Non posso dire che sia un periodo entusiasmante. Per vari motivi.
La routine della vita in Italia ha ormai ripreso il suo corso. C’è un po’ meno stupore per quello che tanto ci era mancato all’estero dell’Italia. Non per tutto sia chiaro. La bellezza del nostro paese continua ad esercitare in me meraviglia. Sia nella campagna che circonda la nostra casa, sia nei luoghi che siamo riusciti a visitare nell’ultimo anno. Non c’è più però quello stupore per il primo freddo o per i cibi che non mangiavamo da tanto. Perché ormai ci siamo già passati l’anno scorso, perché stanno piano piano ridiventando routine. È normale.
La scuola italiana se vogliamo è molto più piatta. Manca delle tante manifestazioni e giornate speciali a cui ci aveva abituato la scuola internazionale e che coinvolgevano in prima persona anche noi genitori. È spesso più un dovere di cui occuparsi che un piacere.
I weekend sono molto più normali. E perché durante la settimana tutti i membri della nostra famiglia corrono molto di più di quanto non succedesse in Thailandia per cui nel weekend la voglia di riposarsi spesso prende il sopravvento. E perché non basta uscire fuori per fare un tuffo in piscina o al mare, assaporando subito quell’atmosfera di vacanza. Il weekend spesso passa correndo da un impegno all’altro fra compleanni, feste, tornei di calcio e catechismo.
La situazione del piccolo di casa non si sblocca e questo probabilmente è l’elemento che più influenza. La routine scolastica ed il fatto che passi tanto tempo con i suoi amichetti ha aiutato molto a superare il momento critico che abbiamo avuto durante le vacanze. La persona che lo sta seguendo l’ha trovato molto più collaborativo e deciso a superare questo problema non più solo per rendere felici mamma e papà, ma perché lui stesso ormai lo sente come un impedimento. Abbiamo avuto rassicurazioni da un esperto di questo tipo di problemi che stiamo procedendo nel modo corretto, anzi noi facciamo due incontri settimanali con chi lo segue invece di uno come da prassi. Solo che ci vuole tempo e tanta pazienza. Ci hanno detto che la normalità possono essere anche due o tre anni. Da una parte questo ci ha messo il cuore in pace e rassicurato, dall’altra pensare di vedere nostro figlio con questo problema ancora per un anno o due non è che ci renda proprio felici.
Dovrebbero essere i suoi anni più spensierati ed invece li sta passando condividendo con questo malessere e questa lotta interna. Se ci penso la cosa mi fa stare molto male. Questa situazione va anche a rompere inevitabilmente alcuni schemi familiari. È difficile non avere un occhio di riguardo per lui, cosa che non giova ovviamente al rapporto fra i due fratelli che da sempre è influenzato dalla gelosia reciproca. Il grande si è trovato anche lui ad affrontare un grosso cambiamento e non ha avuto forse tutta l’attenzione che gli sarebbe stata necessaria. E certo non gli ha giovato.
Stretti nella routine giornaliera spesso finisce che gli amici li vediamo meno di quando vivevamo a migliaia di chilometri di distanza. Prima quando si tornava era d’obbligo, con grande piacere, rivederli. Ora passano i mesi e sembra che non si trovi mai il tempo. Siamo stati costretti a frequentare di più le famiglie della scuola per aiutare i nostri bimbi nell’integrazione, a discapito dei nostri amici di una vita.
