Come promesso, dopo avervi parlato della mia personale esperienza con mio figlio e dei vantaggi che vengono riconosciuti all’Ipad nella prima parte, oggi vi parlo delle problematiche a cui, l’uso eccessivo di questo strumento tecnologico, può portare.
Essendo un mondo abbastanza recente, non vi sono ancora studi assolutamente certi e definitivi né sui vantaggi né sugli svantaggi, ma tutto è ancora aperto ed oggetto di studio e discussione.
I nostri bambini, la cosiddetta “generazione touch” o “nativi digitali”, sono di fatto le cavie per gli studi che gli scienziati stanno effettuando. Senza farsi terrorizzare, è però utile conoscere e capire quali sono le principali accuse che si fanno ad Ipad, tablet e videogiochi.
Vediamole insieme:
– l’uso degli strumenti tecnologici in generale limiterebbe lo sviluppo delle capacità sociali dell’individuo, in particolare della comunicatività. Parlando dei piccoli utenti, i bambini sempre più sono chiusi nel loro mondo e prediligono spesso usare l’Ipad piuttosto che interagire con gli amici o uscire a giocare. Ne abbiamo esempi tipici ogni giorno sotto agli occhi quando per esempio al ristorante vediamo due bambini seduti al tavolo, ognuno con il proprio tablet, che non si rivolgono la parola per tutto il tempo.
Secondo l’American Academy of Pediatrics ancora più dannoso sarebbe per la fascia di età da 1 a 2 anni, periodo nel quale ci sono importanti sviluppi nel cervello. Parlando di periodo adolescenziale invece sempre più sono i rapporti fra coetanei attraverso i social piuttosto che di persona. Anche per noi adulti è ormai pratica diffusa mandare un messaggio su facebook piuttosto che telefonare o incontrare un amico. Credo che anche senza studi ancora certi, sia quindi innegabile la negatività in ambito sociale.
– La presenza fra videogiochi ed app di molti giochi violenti stimolerebbe l’aggressività di bambini ed adolescenti facendogliela considerare normale, legittima. In molti giochi poi una maggiore violenza viene addirittura ricompensata con premi. Molti gli studi che avvalorano questa tesi, ma c’è anche un’altra corrente di pensiero che vuole dimostrare che la criminalità minorile è diminuita fra gli adolescenti con la grande diffusione di videogiochi violenti perché l’adolescente sarebbe in grado di relegare la violenza all’ambito del gioco abbandonandola nel mondo reale. Mi viene però da pensare che più difficile sia questa operazione per i piccoli. Anche se, più in grande, è anche la critica che si fa spesso al mondo delle fiabe dove c’è sempre il cattivo. C’è chi dice che è controproducente per i bimbi e chi dice che invece in questo modo i piccoli hanno modo di metabolizzare e prepararsi alla realtà in uno spazio protetto.
– l’uso di Ipad e videogiochi sarebbe controproducente per la salute, soprattutto dei bambini, per quanto riguarda:
– la vista che ne risulterebbe molto affaticata così come avviene per un uso eccessivo della TV. Soprattutto il non fare mai una pausa sarebbe dannoso.
– il metabolismo, perché viene favorita la sedentarietà a discapito del gioco all’aperto o delle attività sportive con conseguente aumento della obesità infantile ed adolescenziale.
– qualità del sonno: uso di Ipad e videogiochi, soprattutto nelle ore finali della giornata, favoriscono la difficoltà ad addormentarsi ed un sonno agitato.
– l’esposizione al campo elettromagnetico del WiFi.
Mi sembrano abbastanza intuitivi i primi due e, piuttosto inquietante, l’ultimo. A questo proposito, pur non essendoci ancora conclusioni certe, i detentori di questa tesi consigliano perlomeno di disattivare il WiFi del dispositivo quando i bimbi giocano in casa.
– problemi di apprendimento. Se da una parte è vero che il bambino apprende le nozioni più velocemente perché lo fa divertendosi, dall’altro è vero che stando sempre con l’Ipad in mano, dedica molto meno tempo ai sistemi di apprendimento tradizionale. Questo si evidenzia comunque soprattutto in età adolescenziale quando i ragazzi trascurano compiti e studi per passare più tempo a giocare.
