscere e capire la cultura araba e musulmana, cultura millenaria con radici profondissime, mi ha donato la gioia di incontrare persone straordinarie che mi hanno regalato delle emozioni indescrivibili, amici veri che hanno festeggiato il Natale con me perché “ciò che conta per te è importante ugualmente anche per noi, pur essendo musulmani””
“Non lo sapevo” del blog “Rachele racconta” dalla Germania
Un piccolo e tenerissimo post per annunciare l’arrivo del terzo figlio. Scrive:
“Non lo sapevo finchè il tuo primo vagito non ha lacerato l’aria gelida della sala operatoria, e fra le lacrime ho capito che quel grido mi apparteneva per sempre.
Fai parte della mia storia fin dal primo momento, e solo ora me ne rendo conto.”
“Not all those who wander are lost” del blog “Mammitudine” dall’Austria
L’autrice è alla vigilia di un viaggio e questo è l’occasione per riflettere su dove si senta davvero a casa e capire, una volta per tutte, che non si sente così legata all’Italia, ma più ad un’idea di Europa perché in fondo, ormai, in ogni nazione convive un miscuglio di nazionalità. Scrive:
“Il senso di appartenenza è una cosa molto complessa. Ho passato gran parte della mia vita a sentirmi fuori posto e, siccome non riesco fare a meno delle mie amatissime contraddizioni, il fatto di non avere una fissa dimora, di essere legata a più luoghi contemporaneamente da un lato mi fa soffrire, ma allo stesso tempo dall’altro da un senso alle mie emozioni, al mio essere – mi arricchisce.”
Tutto ciò rende ancora più difficile accettare l’idea di un muro eretto fra Austria e Italia…
“Il mio primo mese da British girl” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
La giovane autrice ci racconta il suo primo anno in Inghilterra come ragazza alla pari analizzando tutto ciò che ha significato per lei questo periodo. Ci spiega cosa l’ha spinta a partire e come si sente ora. Quello che trapela dalle sue parole è crescita, entusiasmo e grande consapevolezza. Scrive
“Quando si va via, si lascia sempre un poco di sé per ritrovarne un altro po’ altrove. Ho lasciato i miei affetti, ma non li ho abbandonati. Ho lasciato la mia terra, ma non l’ho tradita. Ho lasciato il mio Paese, ma non l’ho sostituito. Anch’io, come molte giovani donne, sono andata via per amore. Per amore della conoscenza e per amore della vita. Sono salita su quell’aereo, consapevole e determinata.”
“Oggi ho ricevuto fiori” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice vuole farci leggere una poesia trovata appesa al muro del centro a cui si è rivolta per chiedere aiuto per difendersi dai maltrattamenti del marito. Perché possa servire per altre donne expat che stanno vivendo la stessa situazione e che si sentono sole e senza l’appoggio dei propri cari lontani. Scrive:
“Sono sempre stata considerata una donne forte, e lo sono, pero’ ho attraversato momenti dove e’ stato difficile esserlo. Dove ho imparato che la persona che piu’ ti puo’ aiutare sei solo “te stessa“. Se ti appoggi a qualcuno puoi cadere e farti male.
A volte penso di essere una sopravissuta ad un fenomeno conosciuto oggi come “feminnicidio”.
Sono andata avanti e sono qui per raccontare che ce la possiamo fare. Non e’ facile, per niente, ma si puo’.”
“Round two” del blog “Kinnamomon” da Londra
L’autrice ci racconta il suo secondo viaggio di lavoro negli Stati Uniti, sì così diversi e strani, ma altrettanto interessanti per i suo lavoro di ricercatrice. È l’occasione anche per una riflessione su quanto sia dura a volte la sua professione, ma anche estremamente affascinante ed entusiasmante. Scrive:
“Ma siamo anche sul vertice estremo della ricerca. Sappiamo cose che nessuno sa, perché le abbiamo scoperte noi. E questo mi dá alla testa. Le reti di conoscenze sorprendenti, i viaggi, le menti affascinante che conosco in questo percorso mi ricaricano le batterie, anche quando sono abbattuta dalla stanchezza, dal jetlag, dallo stress, dai dubbi su cosa faró l’anno prossimo.”
Per oggi ho finito, buona lettura!
2 thoughts on “Top post dal mondo expat #9.5.16”
Il post di Kinamamon e il Sogno Australiano li ho molto, molto apprezzati. Anche quello di Rachele. Che dolcezza!
Grazie per la tua selezione che mi aiuta a tenere il passo.
Mimma
Grazie a te!!
un abbraccio