Io inizio a sentire il desiderio di fare ancora qualcosa della mia vita che esuli dalla famiglia. Mi piacerebbe che le mie passioni diventassero qualcosa di più che un hobby. Vorrei avere qualche gratificazione esterna, non solo economica, ma quella gratificazione che viene dal vedere apprezzato qualcosa per cui hai lavorato con passione. All’estero avevo trovato un compromesso con questo blog e con il magazine online “Amiche di Fuso”, che anche se non erano fonte di guadagno mi riempivano di entusiasmo. Questo secondo progetto mi vede ancora impegnata come prima, mentre per questo mio spazio è sempre più difficile trovare il tempo. Perché con tutto quello che c’è da fare vuoi perdere tempo con un blog? Riconosco che da un certo punto di vista è vero e sempre più invece di sedermi a scrivere, mi dedico alle incombenze giornaliere, ai bimbi, alla casa, alla scuola, a questo e quello. Perché quando tu non lavori fuori casa e tuo marito e gli altri sì, tutto quello che capita da fare è scontato che sia tu a farlo. Va bene che quando non ci sono i nonni a dare un aiuto sia tu a passare due ore e mezza della tua giornata in auto solo per portare i bimbi a scuola, che sia tu a portare il piccolo alle sue sedute, entrambi a fare sport, che sia tu a fare bagagli, chiedere preventivi, occuparsi di tutta la burocrazia, pagamenti e chi più ne ha più ne metta. Ma quante di queste cose mi danno una benché minima gratificazione morale? Veramente poche se togliamo il piacere di poterci essere per i bimbi. E spesso, le incombenze che più ti piacciono, come occuparsi del nostro giardino o cucinare piatti nuovi, rimangono in attesa. La mia giornata inizia alle 6 del mattino e finisce alle 9.30 di sera. Dopodiché crollo per continuarla spesso di notte perché il piccolo di casa si sveglia praticamente tutte le notti. E, dopo averlo tranquillizzato mi riesce sempre più difficile riaddormentarmi perché la mia testa è piena di pensieri.
E quanto mi manca non dedicarmi quasi più a questo mio spazio. Per me che scrivere è terapeutico. E quando lo faccio, di sedermi a scrivere, mi tocca anche sentirmi in colpa perché avrei anche altro da fare. Ma può una persona vivere solo di incombenze e del suo ruolo di madre?
Mi direte che andare a lavorare fuori tutto il giorno sarebbe peggio. Sicuramente è vero. Però la mente staccherebbe, ci sarebbe l’occasione di avere delle gratificazioni ed anche di venire retribuiti per quello che si fa. Forse il tempo con i figli sarebbe più di qualità, mentre a gestirli sempre, specie i miei due, è più il tempo che sono nervosa che quello che mi godo veramente. E poi, se tu sei fuori a lavorare, vuol dire che c’è qualcun altro che si può occupare dei tuoi bimbi finché non esci. Con la nostra situazione famigliare attuale ed il lavoro di mio marito, sarebbe impossibile per me stare fuori tutto il giorno e non posso che ringraziare lui che non ce ne sia la necessità. So che questa è una grande fortuna e non voglio sembrare ingrata. Ma la me che ero in tutto ciò si è un po’ persa per strada. Le mie esigenze sono sempre le ultime perché sono io stessa a collocarle in fondo. Tutto ciò sta iniziando ad essere pesante. Sono certa che quando si risolverà la situazione del piccolo se ne andrà un bel po’ di pesantezza, ma intanto c’è ed è sempre più difficile da arginare.
Tutto questo lungo preambolo per spiegarvi il titolo… Io per uscire da questa situazione di stallo intanto ho tagliato i capelli corti come avevo avuto forse l’ultima volta a 7 anni! Già negli ultimi mesi avevo accorciato di parecchio, l’ultima volta ho detto alla mia parrucchiera: “Vai decisa!”
Avevo voglia di qualcosa di nuovo, di vedermi nuova, di sentirmi nuova. Ed è incredibile quanto anche solo un taglio di capelli nuovo possa fare. Mi guardo allo specchio e vedo una me diversa. Porto sul mio viso le prime piccole rughe e a volte le occhiaie e la pelle grigia del poco dormire. Ma quel taglio da ragazzina e un po’ da maschiaccio mi fa sorridere tutte le volte che lo vedo riflesso in uno specchio. E mi fa sentire viva ed energica.
Ora, dove cercare di mettere quelle energie lo devo ancora capire, ma intanto è stato un inizio.
Da lì è seguita l’iscrizione ad un corso di yoga che non avevo mai fatto in vita mia e che, se aspettavo di avere tempo non avrei iniziato mai. Invece credo di doverlo al mio corpo ed a mia stessa. È solo una volta a settimana e spesso mi devo obbligare ad andarci perché quante altre cose avrei da fare, ma poi sono felicissima di essere andata. E se avevo da fare altro per una volta dico: “Pazienza!”
E poi sto cercando una baby sitter che quando non lavori, per come sono fatta io, ti sembra un lusso davvero estremo che non ho mai voluto accettare. Ma anche io e mio marito abbiamo bisogno ogni tanto di parlarci senza essere interrotti mille volte, di essere coppia e non solo genitori. Credo che l’ultima volta che siamo potuti uscire a cena una sera risalga a un anno fa e in tre anni di Thailandia era successo solo due volte. I nonni che non vivono qui e la difficoltà del piccolo a lasciarci andare ci hanno fatto sacrificare totalmente la nostra vita a due. Non è giusto. Ci vorrà tempo per far accettare una persona estranea al piccolo, ma intanto iniziamo a fargliela familiarizzare. Piano piano. Perché se il nostro dedicare tempo a noi stessi dovesse coincidere con una sua sofferenza non lo farei mai per una cena fuori.