– problemi di concentrazione e attenzione: i bambini con l’uso dell’Ipad migliorerebbero quella che è la capacità di concentrazione a breve termine, ma peggiorerebbero quella a lungo termine. Non sarebbero in particolare in grado di impegnarsi per ottenere un obiettivo più difficile. Questo creerebbe in loro depressione, frustrazione ed ansia.
– dipendenza: secondo alcuni studi, il cervello di chi gioca ai videogiochi, rilascerebbe dopamina, un neurotrasmettitore responsabile della sensazione del piacere e coinvolto nel processo di dipendenza per esempio da sostanze stupefacenti. Per questo il bambino, quando gli viene detto di smettere dopo che ha giocato molto tempo, ha delle vere e proprie esplosioni di rabbia. Perché gli viene tolta una cosa che gli sta facendo provare molto piacere. Come nelle altre dipendenze, più si gioca e più si vorrebbe giocare. Non ci sono ancora studi certi, ma è proprio su quest’ultimo aspetto che mi voglio soffermare perché io posso dire che, nei momenti più difficili avuti in passato con mio figlio, la cosa che mi faceva più paura era proprio questa rabbia quando gli veniva detto che il tempo era finito. Anche recentemente ho avuto questo tipo di problema ed è vero che mi è sempre successo quando, per un motivo o per l’altro, lui aveva giocato più tempo del suo solito.
Pur in mancanza di studi che ne determinino la veridicità assoluta, sono nati negli ultimi anni termini che identificano questo problema come “dipendenza tecnologica”, “Ipad addicted”e “Net gaming” così come strutture che se ne occupano. Nel 2009 al Policlinico Gemelli di Roma è stato aperto un ambulatorio che si occupa di dipendenza da Internet e videogiochi.
Dato che la diffusione massiccia della tecnologia è recente, gli scienziati si basano molto sull’osservazione da parte dei genitori del comportamento dei propri figli. Qui vedete i risultati di un importante sondaggio condotto dalla Northwestern University sugli effetti positivi o negativi che i diversi tipi di media ( TV, computer, Ipad e smartphone, e videogiochi) hanno avuto sui loro figli. Come vi ho evidenziato in rosso, le aree dove si osservano le maggiori problematiche per TV e computer sono quelle sociali, di comportamento, del sonno e delle attività fisiche. Quando si parla di “mobile device” (tablet e smartphone) vengono interessate ulteriori aree e, quando si parla di videogiochi, gli effetti negativi investono tutte le aree indistintamente.
Dunque quali sono i segnali a cui dobbiamo fare attenzione noi genitori?
– quando il bambino piange e fa capricci (bimbo molto piccolo) o mostra un eccessivo nervosismo fino ad arrivare a vere e proprie esplosioni di rabbia (bimbo più grande) quando gli viene detto di smettere.
– quando non riesce a vincere in un gioco e reagisce o provando e riprovando con accanimento o, all’opposto, con pianti e frustrazione
– quando chiede di poter giocare con l’Ipad o con i videogiochi con molta insistenza
– quando il bambino continua a giocare anche se gli si propone un’altra attività divertente che prima gli piaceva.
– quando il bambino parla dei videogiochi o dell’Ipad anche quando non li sta usando.
– se il bambino quando vede l’Ipad o lo smartphone in giro per casa sente il bisogno di toccarlo e guardarlo
– quando si nota un comportamento oppositivo ed irritabile in generale. Comportamento che si placa quando arriva il momento di giocare con l’Ipad
Non è detto che in presenza di questi segnali si debba per forza parlare di dipendenza, ma sicuramente questi atteggiamenti dimostrano che il bambino non sta facendo un uso corretto dei dispositivi tecnologici.
