Da giorni volevo scrivere questo articolo, anzi ne avevo urgenza perché questo mio diario è diventato ormai un modo per sfogarmi. Avevo necessità di tirar fuori dal mio animo il dispiacere, i dubbi, i sensi di colpa, metterli nero su bianco per leggerli come se fossi un’altra, senza il coinvolgimento dell’essere madre. Avevo bisogno di ritrovare la giusta lucidità, ma ho aspettato. Ho aspettato perché non è facile raccontare certe cose sul proprio figlio. Non è facile dire che tuo figlio si è rivolto a te con rabbia urlando, ringhiando e dandoti della stupida e della scema. Proprio il tuo primogenito, quello che è stato sempre un po’ complicato, ma anche quello che ti ha avuto sempre presente, sempre attenta, quello per cui hai cercato di essere la mamma migliore del mondo. E non ho nemmeno potuto sgridarlo perché l’ho visto in crisi come non mai nella sua breve vita di bambino, il suo corpicino colmo di rabbia fino a scoppiare. Come può un bambino di 5 anni, circondato d’amore, arrivare a questo punto? Diversi segnali c’erano stati nelle settimane precedenti, tant’è che proprio quella mattina avevo scritto alla maestra nel quaderno che usiamo per tenerci in contatto e scambiarci informazioni su Carlo Alberto, chiedendole se potesse essere successo qualcosa a scuola, dato che lo vedevo nervoso e tutti i giorni, da una settimana a questa parte, mi chiedeva di non andare all’asilo. Cosa che non era successa nemmeno nel primo e difficile mese alla scuola internazionale. La maestra mi ha risposto che effettivamente, dal ritorno dalle vacanze, Carlo Alberto era tornato ad essere un po’ aggressivo con i compagni come era nel primo periodo quando faticava a trovare un approccio corretto con gli altri bambini anche per il fatto che per lui l’inglese era una lingua sconosciuta. Due bimbi che sono nel pulmino con lui le avevano inoltre raccontato proprio quel giorno di essere stati colpiti da Carlo Alberto con uno schiaffo nei giorni precedenti. Ed anche in giardino aveva dato delle spinte a dei bimbi più grandi. Quando gli ho chiesto una spiegazione, mi ha urlato che non me l’avrebbe detto mai. Poi il pomeriggio è trascorso molto faticosamente fra urla, brutte parole, pianti, scuse, di nuovo pianti e riconciliazioni con me che sono riuscita, non so nemmeno come, a mantenermi calma ed a bloccarlo nelle sue sfuriate senza alzare la voce e ad accoglierlo fra le braccia con dolcezza nonostante lui stranamente non volesse. Lui così fisico con me, all’improvviso aveva eretto un muro fra di noi. Poi, al momento della storia della buonanotte, finalmente tanta voglia di parlare da parte sua e di giustificarsi. Mi ha raccontato che in pulmino gli altri bimbi si erano presi gioco di lui, rubandogli un calzino dallo zaino, tirandolo ovunque è nascondendoglielo. A riprova di questo in effetti ho che il calzino mi è stato restituito il giorno dopo dalla ragazza che si occupa dei bimbi in pulmino. E poi in giardino, i bimbi di un’altra sezione gli hanno dato calci quando la maestra non poteva vedere. Il giorno dopo ho scritto tutta alla maestra, scrivendo ovviamente che non potevo essere certa che fosse la verità. Ci ha quindi richiesto un colloquio per confrontarci insieme, fissato per ieri. Nell’attesa del colloquio le cose sono un po’ migliorate, ma la mia testa non ha smesso di pensare a tutto quello che poteva aver portato a quel punto e piano piano ho iniziato a capire. Devo fare una premessa: da sempre ho un’avversione per i videogiochi, avversione che condivido con Francesco. Per questo motivo in casa nostra nessuno ha mai giocato con i giochi di cellulari e pc e per Carlo Alberto era un mondo sconosciuto. Poi, come spesso accade, lui ha iniziato a vedere qualche videogioco a qualche bambino e ha mostrato subito un grande interesse che non è stato da me alimentato al punto che ho impedito ai nonni di acquistargliene uno. Dopo l’arrivo qui in Thailandia purtroppo ci sono stati una concatenazione di eventi tali che abbiamo dovuto passare tanto tempo chiusi in casa. Ovviamente qui Carlo Alberto non ha canali italiani nella televisione, non ha che una piccola parte dei suoi giochi e dei suoi libri, non ha ancora amici a parte