Tre piccoli grandi passi per uscire da questa situazione che ci sta logorando. Poi, spero, ne verranno altri.
16 thoughts on “Un taglio di rinnovamento”
Ti auguro che tutto presto si risolva nel migliore dei modi, soprattutto quando il piccolo di casa stara’ meglio sono sicura che anche il resto sembrera’ piu’ leggero. Anche io da tenpo medito un taglio drastico ai capelli, ma finora me ne e’ mancato il coraggio!
Grazie, anch’io credo che risolto quello poi piano piano le cose si sistemeranno. Io lo meditavo da tanto, ma non me l’ero mai sentita. Ora invece era proprio un bisogno tagliare via quasi tutto. Se verrà il momento lo sentirai anche tu. Intanto hai la tua creatura che ti avrà portato tantissima energia <3
Brava! Hai fatto bene! Lo yoga a me aiuta molto! Quando riesco lo pratico un pochino anche da sola la mattina presto. E anche ritagliarti dei momenti per voi due come coppia sicuramente è una bella mossa, indispensabile, oserei dire; spero la cosa riesca!
Spero anch’io che questi passi inizino a smuovere un po’ questa situazione così statica!
Un abbraccio grande
Non so davvero come fai… sei una gran donna e una splendida mamma e hai una forza pazzesca. Ma hai ragione: devi trovare il tuo equilibrio e la tua serenita’. Devi pensare anche a te stessa per essere piu di aiuto agli altri! Un abbraccio forte
Grazie davvero Claudia…
Infatti è la conclusione a cui sono arrivata anch’io, che se non sono del tutto a posto io, inevitabilmente influenzo anche i bimbi. Ed il mio malessere credo arrivi soprattutto da come sta il piccolo. Insomma è un circolo vizioso che in qualche modo bisogna rompere!
mi dispiace, pensavo andasse un po’meglio… però almeno, sembri molto reattiva. La cosa importante è che iltuo animo non smetta di produrre energia per ricaricarti.
Buona rinascita, anche di capelli però 😉
Grazie… Il mio animo ha alti e bassi però cerco di mettercela tutta!
Un abbraccio
Dai! A dire la verità mi sembri ben corazzata per l’avvenire, con il nuovo taglio, poi! 😉
Seriamente, come per tutto ci vuole tempo. Vivo una situazione diversa dalla tua ma anche per me il ritorno in Italia ha coinciso con un primo periodo di delusione. Avevo aspettative molto alte e via via le ho dovute ridimensionare (quello che dici degli amici è verissimo, quando abiti lontano non vedono l’ora di vederti, quando abiti vicino passano mesi…), ma adesso, come giustamente sottolinei tu, è passato un anno, e le nuove abitudini diventano routines.
La scuola italiana non sarà quella internazionale, ma sta dando qualcosa di positivo ai tuoi piccoli: il senso delle radici, che è importante così come il senso della libertà dato da quella internazionale.
Stai offrendo a loro il Mondo e l’Italia, e non c’è niente di meglio che potessi fare.
Sul discorso di coppia, mi posso permettere di dire la mia da persona che non ha figli? (Prendi il tutto con le pinze!) Fai benissimo a cercare spazi per la coppia.
Da quello che ho capito hai bisogno anche solo di un po’ di tempo fuori con tuo marito, perché invece di una cena (che in genere è lunga) non iniziate con un aperitivo? Una cosa più corta, così anche tuo figlio sente meno la vostra mancanza.
E’ importante che ti ricordi chi sei tu e chi siete voi due, perchè è da lì che i tuoi figli vengono. Non annullare quello che è importante per te, perché, come dici anche tu, una mamma realizzata e consapevole trasmette questa serenità anche ai suoi figli.
Capisco anche che non sia facile, essendo l’unica a casa, a ritagliarsi degli spazi personali. Io facevo così: mi mettevo la sveglia. Tutte le incombenze come mail, preventivi, bollette, mestieri da fare dovevano essere finiti entro le… Questo mi aiutava a velocizzarmi e anche a ritagliarmi un momento (un’ora, mezz’ora) per me.
