E’ la persona che più riesce a farmi saltare i nervi.
Una delle poche a dire il vero. Perché sono una persona molto tranquilla, calma e paziente.
Sa essere sottile, difficile crederlo.
A volte bastano pochi gesti forti, diretti, a volte le sue provocazioni sono piccole gocce, continue, costanti durante tutto il giorno. Gocce che vanno a riempire un vaso mai abbastanza grande per contenerle tutte. Puoi sforzarti quanto vuoi, c’è sempre quella maledetta goccia che lo fa traboccare.
Se sei in un momento di grandi risorse riesci ad asciugare, a metterci una pezza, se sei stanca e stressata come sono in questo momento è la fine. Ti sale all’improvviso tutto il nervosismo che hai represso nell’ultimo periodo, che è seduto pesantemente sul tuo stomaco da giorni, a cui non hai dato il permesso di trovare una via d’uscita perché tu sei sempre stata una persona perfettamente in grado di controllarsi, di parlare, discutere e trovare una soluzione.
All’improvviso, all’ennesima provocazione, si concentra tutto lì in quel attimo e tu, che anche quando ti veniva chiesto di gridare da ragazzina, non sei mai riuscita a farlo, perché il grido è da sempre una cosa che ti è completamente estranea, proprio tu, inizi a gridare come una pazza, con uno sforzo immane perché non sai nemmeno dove andare a prenderla quella voce lì, e con il male alle tempie per lo sforzo, senti il bisogno impellente di uscire di scena, correre in una stanza e sbatterti dietro la porta.
E’ successo stasera e non ne vado fiera. In questi momenti sembra che tutti gli sforzi fatti per essere un buon genitore falliscano miseramente.
Sì perché la persona che riesce a farmi perdere il controllo è mio figlio, di anni 5. E’ quel bambino che ha vissuto nei miei sogni fin da bambina, che ho voluto da sempre, che amo incondizionatamente e che mi ama a sua volta incondizionatamente. Un legame forte il nostro, in cui Francesco è riuscito a infilarsi veramente solo dopo che è nato anche Diego. Due testoni io e mio figlio e due caratteri tosti in cui nessuno vuole prenderla persa. Tanta fatica per tenerlo il più possibile arginato, per non cedere e poi a volte il concedere perché non si può vivere sempre facendo a braccio di ferro. Tanta la voglia di un momento di pausa, tanto il desiderio di un rapporto rilassato, semplice, senza complicazioni. Mi dicono che passerà, ma io ho già capito che ogni età avrà i suoi problemi e forse il peggio deve ancora venire. Mi consolo pensando che almeno ci potrò ragionare, anche se in realtà ci ragiono da sempre. E’ un bambino sveglio, intelligente, sensibile, troppo forse. E si difende attaccando. Per fortuna che ogni tanto cede anziché attaccare e mi chiede di stringerlo e fargli le coccole. Sono i momenti per me più belli.
Devo dire che è sì un bambino complicato che mi fa sudare per ogni cosa, ma è anche pronto a sorprendermi quando meno me lo aspetto. In fondo gli stiamo chiedendo tanto e lui sta affrontando tutto con forza e coraggio. E non voglio dimenticare nemmeno che un anno fa ha perso l’esclusività della sua mamma e che ancora lotta con il morbo della gelosia. La vedo nei suoi occhi tutte le volte che ho Diego in braccio, tutte le volte che non perde occasione per tormentarlo.
Ora sono tranquilla. Dopo la sfuriata, in pochi minuti sono rientrata in me stessa, ho addormentato Diego e poi sono andata a consolare Carlo Alberto che piangeva in camera per il mal di denti comparso mentre gridavo. Abbiamo letto il suo libro preferito sul Titanic e ho risposto a tutte le sue 1000 domande a cui di solito metto un freno perché hanno il solo scopo di rimandare l’ora di dormire. Si è voluto addormentare con la testa sulla mia pancia come ha iniziato a fare quando ero incinta di Diego. L’ho sentito abbandonarsi su di me e respirare di nuovo tranquillo e mi sono sentita di nuovo solo una mamma piena d’amore. La rabbia era dimenticata.
Ora provo a dormire sperando di alzarmi almeno un minimo riposata domani, anche se non sarà così facile. Diego da ieri ha una brutta tosse che non mi piace per niente e si è già svegliato 5 volte. Domani è domenica e saremo di nuovo in ospedale per la penultima iniezione del vaccino anti rabbia a Carlo Alberto. E’ un weekend pesante per me perché sono sola, Francesco lavora fuori città e rientrerà solo domani sera. Anche questo ha contribuito non poco al mio nervosismo di stasera. L’indisponenza di Carlo Alberto negli ultimi 3 giorni ha fatto il resto. Domani cercherò di alzarmi, come sempre, con tutte le più buone intenzioni, speriamo solo che sia una giornata migliore. Ne ho bisogno.