Navigando in rete ho trovato anche un semplice test, approntato dal “Nightingale Hospital” di Londra specializzato in psicoterapie, da fare online per evidenziare se ci può essere un problema. E’ nato per gli adulti, ma può essere applicato anche ai bambini. L’ho fatto anch’io e sono risultata essere ancora fuori dall’area della dipendenza da tecnologia, ma comunque molto vicina. Rispondendo invece per mio figlio, lui risulta già dentro all’area cosiddetta a rischio.
Se ciò avviene, il medico consiglia un periodo di disintossicazione totale di almeno 72 ore in cui il genitore non deve assolutamente cedere alle richieste di giocare del figlio. Nelle prime ore il bimbo potrebbe provare molta rabbia e frustrazione, poi andrà migliorando. Quando la situazione sembrerà tornata normale, occorre reintrodurre la tecnologia, ma in modo controllato e solo a piccole dosi. I dispositivi andrebbero tenuti lontano dalla camera dei figli ed in generale dalla loro visuale in modo che non ne siano continuamente tentati. Forse a molti questo tutto ciò potrà sembrare esagerato, ma a me che sono passata da una situazione molto simile, non lo sembra affatto. Come sempre è meglio prevenire che curare.
Dunque Ipad, tablet e tecnologia sono strumenti utili per i nostri bambini o demoni da tenere lontani?
Due concetti racchiudono la verità:
– La tecnologia non è né buona né cattiva, i risultati dipendono solo dall’uso che se ne fa
– Tutti i comportamenti, quando diventano troppo intensivi, rischiano di sfociare in una patologia
Vediamo quindi quale sarebbe l’uso ottimale della tecnologia consigliato dagli esperti per i nostri bambini:
– un uso limitato nel tempo, mai per più di un’ora al giorno
– offrirgli alternative per divertirsi con altri bambini o con attività di altro genere
– non usare Ipad & Co. come una babysitter che intrattiene i bambini al posto nostro per poter svolgere le nostre attività
– essere quindi presenti a fianco dei bambini mentre giocano, sedendoci a farlo insieme a loro
– essere d’esempio per loro non facendosi vedere sempre con Ipad e smartphone in mano
Come vedete c’è grande spazio di lavoro e miglioramento anche per noi genitori. Io personalmente cado purtroppo molto spesso in questi errori.
Riporto le significative parole della Dottoressa e scrittrice Alba Marcoli durante un’intervista de “Linkiesta”:
“Bisogna evitare gli approcci ideologici, in un senso o nell’altro. È chiaro che l’uomo si deve adattare all’evoluzione della società. Ciò che apprendono i bambini poi lo utilizzano nel resto della vita. Il pericolo che va evitato è che l’eccesso di tecnologia impedisca ai bambini di costruire i propri contenitori mentali, cioè la capacità, che si costruisce lentamente nell’infanzia, di adattarsi alle situazioni difficili della vita senza esserne distrutti. Purtroppo si vedono sempre più spesso bambini che sono cognitivamente molto grandi, ma emotivamente ancora piccoli”
Prosegue dicendo che non c’è un metodo assoluto e giusto per tutti i bambini affinché la tecnologia non impedisca questo e che ognuno deve trovare il proprio metodo. Conclude poi dicendo:
“Ciò che rende pericoloso l’eccesso di tecnologia è che spesso va a scapito delle relazioni, che sono il contesto in cui i contenitori mentali di cui parlavo si creano. Invece anche in questo ambito è fondamentale che ci sia una relazione specialmente tra genitori e figli”
Quello a cui stiamo assistendo e che stanno vivendo i nostri figli è quindi un cambiamento epocale e rivoluzionario. La cosa migliore che noi genitori possiamo fare è viverlo insieme a loro.
Non lasciamoli soli davanti ad un tablet, ma giochiamo insieme a loro.