Per il momento ti abbraccio, sono certa che presto ci saranno buone notizie! 🙂
Intanto grazie per questo lungo commento pieno di spunti! Mi piace molto la parte sulla scuola italiana e internazionale, radici e libertà. Sono convinta anch’io che sia così e spero che il tempo lo dimostri.
Per quanto riguarda me e la coppia hai perfettamente ragione ed i miei passi sono proprio in quella direzione.All’inizio con la baby sitter ci sarò sempre anch’io per dar modo al piccolo di familiarizzare, poi inizieremo con piccole uscite. Insomma un passo alla volta, ma si spera nella giusta direzione!
Non riesco quasi mai a commentare ultimamente, ma ti leggo sempre e sono convinta che con il visto cambieranno tante cose! A te fare la “moglie” al seguito non ti si addice! A volte è ancora difficile anche per me che prima ero assolutamente indipendente!
Un abbraccio e speriamo in buone notizie da entrambe le parti!
Bellissimo taglio, Federica! E mi sembra che non sia l’unico cambiamento che hai “in testa” 😉
In bocca al lupo.
Roberta
Grazie! In effetti ho il cervello che lavora parecchio ultimamente… Crepi il lupo!!
Ciao Federica, sono Daniela ex Bluindigo… ti ricordi? Avevo un blog con questo nome. Per caso, dopo tanto tempo sono venuta a leggerti e mi dispiace sapere che hai dei problemi. Tutto si risolverà perché la vita è cosi fatta di alti e bassi… molti dossi e molta pazienza e perseveranza.
Anche io ho tagliato i capelli, avevo bisogno di un cambio adesso dopo nemmeno un anno dal taglio mi è tornata la voglia chissà`di vedermi con i capelli più lunghi 🙂
Leggo nelle tue parole un po’ di amarezza, delusione, tanta insoddisfazione. Credo di percepire che tutto il lavoro che fai in casa non è apprezzato a parole da tuo marito, forse è li l’insoddisfazione di cui parli. Chiaramente ci si aspetta che faccia tutto tu… Però i compiti vanno distribuiti e anche se lui lavora fuori ed è retribuito, tu lavori in casa e ti occupi dei figli che è un compito molto oneroso e faticoso.
Carissima, almeno che non incontri un lavoro che davvero ti piaccia, ma ti piaccia davvero, ti consiglio di rimanere a casa e invece dedicarti a qualche attività…. lo yoga si…. ma tu hai bisogno di qualcosa di più stimolante…. sinceramente hai bisogno di adrenalina.
Io da tempo mi dedico al pilates, per problemi miei di salute iniziai a praticare pilates autentico con le macchine e poi perché ero riuscita a risolvere la mia salute non avendo un disco alla colonna iniziai a studiare in una scuola molto buona. Adesso ho il mio studio e con molti sacrifici vado avanti con il mio progetto…
Credo che come donna hai bisogno di sentirti apprezzata e devi trovare tempo per te stessa. Quando i bimbi sono a scuola devi trovare qualcosa che ti consenta di evadere dai tuoi pensieri. Solo tu sai cosa è… un hobby…il giardino… leggere…uscire a vedere qualche museo e mangiarti un panino fuori, da sola o con qualche amica. Non sentirti in colpa…solo agisci. Vedrai che tuoi figlio quando vedrà una mamma sorridente, felice troverà anche lui la forza di accettare il cambiamento. Tutto passa mia cara però tu devi ritrovarti, ritrovare la donna che sei, sta dentro di te, l’hai solo messa da parte per dedicarti alla tua famiglia. Falla uscire fuori.
Io ti abbraccio.
Daniela
Cara Daniela, scusa se ti rispondo solo ora ma questa è stata una settimana di fuoco perché ero sola con i bimbi e piena di impegni scolastici e non. Non sai che piacere avere tue notizie. Credo di essere stata io a farti venire a leggere il blog perché ti ho pensata perché proprio due giorni prima che tu scrivessi, mi è caduto l’occhio sul mio blogroll ed il tuo sito non appariva più aggiornato all’ultimo post. Ti ho cercata quindi e ho visto che il blog non c’è più e che la pagina fb non era più stata aggiornata. In quel momento non avevo tempo, ma mi ero segnata di scriverti (ultimamente la mia memoria fa brutti scherzi:) )
Condivido in pieno il tuo commento in tutte le sue parti, d’altronde sono dinamiche che hai sicuramente vissuto anche tu. Sono d’accordo che non deve essere per forza un lavoro che mi porta fuori casa perché mi diventerebbe veramente ancora più difficile occuparmi di tutto. E deve essere qualcosa che mi piaccia e mi dia adrenalina come dici tu, altrimenti sarebbe l’ennesimo peso che sentirei sulle spalle. Spero di chiarirmi su cosa possa essere questa “occupazione” ed intanto cerco di lavorare su me stessa.
