Torno oggi sull’argomento DSA delle cui caratteristiche vi avevo parlato in questo post in seguito ad un incontro a cui avevo partecipato nella scuola dei miei bimbi. Oggi vi parlo dello screening orientativo e della diagnosi vera e propria che, come vi dicevo, non può essere fatta né da noi genitori, né dagli insegnanti, né da un pediatra. Insieme ci si può rendere conto di una vicinanza del bambino a quelle caratteristiche tipiche dei bimbi affetti da questi disturbi dell’apprendimento e, il primo passo per cui ciò avvenga è essere noi genitori attenti ed informati e gli insegnanti debitamente formati. La diagnosi però può essere effettuata solo da un neuropsichiatra infantile sia tramite il servizio sanitario nazionale sia tramite uno studio privato.
Screening per determinare il fattore di rischio di DSA
Se si sospetta che i nostri figli abbiano questi disturbi può però succedere che non ci si senta pronti a rivolgersi subito ad un neuropsichiatra. Questo può avvenire perché la parola neuropsichiatra può far paura, per la difficoltà di accettarlo psicologicamente noi genitori e perché può risultare difficile spiegare al bambino perché dovrà sottoporsi a dei test con uno sconosciuto in un luogo estraneo. Anche costi e tempi della diagnosi non sono indifferenti. Si può allora optare per far fare al bimbo uno screening al fine di determinare se i nostri sospetti sono fondati. Lo screening non è una diagnosi. Serve solo a determinare, attraverso test nelle varie aree di apprendimento relative a lettura, scrittura e calcolo matematico, se potrebbe esserci effettivamente la presenza di DSA. Serve insomma a determinare il fattore di rischio. Se lo screening dà esito negativo in tutte le aree non si può sicuramente parlare di disturbo, se dà esito positivo in una o più aree, può essere opportuno proseguire con una diagnosi. Non è comunque detto che un esito positivo dello screening venga sempre confermato da una diagnosi. Si tratta solo di un orientamento.
Lo screening viene quasi sempre effettuato direttamente nelle scuole in modo che il bimbo sia all’interno di un ambiente a lui familiare e lo viva quasi come un gioco per verificare le proprie capacità. Nel caso della nostra scuola, che è privata, lo screening viene condotto da una psicologa che provvede poi anche ad effettuare i punteggi e a parlare, su richiesta, con i genitori. La società a cui appartiene è privata ed il costo è di 70 euro per ogni bimbo. Nelle scuole pubbliche, credo purtroppo non tutte ancora, lo screening può invece venir condotto internamente da uno degli insegnanti che viene appositamente formato per diventare l’esperto e punto di riferimento dell’istituto per la DSA.
Durante lo screening il bimbo viene fatto leggere a voce alta e viene poi sottoposto a test di comprensione del testo, a prove di scrittura. Dovrà eseguire un test volto ad individuare delle false parole così come effettuare calcoli matematici ed operazioni. Ad ogni test corrisponde un punteggio che va a determinare la sua efficienza o meno nelle varie aree.
Una volta che si ha esito positivo con conseguente sospetto di DSA, sta al genitore decidere se andare avanti facendo una vera e propria diagnosi.
La diagnosi di DSA
La diagnosi vera e propria che, ribadisco ancora, può essere effettuata solo da un neuropsichiatra, oltre a confermare o meno la presenza del disturbo con certezza, serve ad ottenere una certificazione di DSA, grazie alla quale la scuola è tenuta a prendere atto della presenza di un disturbo e a concedere al bambino di utilizzare gli ausili necessari. Occorre fare attenzione che, a seconda della regione in cui ci si trova, la scuola potrebbe non accettare diagnosi fatte da studi privati, ma solo quelle fatte dal sistema sanitario nazionale. Meglio quindi informarsi bene prima. Purtroppo i tempi di attesa del sistema sanitario pubblico sono enormemente più lunghi.
Il neuropsichiatra effettuerà la diagnosi dopo due o più incontri di diverse ore. Verranno intervistati i genitori con domande sulla storia del proprio figlio e sul suo apprendimento. Poi compierà diversi test con il bambino volti a determinare il suo quoziente intellettivo (ricordo che si può parlare di DSA solo in presenza di bambini intellettualmente normodotati o superiori) e a come funziona il suo apprendimento tramite prove di memoria, comprensione, lettura e scrittura.
Il momento più indicato per effettuare la diagnosi si colloca nei primi anni della primaria, in particolare è possibile determinare la dislessia già alla fine della seconda e la discalculia alla fine della terza.
Ora che abbiamo capito le differenze fra screening e diagnosi, la prossima volta vedremo invece cosa avviene dopo aver avuto la diagnosi di DSA.