la figlia di un collega di Francesco che ha comunque 5 anni in più di lui. E, non ultimo, mi deve condividere con il fratellino, di cui è perdutamente geloso. Tutto ciò ha fatto finire nelle sue mani sempre più spesso i nostri computer per vedere cartoni animati in italiano su you tube. Carlo Alberto ha avuto da subito un feeling speciale con l’Ipad, forse per le dimensioni, forse per la facilità d’uso senza la tastiera. In pochi giorni, grazie anche a qualche dritta nostra e di amici, ha scoperto tutte le sue potenzialità, compresa la possibilità di scaricare app ed accedere a numerosi giochi. All’inizio, nonostante la mia innata avversione, ho pensato che fosse un modo come un altro per rilassarsi e non mi sono opposta perché capivo la sua difficoltà di stare 9 ore in un ambiente dove parlano solo inglese e dove lui non capiva praticamente nulla. Faccio anche un mea culpa perché, a volte, mi tornava utile quando lui rientrava dall’asilo e mi capitava di avere Diego stanco che voleva stare solo in braccio , cosa che scatenava la gelosia di Carlo Alberto che non mi aveva visto tutto il giorno. L’Ipad era l’unica proposta che lo tranquillizzava, così glielo concedevo per un’ora. Poi la serie infinita di stress che ha dovuto sopportare dopo poco tempo dall’arrivo in Thailandia: il brutto morso del cane randagio con la conseguente somministrazione delle 6 punture del vaccino anti rabbia, l’operazione ai denti in anestesia totale, la dengue che l’ha tenuto in ospedale 8 giorni e a casa in convalescenza poi. Tutto nel giro di meno di tre mesi! Aggiungiamoci anche le malattie del fratello che lo hanno fatto stare in casa spesso e volentieri. Nei momenti dei pianti, delle attese in ospedale, dello stress e della noia, onestamente devo ammettere che l’Ipad, fra giochi e cartoni animati su internet, è stato il nostro unico conforto e aiuto. Soprattutto quando eravamo tutti e due ricoverati per dengue, con me che non riuscivo ad occuparmi di lui perché stavo male, con mia madre a casa con Diego e Francesco al lavoro. Onestamente senza IPad sarebbe stato tutto più difficile. Anche dopo, durante la convalescenza a casa, capivo che si stava attaccando troppo all’Ipad, ma purtroppo non avevo molte alternative da offrirgli non stando io affatto bene. Tutto quello che gli proponeva mia madre nelle poche ore in cui Diego dormiva, non gli andava e lo faceva innervosire. Piano piano ha abbandonato i giochi più istruttivi che all’inizio erano piaciuti anche a noi, come quelli sul golf, la dama, quelli per imparare l’inglese, per giocare a quelli più “stupidi”. Anche su you tube guardava con interesse solo dei filmati di un ragazzino che raccontava, in italiano, come meglio destreggiarsi con un gioco che piaceva anche a Carlo Alberto. Dato il periodo di stress gli abbiamo lasciato fare quello che voleva per non contrariarlo. E quando siamo stati in vacanza a Koh Chang e lui spesso diceva che era stanco e voleva tornare in camera, io pensavo che fosse ancora debole, dato che effettivamente anche io lo ero. Invece voleva solo andare a giocare con l’Ipad. E quando è guarito ed è stato il momento di tornare all’asilo, per la prima volta mi ha detto che non voleva, io ho pensato che era perché era stato tanto insieme a me, anche perché la gelosia nei confronti del fratello nell’ultimo periodo era aumentata di nuovo molto e forse non voleva lasciarmi a casa sola con lui. E invece, probabilmente, voleva stare a casa a giocare con l’Ipad. Quando ha iniziato a mostrare momenti di nervosismo e a rispondermi male, ho pensato fosse successo qualcosa all’asilo e in effetti aveva avuto due episodi di problemi intestinali in cui si era sporcato tutto, lui così riservato per certe cose e così orgoglioso. E invece probabilmente parte del nervosismo era dovuto al fatto che, al rientro all’asilo, io ero tornata a concedergli l’Ipad solo per un’ora al giorno. E quando scadeva l’ora lui sbuffava, tormentava suo fratello, mi rispondeva male. E da li’ e’ stato tutto un crescendo di nervosismo. Dopo tanto spremersi le meningi, mi sembrava all’improvviso tutto chiaro. I suoi amati mattoncini Duplo abbandonati da più di un mese, l’avversione per il