9 thoughts on “Quando i bambini sviluppano una dipendenza da Ipad e videogiochi? – parte 2”
interessante, sono d’accordo sulla parte sociale del problema e la pensavo anche io come te anche sull’apprendimento. questo fino ad un mese fa, quando ho fatto un corso per l’universita` per cui insegno. il corso online era diretto ad insegnanti per prepararci ad insegnare appunto online. Parliamo di corsi universitari.
ebbene tra le tante cose che mi hanno aperto gli occhi c’era il concetto di digital native and digital immigrant. i nostri figli sono digital natives, noi no! Noi abbiamo un accento come quando parliamo una lingua straniera, proprio perche` non siamo nati con la tecnologia, i nostri figli invece si`. sembra che anche il loro cervello lavori in modo diverso dal nostro… hanno quasi bisogno di stimoli visivi per imparare..ormai i libri non bastano piu`..triste , ma vero! Ne scrivero`…l’argomento e` molto interessante e pieno di sfaccettature..
Sì infatti noi, non nativi digitali, non possiamo arrivare a comprendere fino in fondo come apprendono ora i figli della tecnologia. Il fatto stesso di vedere subito, nello stesso spazio visivo, il rapporto di causa ed effetto fra il dito che tocca e l’effetto che accade, rivoluziona completamente il sistema cognitivo. E sì, le sfaccettature sono tante…si capisce dalla lunghezza del post! E molte ancora sarebbero le cose da approfondire…
Grazie per il tuo commento.
Quanto mi piacciono i tuoi post che approfondiscono tematiche importanti come queste. Sei bravissima!
Per quanto riguarda la mia esperienza la cosa che più mi spaventa non è il loro rapporto con l’Ipad, dal momento in cui fanno intere giornate a non guardarlo e non sapere nemmeno se esiste, mi fa paura il mondo di bambini della loro stessa età che lo utilizzano in maniera totalmente scorretta. Mi spiego meglio. La scorsa settimana è venuta a giocare da noi un’amichetta di Tommaso, la prima cosa che hanno fatto in auto è stata estrarre l’Ipad, scambiarseli e giocare. Io facevo loro domande, cercavo di raccontare cose divertenti, tentavo in tutti i modi di distrarli ma loro non hanno mai alzato lo sguardo. Ecco, tutto ciò non è mai accaduto quando siamo soli. La mia paura è l’emulazione. Purtroppo Tommaso non ha un carattere duro e forte come quello del fratello e spesso si fa trascinare, questo mi spaventa perchè non sopporto che lui voglia utilizzare l’Ipad solo perchè lo fanno i suoi compagni e solo per non sentirsi inferiore.
E’ una cosa sulla quale stiamo lavorando ma, come ben sai, spesso coi maschi è difficile.
Io comunque durante il viaggio verso la scuola, che dura circa 45 minuti, cerco di coinvolgerli in giochetti di parole, con la musica, le barzellette, le frasi sciocche e divertenti in modo che gli passi la voglia di prendere tra le mani l’Ipad.
Grazie Drusilla e grazie per i tuo commento. Tocchi un altro aspetto importante. Io sono sempre dietro a lottare per far rispettare a Carlo Alberto il tempo concesso, non ho mai acconsentito a che prendesse il mio smartphone, faccio rispettare sempre il divieto a portare fuori l’Ipad e poi mi capita che gli altri bimbi fuori ce l’abbiano e per lui è comunque un’attrattiva enorme anche solo stare lì incollato a vedere gli altri. Così tutti i miei sforzi vengono vanificati in un secondo. Non voglio giudicare i genitori che se lo portano al ristorante perché ognuno è libero di crescere i propri figli come meglio crede però trovo sia un gran peccato vedere dei bimbi che anziché giocare, rincorrersi e ridere, se ne stanno incollati allo schermo. La scorsa settimana in un giorno di chiusura scolastica, ho organizzato la giornata da me con altre due mamme perché i bambini potessero giocare insieme.Essendo CA in un nuovo mmomento di attaccaento all’Ipad, per la prima volta, pur se con un certo imbarazzo, ho chiesto ad una delle mamme che si porta sempre il tablet, di lasciarlo a casa.Devo dire che lei ha capito ed è stata molto disponibile. La giornata è poi stata faticosa e si avvertiva l’assenza dell’elemento pacificatore, ma sono contenta che hanno giocato con altri giochi di solito completamente dimenticati. Come si dice spesso noi mamme dovremmo essere più unite e metterci un poco d’accordo su come gestire il tempo con i nostri figli.
