Eccoci ad un nuovo appuntamento con i post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“|| Expat-Life || Und ich bin greezly jetzt” del blog “Hopeless Wanderer” dalla Germania
Un bellissimo post nato dalla riflessione sull’attentato in Baviera. L’autrice ne è stata inevitabilmente toccata sia perché vive in Germania sia perché rappresenta quella gioventù che il terrorismo vuole terrorizzare. Pur avendo paura però sente dentro di sé, ancora di più, la voglia di vivere e gioire perché non siano loro a vincere. Scrive:
“Penso al fatto che non smetterò di uscire, viaggiare, cantare, andare a conterti o festival perchè la gioia è esattamente una di quelle cose che il terrore non capisce, nemmeno conosce e che sicuramente teme. Perché è potente, liberatoria, contagiosa.. Perché da speranza e fa credere in nuove possibilitá e futuri migliori.
Perché rende questa esistenza piena e degna.
E sinché avrò fiato urlerò la mia rabbia e canterò la mia gioia.”
“10 anni, mi manchi già…” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
La figlia dell’autrice compie 10 anni e la madre sente che la sua infanzia sta volgendo al termine e presto il loro rapporto cambierà. È consapevole di questo e non può fare a meno di chiedersi come sarà. Scrive:
“A volte vorrai camminare da sola, lo so.
Mi impegnerò, te lo prometto, indietro quanto basta a non perdere le tue tracce, a seguire le tue impronte. Tu, qualche volta girati, mi vedrai.
Mi fermerò paziente all’ombra di tutte quelle porte che chiuderai, chiedendomi discrezione.
Mi chiedo come sarà aspettarti là dietro, senza poter entrare.”
“Il jet lag delle emozioni: rientro a NYC” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice racconta che, ogni volta che torna a New York dopo le vacanze in Italia, sente un malessere non solo dovuto al jet lag. Ha però imparato ad esorcizzarlo a suo vantaggio, trasformando i primi giorni dal rientro in ore di riflessione. Scrive:
“Ho imparato così a trasformare la mia ansia da ritorno in un’occasione per stare alla larga da ogni superficialità, per analizzare ogni centimetro di me stessa, per riflettere, per meditare e per ripartire: già, per ripartire stando ferma e immobile nello stesso posto. Per cominciare metaforicamente un nuovo viaggio di stampo introspettivo.”
“Oggi togliamo lo stigma alle malattie mentali” del blog “Ma che davvero?” da Londra
L’autrice ci tiene a mettere nero su bianco, una volta per tutte, che le malattie mentali come la depressione, non sono un’invenzione ma, appunto, sono delle malattie vere e proprie. E, dato che lei stessa ne soffre, vuole aiutare a far capire agli altri che non sanno, come ci si sente. Scrive:
“Anzi: sono fiera perché combatto ogni giorno – prevalentemente contro la mia parte oscura, il che prende un sacco di energie – per vivere la mia vita con pienezza, nella meraviglia dei suoi alti e bassi.
A volte ci riesco, a volte fallisco clamorosamente.”
“Il cancro [L’incubo continua]” del blog “Il frutto della passione” dal Brasile
Un post così difficile da leggere. Dopo aver vissuto attraverso le sue parole tutte le fatiche, le sconfitte, le emozioni, le lacrime dell’autrice per costruire la sua bellissima famiglia, a soli due mesi dalla nascita della sua piccola, arriva la notizia che ti fa solo pensare a quanto possa essere crudele il destino. Scrive:
“Quella terribile sera ho pianto, pianto e ancora pianto. Ho versato più lacrime di quante due occhi dovrebbero possedere e mi sarebbe piaciuto poter dire di averle piante tutte, quando invece il peso dentro al mio petto mi suggeriva di averne ancora una scorta infinita. Ho detto cose che non avrei voluto dire, pensato cose che non avrei dovuto pensare.”
“Lasciare andare – tra il dire e il fare…” del blog “Migrants for love” dall’Australia
Per l’autrice è arrivato il momento di lasciare andare la figlia a viaggiare in Europa ed a studiare in Italia. Così come fece lei alla stessa età. Nonostante ci sia passata e sappia quanto è importante lasciarla libera di prendere le sue decisioni, non può far a meno di pensare che quello di questi giorni è un mondo che non rassicura. Scrive:
“Lasciare andare è rassicurare anche quando io non mi sento affatto sicura. Perché sto perdendo la fiducia nel mondo ma per lei il mondo e’ ancora tutto da esplorare, tutto da vivere, da scoprire e non e’ giusto passarle le mie paure.”
“Getting lost in USA: where is my home?” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice è venuta in vacanza in Italia e, nonostante fosse un viaggio sognato e desiderato, nonostante abbia trascorso giorni bellissimi, non si sente a posto. Perché il marito è rimasto in USA e lui e la sua nuova casa non possono non mancarle. Perché parte della sua vita è ormai definitivamente là. Scrive:
“Hai aspettato sei mesi per tutto questo
Hai immaginato tutto nei minimi dettagli.
L’ultimo mese contavi i giorni e poi le ore.
La tua valigia era pronta due settimane prima.
Quindi?
Perché ti senti persa a casa tua? Perché ti senti uncomfortable?
Perché non vedi l’ora di risalire su quel volo e di ritornare a Minnepolis?”
“Gli oggetti della memoria” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci parla degli oggetti che porta con sé da una vita e che l’hanno seguita anche negli USA. Non perché siano oggetti di cui senta il bisogno o che possano servirle, ma perché ha necessità dei ricordi ad essi legati. Scrive:
“E’ vero che i ricordi e le emozioni ad essi legate non risiedono negli oggetti ma nel nostro cervello (sì, da scienziata non posso dire che sono nel cuore: casomai qualche reazione chimica ce li appiccica all’ippocampo per non farceli dimenticare più) ma gli oggetti ci aiutano a veicolarli e, nonostante rendano le nostre valigie più pesanti, ci rendono la vita più leggera. Almeno la mia.
“Stanno tutti bene” del blog “Flying Swallow” da Londra
L’autrice ci racconta che le è capitata di nuovo una cosa bella, come non avveniva da tempo. Perché era impegnata a vivere una vita troppo pianificata e non del tutto decisa da lei. Dimenticando una parte di lei che era stata diversa. Anche se non se ne rendeva conto. Scrive:
“Perché le cose belle sono così.
Capitano mentre pianificavi la tua vita, come fosse una strada dall’asfalto lineare privo di dossi.
Come fossi un treno in corsa che non potesse permettersi deragliamenti.
Come pezzi di un puzzle che avevi messo insieme perché andava bene così. O perché forse erano gli unici che avevi trovato. E ti eri adattato. A quella strada, a quel vagone, a quella andatura, a quel modo blando di mettere insieme le cose, come fosse una sequenza che lasciavi andare. Che seguiva te, mentre tu, in fondo, ti lasciavi abbindolare.”
Per oggi ho finito, buona lettura!
P.S. questa rubrica si prende qualche settimana di vacanza perché io stessa lo sarò e voglio dedicare il mio tempo soprattutto alla mia famiglia. Basandosi infatti sui post che escono la settimana precedente, non posso scriverla in anticipo come ho fatto per altri post. Continuerò a leggere i blog degli Italiani all’estero perché li considero comunque una piacevole lettura, ma scriverò la mia rassegna solo al ritorno dalla vacanza.