Un abbraccio grandissimo
E’da giorni che mi propongo di scrivere un commento a questo post e non mi riesce mai….In realta’ non so bene se quello che scrivero’ e’ appropriato perche’ la situazione che io vivo e’ diversa, ma allo stesso molto simile. Il mio grande problema e’ che non sono riuscita ad accettare di mettere da parte il lavoro perche’ e’ qualcosa che niente fa parte di me, di quello che ho costruito, della persona che sono e anche della vita che ho scelto…dato che e’stato quello a portarmi all’espatrio. E quindi all’estero con due bambini piccoli e un marito che fa quello che puo’ ma sta pur sempre fuori tutto il giorno non mi accontento neanche di un lavoro solo, ma ne ho ben due, e non riesco a rinunciare a nessuno. E poi c’e’ il terzo lavoro, perche’ e’ un lavoro anche quello, essere una mamma di due bambini e una donna che gestisce una casa, una famiglia, e tutto quello che ci sta attorno. Aiuti pochi causa costi stratosferici qui a Londra. Il risultato e’ che sono costantemente stanca, stressata, di fretta, e ovviamente con grandi sensi di colpa verso i bambini. Ultimamente poi ne ho combinate piu’ di una…causa stanchezza cronica e cervello che comincia a perdere colpi ( ne sa qualcosa Mrs Alice Blossom…perche’ si sa se il mondo e’ piccolo…Londra
anche peggio! ). Vorrei riuscire a fermarmi, a pensare che la mia vita non finisce domani e che ci sara’ ancora la possibilita’ di ricominciare, ma niente non mi riesce. Invidio per alcuni versi le mamme che riescono ad essere serene a fare solo le mamme, e lo dico veramente con ammirazione, perche’ al contrario di quanto si possa credere credo che ci voglia una grande personalita’ a fare questa scelta. Io vivo letteralmente in frullatore, che a volte mi sfugge di mano e va per i fatti suoi, ….E anche questo mette a dura prova tanti equilibri….Insomma pur vivendo una situazione diversa dalla tua sento il tuo stato d’animo vicino..nonostante le soddisfazioni anche io sento che la me che ero sia evaporata da qualche parte…
Ciao Rosy e grazie per aver trovato tempo e voglia per scrivere questo commento. Io mi sono stancata solo a leggere tutto quello che fai! Scherzo eh, però questa è la riprova che la situazione perfetta non esiste. Io sono arrivata a pensare che la situazione più vicina alla perfezione o perlomeno quella con meno compromessi per una mamma sia un lavoro partime mattutino (fuori o freelance da casa), qualche ora settimanale dedicata alle proprie passioni (hobby o sport che siano), con il pomeriggio dedicato a casa e figli e magari (non mettiamo limiti alla provvidenza!) un marito presente nella vita dei figli non solo il fine settimana. Mi sembra, ovviamente se è possibile economicamente, un buon compromesso. Ed è quello a cui mi piacerebbe arrivare perché, onestamente, non so se mi piacerebbe lavorare tutto il giorno e perdere tanto dell’infanzia dei miei bambini (ribadisco sempre che si possa scegliere). Forse per quello ci sarà tempo quando saranno un po’ più grandi. Però tu mi insegni che ci sono anche persone che senza lavorare tutto il giorno non riescono a stare, ma provano comunque sensi di colpa verso i figli. Forse tutto sta nel cercare di analizzarsi il più possibile, capire qual è il compromesso meno difficile per noi e cercare di crearsi la situazione che crediamo risponda meglio a noi. Se la mamma è soddisfatta e serena credo che porti tempo di qualità molto più alta ai propri figli. Quindi per me è arrivato il momento di provare a fare qualcosa che mi possa coinvolgere, ma che non tolga troppo tempo alla mia famiglia che ha ancora tanto bisogno di me. Per te?