Molto interessante anche questa seconda parte. Per ora mia figlia maggiore chiede solo ogni tanto di guardare qualche cartone anomato ed ai nonni di fare qualche puzxle sull’i-pad. Mio marito è molto a favore della tecnologia, avendo lui stesso passato da piccolo lunghi pranzi attaccato al videogame ed essendo poi cresciuto con Amiga e similari. Io rabbrividisco all’idea!
Al momento sono però più concentrata su di me e sull’esempio che do alle mie bimbe, perché mi rendo conto che WhatsApp è davvero un elemento fantastico ma troppo invadente. Quest’estate ho provato ad essere senza connessione per una settimana in vacanza: stavo alla grande, ma appena c’era un WiFi al ristorante con una scusa qualsiasi subito mi connettevo e via a chattare o navigare sul web. Insomma come già ho commentato alla prima parte del post, vorrei trovare prima di tutto un mio equilibrio, tipo attivare la connessione dati solo in certi momenti della giornata, avvisando le amiche/parenti di telefonare se c’è un’urgenza. Chissà forse ci proverò 😉
Io e mio marito invece per questo siamo allineati. Nessuno dei due ha subito da piccoli il fascino dei videogiochi. In quanto ad avere sempre in mano il cellulare e stare davanti allo schermo del PC e dell’Ipad non siamo un gran esempio. C’è da dire che per mio marito sono anche strumenti essenziali di lavoro e per me sono legati alla passione che metto in questo blog. Però da qualche giorno sto cercando di lavorarci anch’io perché capisco che gli occhi di mio figlio non vedano la differenza fra lavoro, passione e gioco..
avevo lasciato (o tentato di) un lungo commento, ma devo aver pasticciato :/
Molto importante questa ampia riflessione.. L ‘uso ..anzi l’abuso della tecnologia a mio modesto parere sta seminando vittime e aumentando le problematiche dell’adolescenza. Il punto è che questo enorme sforzo fatto da tanti genitori attenti non va di pari passo con le altre realtà.
Tutti i genitori dovrebbero viaggiare sulla stessa onda e non solo ma dovrebbe essere un problema affrontato dalle autorità affinchè stimoli eccessivi siano banditi. La scuola, le istituzioni ( ministero della coltura,della salute.) dovrebbero istituire delle task force per controllare e moderare l’abuso. Aprire degli ambulatori è come riconoscere uno stato di malattia…che deve essere contrastato e prevenuto…si può fare.
Io come mamma, pediatra sono molto preoccupata e per quanto mi possa sforzare di non drammatizzare ciò che osservo intorno a me non può che farmi riflettere e alzare la voce perchè ci si ascolti
Ciao Gabriella e benvenuta qui! Leggo questo tuo commento proprio all’indomani di una cena con la squadra di calcio dove gioca mio figlio. Ho provato una gran tristezza nel vedere circa 20 bambini fra i 7 e 10 anni riuniti a gruppetti intorno a un tavolo intorno ai 5/6 bimbi ai quali i genitori avevano dato il loro cellulare per giocare. Nessuno che parlava fra loro, tutti con gli occhi puntati su quei piccoli schermi. Più volte ho pensato di chiedere agli altri genitori di ritirare i telefoni in modo che parlassero fra loro, ma vedendo che gli altri genitori non sembravano notare la cosa, alla fine sono stata zitta. Da genitore però che da sempre vieta di portare fuori iPad o altro per videogiochi e non ha nessun gioco scaricato sul proprio cellulare, mi è sembrato di fare uno sforzo inutile perché mio figlio era incollato comunque a quello degli altri. Per fortuna ad un certo punto un cellulare si è scaricato ed un gruppetto, al quale ho fatto aggregare anche i miei figli, sono usciti fuori ed hanno inventato delle missioni paurose fra gli alberi. La prova che la fantasia dentro ai bimbi c’è ancora e dobbiamo essere noi genitori a non permetter loro di spegnerla con i videogiochi. Se fossimo uniti in questo sarebbe tutto più facile!