Civita di Bagnoregio non la conoscevo.
Non ne avevo mai sentito parlare prima di avvicinarmi a Instagram. Poi da amante della fotografia e dei viaggi è stato inevitabile iniziare a seguire con il mio account diversi instagramers italiani specializzati in viaggio. E così il profilo del borgo di Civita di Bagnoregio ha iniziato a comparirmi sempre più spesso sotto agli occhi mentre scorrevo le foto sul cellulare.
In questa primavera italiana di ponti, ho sentito la voglia di andarla a vedere. Complice la voglia di conoscere meglio la mia Italia dopo tanto estero ed un viaggio di mio marito con atterraggio a Roma, dove potevo raggiungerlo con i bimbi in treno.
Ho guardato su internet sperando di trovare un posto carino dove dormire, nonostante fossi un po’ in ritardo in vista del ponte. E con mia grande gioia sono stata subito certa, dalle immagini e dal nome, di averlo proprio trovato. “Dopo il settimo cielo” è il bellissimo nome del B&B dove abbiamo alloggiato e, con un nome così, le mie aspettative non potevano che essere alte. E non sono state disattese.
Anche Civita di Bagnoregio non mi ha delusa. Come spesso accade nei posti diventati troppo turistici. Come d’altronde non mi ha deluso nulla di quelle giornate.
Splendida la campagna laziale intorno a Civita, una gioia per gli occhi.
Bellissimo il posto dove abbiamo dormito. Ad accoglierci Francesca, che ha trasformato la casa di famiglia in un B&B di charme.
Speciale perché è una casa vera dove si dorme nelle camere dei figli ormai grandi e volati altrove. Dove sono rimasti tutti i loro oggetti a testimoniare le loro passioni. E tutte le loro tantissime fotografie piene di gioia e sorrisi. Che ti fanno pensare ad una famiglia speciale ed a un luogo, una casa, che ha respirato tanto amore. Ogni angolo ne è impregnato.
Il luogo è splendido, in mezzo ad una spianata di prati con la vista su Civita di Bagnoregio. Proprio di quella vista mi sono innamorata quando ho prenotato.
E me la sono gustata lungamente nei giorni in cui sono stata lì. Perché da quella casa non vorresti più venir via, tanto è rilassante.
Le foto, i libri, gli oggetti, i mazzi di fiori di campo e spezie appese a testa in giù nella sala da pranzo, il grande tavolo quadrato dove si mangia tutti insieme una colazione preparata con piacere, il grande camino. Le rose che coprono quasi interamente il portico ed il tetto, il cavallo che bruca l’erba in giardino, il divano fatto con le balle di fieno, l’amaca, le sdraio orientali in giardino.
I fili di lucine che ricoprono i cespugli di notte. I risvegli con i soli suoni della natura. La vista in mezzo alle tende al risveglio.
La compagnia discreta di Francesca. Il suo amore per gli animali ed i bambini. Tutto ti fa sentire a casa. Tutto ti fa restare il più possibile lì.
Per fortuna però ci siamo anche mossi. Perché Civita di Bagnoregio merita davvero. Seguendo il consiglio della padrona di casa, ci siamo andati sul finire del giorno perché prima la moltitudine di turisti e pullman non ti permette di godertela come merita.
Nel tardo pomeriggio torna ad esserci quell’atmosfera più quieta che te la fa apprezzare molto di più. Poco prima del tramonto, il tufo con cui è costruita si tinge d’arancio e di meraviglia.
E fermarsi a cenare lì, in una delle taverne, ti fa vedere la magia di un borgo incantato.
Un lungo ponte pedonale la separa dal paese di Bagnoregio. Civita è arroccata su uno sperone di tufo circondata dagli splendidi calanchi argillosi. Il giallo del tufo ed il bianco dell’argilla.
Per le caratteristiche del suo terreno rimase isolata ed irraggiungibile per diversi anni, perché la strada era crollata. Ad un territorio fragile si aggiunsero bombe e terremoto. E gli abitanti se ne andarono.
“La città che muore” la chiamano per questo. Ma dopo esserci stata non amo più questo nome perché Civita di Bagnoregio è un borgo meraviglioso inserito in un paesaggio di rara bellezza. Un borgo ristrutturato e curato nei minimi particolari, pieno di vasi di piante e fiori ovunque.
E sono sicura che ci sia ancora più bellezza nascosta dietro ai cancelli chiusi delle abitazioni, dietro ai giardini protetti dagli alti muri di pietra. Perché ogni scorcio sul panorama è poesia.
È vero, non c’è tanta vita quando i turisti se ne vanno, ma la morte è un’altra cosa.
Io, uscendo dal ristorante, con un bimbo per ogni mano, mi sono solo sentita dentro ad un presepe.
E ad un borgo magico.
P.S. questo non è un post sponsorizzato, Francesca non sapeva nulla di me né che avrei scritto di lei.
7 thoughts on “La bellezza di Civita di Bagnoregio e un posto speciale dove dormire”
uno dei miei luoghi del cuore, che bello
Davvero??? Come non capirlo…
Ci sono stata l’anno scorso, e dopo la scarpinata per arrivarci (sotto la pioggia) io e l’Orso l’abbiamo ribattezzata “il borgo dove muoiono i polmoni”. 😉
E’ un luogo magico, ma anche tutto quello che c’è intorno. Una parte d’Italia che non conoscevo e che adesso mi piace moltissimo.
Sono assolutamente d’accordo! Anche per me era la prima volta in quella zona ed è veramente bella. Da tornarci sicuramente.
Buono a sapersi! E che paesaggi. proprio da mozzare il fiato! 😉
Ciao bella, buona giornata, a presto! 🙂
http://blog.giallozafferano.it/dolcisalatidielisabetta/
http://ilblogdielisabettas.blogspot.it
Abito a 45 minuti da Civita di Bagnoregio e ogni anno vado per la manifestazione religiosa del presepe vivente, è qualcosa di magico
Stai in una zona davvero bella! Eh immagino che durante il presepe sia davvero bellissimo!