Eccoci al consueto appuntamento con la mia selezione dei post più belli della settimana dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“La casa porta il nostro odore ormai…” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
L’autrice ci racconta che è passato un anno da quando, una casa per loro nuova e sconosciuta, ha iniziato a riempirsi delle loro cose arrivate dall’Italia. Ed ora, a solo un anno di distanza, tutto è già così diverso. Scrive:
“E’ passato un anno, la casa porta il nostro odore ormai, l’ odore di una famiglia che cresce, si ama, si tiene stretta.
La casa, dove tutto inizia e tutto torna.”
“Ma tu di dove sei?” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ritorna a casa in Italia per le vacanze e capisce cosa vuol dire sentirsi un’altra rispetto a prima. Sia nelle piccole cose, sia nei confronti di concetti come “casa” che non sono più così netti e delineati. Scrive:
“Te lo ripeti tornando a casa, che ora è davvero casa (intendo: quel luogo da cui parte tutto, ma dove non necessariamente prosegue) e ritrovando più o meno tutto come l’hai lasciato. Te lo chiedi mentre descrivi gli ultimi mesi agli amici che ti sono mancati un sacco, e che non vorresti mai salutare. Tutto è meravigliosamente confortevole, più di come lo sentivi quando vivevi qui. E lo è perché non ci vivi più. Vorresti trattenere tutto ciò che ami di entrambi i posti e invece ti ritrovi a metà e devi scegliere. Già, ma come? In base a cosa?”
“「様子を見ましょう」o dell’incertezza” del blog “Giappone Mon Amour” dal Giappone
Un post pieno di poesia dove l’autrice ci descrive l’arrivo dell’estate giapponese e della leggerezza che a lei porterà però impegni che la terranno lontana dai suoi affetti. Si interroga quindi sul suo dire sempre sì alle richieste degli altri per carattere. Si chiede se non sia meglio il rimanere sempre vaghi dei Giapponesi. Si eviterebbe così di far dispiacere chi si vede negato ciò che era stato promesso. Scrive:
“Eppure l’errore non sta nel negarsi – che è anzi diritto sacrosanto ed esercitato fin troppo poco se si vuol arrivare a qualcosa di grande nella vita – ma nell’iniziale, leggero, dire sì. Valutarsi esattamente per quello che si è, senza cadere nell’eccesso o nel difetto, senza sopravvalutarsi o sottovalutarsi, è sapienza che forse l’età e la saggezza porteranno.”
“Alcune rapidi considerazioni sull’espatrio” del blog “Arrivederci Italia” dal Mondo
Un post che si rivolge a chi, dall’Italia, non vede l’ora di scagliarsi in ogni modo contro chi se ne è andato a vivere all’estero. Per tentare di fargli capire che non è così facile ricominciare una vita altrove mentre lo è molto parlare senza essere mai usciti dalla propria zona di confort. Tante sono le cose che faranno male mentre sarai lontano da tutti i tuoi affetti. Scrive:
“Ci sono momenti nei quali poi, forse, solo una carezza di una persona che ti conosce da una vita potrebbe farti star meglio. Ma è distante miglia, oceani, nazioni e scali aeroportuali, distanze che nessuna telefonata e nessuno Skype potranno mai colmare. Non è facile e né immediato da comprendere ma, chi parte, mantiene dei sentimenti e una identità propri che per quante nuove esperienze si potranno fare, rimarranno scolpiti nella pietra dei propri pensieri.”
“La traccia di chi non c’è più” del blog “Parole d’ottobre” dall’Inghilterra
L’autrice guarda una tazza lasciata sulla mensola da una persona che non condivide più la casa con lei e si sente pervasa dalla malinconia perché questa vita expat in cui le persone si incrociano solo per brevi periodi può essere molto dura. Scrive:
“Quante persone ho conosciuto, nell’ultima manciata di anni. Quante se ne sono andate. Troppe.
C’è sempre un motivo per cui ci incontriamo e ogni incontro ha uno scopo, fosse anche soltanto il permettere a ambo le parti di mettere su una collezione di ricordi da custodire una vita intera.
L’amarezza della separazione, però, neppure un sorriso nostalgico la potrà mai alleviare.”
“Una vita movimentata” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal Mondo
L’autrice ci racconta cosa l’ha portata in Olanda con la sua famiglia e le recenti difficoltà che ha dovuto affrontare. Problemi che la vedono ora sola con sua figlia ad affrontare una vita all’estero che sta diventando troppo di routine. E che le fa desiderare di cambiare di nuovo vita e destinazione. Scrive:
“Ecco, forse in quei momenti ho davvero desiderato una vita tranquilla, noiosa e ripetitiva…
Ma alla fine tutto, prima o poi passa: rimangono le cicatrici, dolorose soprattutto quelle del cuore e della mente, ma la vita va avanti regalandoci gioie e dolori.
E non saremmo in grado di cogliere le gioie senza aver sperimentato questi dolori.”
“Silenzio” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci racconta che questo lungo periodo di silenzio non nasconde vuoto, tristezza o poche cose da raccontare. Al contrario, dietro c’è tanto dinamismo per progettare un nuovo futuro a due. Scrive:
“Questo mio silenzio non è vuoto, ma straripante di pensieri, talmente pieno che la notte non riesco ad addormentarmi a causa del frastuono del mio cervello e dei sussurri del mio cuore.
Questo mio silenzio è il progetto del nostro futuro.”
Per oggi ho finito, buona lettura!