“I bambini tenaci” del blog “Slicing potatoes” dagli USA
L’autrice, neuropediatra e madre adottiva di un bambino molto tenace, prende spunto da una pubblicità per farci comprendere come sia preferibile concentrarsi su quanto certi bambini siano forti e resistenti piuttosto su quanto siano sfortunati. Scrive:
“Di campagne mediatiche strappalacrime sulla pena che fanno i bambini malati è pieno il mondo e, per quanto possano essere efficaci, veicolano il messaggio che la malattia e le prove della vita ci rendono vittime. E se invece spostassimo l’accento sulla tenacia? Sulla combattività?”
“Alla prossima volta…” del blog “I Cerruti in India si trasferiscono negli States” dagli USA
L’autrice ci racconta come sia bello e speciale ogni volta che qualche amico decide di attraversare l’Oceano per andarli a trovare. Scrive:
“Solo chi come noi vive lontano sa quanto questi momenti siano importanti. Solo chi si sottopone agli stessi dolorosi addii, sa quanto siano unici i momenti da condividere con chi ha la voglia e il tempo di venire a trovarci da una parte all’altra del mondo.”
“Come il ketchup sul melograno” del blog “Supercaliveggie mom” dalla California
L’autrice, mamma di 3 figli, ci racconta come il secondo, che avevano avuto in affidamento per poi perderlo, stia per diventare definitivamente loro figlio. Oltre a questo aspetto ufficiale, c’è anche che il bimbo sta superando i suoi traumi ed imparando ad essere sereno. Scrive:
“Ma questo post è dedicato a Little Brother, ormai fratello di mezzo e figlio perso e ritrovato. Ritrovato questa volta per sempre, visto che fra dieci giorni firmiamo le prime carte dell’adozione, al sicuro con noi per sempre, anche se per farglielo capire dobbiamo ballare la macarena con lui e arrotolarlo come un salame nel tappetino yoga e portarlo a correre dopo cinque ore di hiking la domenica- almeno ci teniamo in forma. Perchè lui ora ride un po’ di più e ci guarda negli occhi un po’ di più, e a volte chiede per favore di mettere il ketchup sul melograno.”
“Global work for Ataxia – In cammino per l’Atassia” del blog “Non si può tornare indietro” dalla Spagna
L’autrice ci racconta una bella storia che, se da una parte ci mostra la cattiveria di alcune persone, dall’altra ci fa capire che esistono anche anime belle. Ancora disposte a fare del bene al prossimo. E a regalare un po’ di affetto a chi è già stato colpito duramente dalla vita. Scrive:
“È nostro dovere rendere il mondo un posto sicuro. È nostro dovere aiutare chi ne ha bisogno.
Sono valori che vanno diffusi, contrastando il cinismo, l’apatia, la negatività.”
“Questione di scelte personali” del blog “Mamma Far and Away” dall’Inghilterra
L’autrice ci racconta che spesso è stata ritenuta avventata perché ha scelto consapevolmente di avere tre figli e di essere una mamma a tempo pieno. In questo post ci spiega che non siamo tutte uguali ed abbiamo ognuna anche un passato familiare diverso che contribuisce a farci scegliere quello che è meglio per noi come madri. L’importante è avere chiaro quello che si desidera. Scrive:
“I miei figli stanno crescendo, io sto continuando a crescere con loro e tutte le cose che ho imparato in questi anni sono diventate un bagaglio d’esperienze uniche, questo e’ innegabile.
Mi guardo indietro, non mi pento della scelta fatta d’essere mamma a tempo pieno, con i suoi pro ed i suoi contro, con i sacrifici e le rinunce, con i momenti indimenticabili e quelli che vorresti rimuovere dalla memoria.”
“When does the last time happen” del blog “Moonily yours, Serena” dall’Irlanda
L’autrice ci racconta che la sua famiglia possiede una casa nei luoghi dell’ultimo terremoto. Una casa dove ormai non vive più nessuno, dove ha passato tanto tempo da bambina senza innamorarsene mai fino in fondo. Ed ora sente dentro di sé il rimpianto di non esserci andata più spesso e di non ricordare nemmeno quando è stata l’ultima volta che è stata là. Scrive:
“Che poi non so nemmeno dire quando sia stata la mia ultima volta. Non ricordo che periodo dell’anno fosse, con chi ero, quali passeggiate…
Credo succeda sempre così. Non ci si accorge di quale sia l’ultima volta di qualcosa. Semplicemente accade. O meglio, semplicemente non accade più.”
“Lettera d’amore a una mamma” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
Una lettera dell’autrice alla propria madre, di cui sente l’amore infinito ed il suo tatto nel non farla sentire mai in colpa. Così come percepisce il passare degli anni nelle sue mani e fra i suoi capelli. Inevitabile sentire la mancanza della sua figura vicina. Scrive:
“Madre mia, adesso sei già sull’aereo, e mi manchi. Scrivo queste righe piena dell’amore infinito che mi professi, con il rispetto che mi hai sempre mostrato e che non ti permette di rinfacciarmi niente, il mio stare lontana, essere spesso occupata…il non esserci.
Ti vorrei qui, vorrei essere li, ma non offro garanzie: sono partita e non so dove sarò, in quale paese, in un’altra casa, in un’altra vita, e tu non pretendi niente.”
Per oggi ho finito, buona lettura!