Eccomi al consueto appuntamento del lunedì con i post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“Il tempo” dal blog “Diario di un emigrante italiano in America” dagli Stati Uniti
Un breve e poetico post dove l’autore, in viaggio per lavoro, si fa prendere da pensieri malinconici per il tempo che vola via così veloce, quasi senza che ce ne accorgiamo. Scrive:
“A volte mi piacerebbe navigare nel tempo che fu ed accarezzare i momenti che valevano la pena di essere vissuti e prenderne un souvenir cartaceo come ricordo. Magari la carta di un cioccolatino, o quella ricevuta del ristorante di Vegas. E metterli tutti insieme questi ricordi ed appiccicarli con della colla di farina che ricorda l’infanzia su un poster enorme.”
“Drusilla lavora” del blog “Mamme nel deserto” da Kuwait ed Arabia Saudita
L’autrice ci racconta che la sua amica e “compagna di blog” ha iniziato a lavorare dopo tanti anni in cui ci aveva rinunciato per seguire il marito all’estero ed occuparsi dei figli. Ricomincia a lavorare non in un posto qualsiasi, ma in Arabia Saudita, dove la posizione della donna è decisamente inferiore a quella maschile. Ora, dopo commenti poco simpatici perché accettava di vivere lì, arriva anche l’ammirazione, ma l’autrice ci dice che lei la meritava tutta anche prima per quello che è sempre stata come persona. Scrive:
“Drusilla lavora.
Esisteva anche prima. Ha sempre avuto il suo valore.
Lei è sempre stata libera.”
“Il 23 maggio” dal blog “Lettere da Berlino” dalla Germania
L’autrice, di origine palermitana, ci racconta perché la data dell’attentato in cui perse la vita Falcone, rimarrà per lei sempre impressa nella memoria forse più di qualunque altra. E ci dice quante delle vie della sua città sono lì a dimostrazione che la mafia esiste eccome. Scrive:
“Andate in tutti questi luoghi e cercate la targa che ne ricorda la tragedia. Perché non è vero che la mafia non si vede, basta studiare il passato, il presente e alzare lo sguardo per cercare la targa che indica il punto in cui la speranza di ognuno di noi è morta.”
“Senza titolo: scie, riflessi, ricezioni, beautiful days” del blog “Virginiamanda” da Londra
Per tanto tempo l’autrice ha preparato e meditato la sua partenza dalla Svezia, nonostante il suo compagno viva ancora lì. Anche dopo averlo fatto, i suoi dubbi sono continuati, sia nella permanenza italiana che nel nuovo trasferimento a Londra. Ma ora, forse, il destino sembra voler rimescolare le carte ed aprire nuovi scenari. E tutto sembra poter avere un senso. Scrive:
“Ho tenuto dentro tutto quello che questo passaggio e cambiamento di vita comportava, ho fatto e disfatto, ho letto e riletto mille volte le informazioni, ho girato per uffici e siti, ho speso un sacco di soldi, ho pianto durante alcune videochiamate, ho litigato e imposto silenzio, ho incontrato persone incredibili e provato sensazioni inaspettate: timore, ansia, orgoglio.”
“La partenza si avvicina” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice, dopo 6 anni in Kuwait, è pronta per una nuova avventura in un altro paese. Si sta preparando mentalmente a questo salto nel vuoto che costituisce però, per lei, principalmente un nuovo stimolo. Perché lei sente di non poter più fare a meno di questa vita sempre in movimento. Scrive:
“Quello che so invece è che essere un expat è uno stato d’animo.
C’è chi ci prova a fare l’expat, ma poi torna a casa. E ci sono poi gli altri, quelli che, una volta espatriati, non si fermano più, non tornano più perché oramai si sentono estranei proprio lì dove sono cresciuti.
È uno stile di vita che non tutti capiscono.”
“Vita da expat” dal blog “Netherlands chiama Italia” dall’Olanda
L’autrice, ad un passo da un nuovo trasferimento che la porterà dall’Olanda alla Spagna, ci fa un bilancio di quanto l’ha cambiata il vivere all’estero, lontana dalla sua confort zone. Scrive:
“In questi 4 anni e mezzo ho imparato a stare da sola, a cavarmela, ma anche a fare amicizia con persone molto diverse da me, e ad accettare tali diversità.
Ho imparato che la famiglia non è solo quella che ti ritrovi di diritto, ma anche quella che ti crei strada facendo. ”
“Il lusso dello spazio” dal blog “Au vent mauvais” da Parigi
L’autrice riflette sulla solitudine che ha caratterizzato spesso la sua giovinezza. Una solitudine voluta e cercata, anche solo quella necessaria ad isolarsi dal resto del mondo con un libro in mano. Quella stessa solitudine che l’ha vista partire per l’estero e poi tornare a pezzi. Eppure, ora che sola non è, non si sente altrettanto viva. Scrive:
“Lo scorso anno, con pochi averi in tasca, uno zaino sempre pronto, l’imbarazzo continuo di dover ripetere a ogni nuova conoscenza il mio stato di disoccupata, la difficoltà nello spiegare a tutti che stavo facendo un esperimento, che volevo ritrovarmi da sola, in una nuova città per rimettere insieme i pezzi, unire i puntini, ricomporre un’esistenza andata in frantumi. Non mi sono mai sentita così sola. Eppure, non mi sono mai sentita così viva […]”
Per oggi ho finito, buona lettura!