disegno e per tutto quello che cercavo di proporgli. E così, d’accordo con Francesco, ho preso quella che mi sembrava l’unica decisione possibile: togliergli l’Ipad. Definitivamente, dato che ridurglielo ad un’ora al giorno, aveva solo aumentato il suo nervosismo. Tanti i dubbi, la paura di farglielo diventare ancora più caro con la privazione forzata, la paura di togliergli un’attività rilassante in questo duro periodo di adattamento, la paura di incattivirlo ancora di più contro di me e suo fratello su cui scarica la rabbia. Nessuno specialista a cui chiedere aiuto perché queste cose non le puoi fare in una lingua che non è la tua. Ho seguito l’istinto e spero che non mi tradisca. È passata una settimana da quando gliel’ho tolto. I primi giorni sono stati durissimi, ho subito altre sue crisi, altre brutte parole, altri pianti disperati, altre brutte provocazioni. Il più delle volte sono riuscita a rimanere calma, una o due volte non ce l’ho fatta, ho gridato e mi è sembrato di aver rovinato tutto sentendomi in colpa. So da tante letture che non va bene perdere la calma davanti ai figli e lo condivido, eppure inaspettatamente, proprio quel vedermi che non ce la facevo più, quel vedermi con gli occhi lucidi, hanno aperto un varco dentro la sua rabbia. Gli hanno dato il desiderio di strisciarsi alle mie gambe, di darmi un bacio. E piano, molto piano, le cose stanno migliorando. Sono meno frequenti le volte che mi risponde male, abbiamo già giocato due volte con i Duplo, si è divertito fuori e non mi ha chiesto di tornare a casa. E, soprattutto, da 4 giorni non mi chiede di non andare all’asilo. So che la strada sarà ancora lunga e difficile perché non passa giorno in cui non mi chiede di poter giocare un po’, ma spero che veloce come è venuta questa “dipendenza” dai giochi se ne vada, restituendoci un po’ di tranquillità. Perché credo che di una vera e propria dipendenza si tratti, sicuramente alimentata da tutta le situazioni che ha vissuto e dal non avere tanti amici da frequentare. Ieri Francesco ha avuto un incontro molto costruttivo con la sua maestra e insieme hanno concordato un po’ di strategie. Lei cercherà di tenere Carlo Alberto maggiormente al riparo dagli scherzi altrui e dai bimbi che lo disturbano, perlomeno fino a che non saprà usare anche la lingua per difendersi verbalmente, cercherà di aiutarlo di più con la comprensione dell’inglese e ci fornirà i nominativi dei genitori della bimba con cui più ha legato in modo da provare a fargliela frequentare anche fuori dalla scuola. Noi faremo il possibile per aiutarlo ad inserirsi. Io inventerò tutto quello che è possibile per non fargli rimpiangere l’Ipad quando viene a casa. La maestra ci ha soprattutto suggerito di fare come a scuola e di premiarlo con belle parole ed uno sticker quando fa una cosa bene e di fargli notare quando sbaglia. Noi che sbagliava gliel’abbiamo sempre detto, salvo però, a volte, premiarlo inconsapevolmente, poco dopo, a causa dei continui sensi di colpa che abbiamo per avergli imposto questo trasferimento per lui così difficile. Intanto ho trovato un’altra cosa che lo sta entusiasmando di nuovo finalmente. Purtroppo sempre di tecnologia si tratta e questo mi dimostra che lui ha proprio un’attrazione per l’argomento, però se anche dovesse diventare un’ossessione non mi dispiacerebbe. Scarichiamo ebook in italiano sul lettore elettronico e poi li leggiamo alla sera. È buffo vederlo andare in giro con il suo libro elettronico sottobraccio e dire a tutti che ormai è diventato suo. Gli ho trasmesso il mio amore per i libri da sempre, ma ultimamente aveva perso interesse anche per loro, è bello vedere che la sua passione era solo assopita…
MammaInOriente
Sei anni vissuti fra Cina e Thailandia al seguito di mio marito. Con noi i nostri due bimbi dei quali uno è nato in Cina, luogo che rimarrà per questo sempre a noi caro. Il mio amore per l'Oriente continua, ma ora stiamo affrontando con energia la nostra nuova vita italiana. Appena posso continuo a guardare il mondo con occhi curiosi, di solito dietro all’obbiettivo della mia Canon. Adoro leggere, scrivere e condividere il mio mondo attraverso il mio blog e le mie fotografie.
8 thoughts on “Interpretare il comportamento dei bambini complicati”
l ipad e’ una brutta bestia, tutti i bambini ne diventano da affascinati a dpendenti nel giro di pochissimo…pensa che ho letto che hanno fatto un esperimento lanciandone un pacco in africa nel mezzo di niente, in un villaggio dove non hanno nemmeno l’elettricita’, e hanno studiato come i bambini nel giro di due ore lo manovravano benissimo. La mia lo vede solo a casa dei nonni perche’ mio padre ce l ha per lavoro e fa delle scenate pazzesche per guardare la pimpa sul Pad, come lo chiama lei (due anni e mezzo), io mi oppongo con tutte le mie forze ma capisco anche che i miei la vedono poco e non vogliono sentire crisi bestiali….comunque credo che come te anche io avrei intrapreso l arduo cammino della disintossicazione…pero’ non farti venire i sensi di colpa, le ragioni per cui gliel avete dato sono comprensibilissime e ci sono gentiori che per tenere i iflgi buoni in un percorso di mezzora in auto fanno lo stesso, mentre voi avevate trasferimento di paese, lontananza dal resto della famiglia, ricovero in ospedale etc…insomma tutte ragioni serie.
Non pare possibile che in così poco tempo si sia creata una dipendenza simile..eh sì veramente di disintossicazione stiamo parlando ed è veramente dura. Quando mi sembra che stiamo migliorando, poi arriva subito una giornata no a smentirmi. Sono al giorno nr.10…ce la farò??!!
Mio figlio è un po’ più grande ma da sempre molto affascinato dall’elettronica (iPad, Wii, DS …). Non ho mai notato una dipendenza, lui va molto a momenti, ci sono giorni/settimane che si appassiona ad un gioco e quindi usa molto gli apparecchi di cui sopra e altre settimane in cui se ne dimentica e si dedica ad altro. Per fortuna non smette mai di leggere, altra grandissima passione. Inoltre non ama la tv e non la guarda mai.
Io ho sempre paura che la negazione porti maggiore interesse, come accade per i desideri inarrivabili. Certo che se tu noti un peggiornamento nel comportamento di tuo figlio quando gioca e invece una maggiore partecipazione alla vita comune in assenza dell’iPad, fai benissimo a regolarne l’utilizzo. Vi auguro un periodo finalmente sereno, dopo tanti piccoli-grandi problemi, credo che questo aiuterà Carlo Alberto a trovare nuovi equilibri.
Purtroppo sì, lui è sempre stato un bimbo entusiasta di ogni cosa e molto curioso, invece ultimamente non provava interesse per nulla al di là dell’Ipad e provava ad opporsi ogni volta che volevamo uscire fuori casa. Fra i miei dubbi in effetti c’era proprio quello di fargliene aumentare la voglia, togliendoglielo definitivamente, ma purtroppo darglielo a piccole dosi lo faceva esplodere con rabbia quando gli dicevo che era ora di chiudere e poi dopo si comportava malissimo. Per ora i fatti mi stanno dando ragione: ha ricominciato a giocare con i suoi giocattoli e a cercare la mia compagnia. Poco fa abbiamo ballato tutti e tre insieme con le sigle dei cartoni, divertendoci un sacco. Un momento di allegria e leggerezza che non capitava da molto..
Ammetto di avere sempre il telefono vicino e di giocare spesso con tutte le App dell’Iphone che intortano molto, posso capire che ne sia rimasto affascinato perchè anche gli adulti diventano bambini con questi giocattolini. Da expat mi rendo conto dell’importanza perchè tramite chat tipo whatsapp mi tengo quotidianamente in contatto con amici e famigliari, ma mi è capitato di farne senza anche per lunghi periodi senza sentirne la mancanza perchè ho la razionalità dell’età dalla mia: il tuo bimbo ha trovato un amico in quella tecnologia che l’ha aiutato in un certo qual modo. Siamo tutti stressati all’ennesima da questo cambiamento, immagino che per voi lo sia stato ancora di più per le disavventure iniziali e sei stata brava a cogliere i cambiamenti del tuo piccolo correndo subito ai ripari: poi ripiegare sull’ebook è geniale! La tecnologia non fa male solo credo che fino alla fine adolescenza non si ha ancora la capacità di porzionarla e non diventarne dipendenti, non posso fare a meno di ammirare dei genitori attenti e che riescano a trovare il tempo e il modo giusto per coinvolgere i figli, dedicargli del tempo di qualità e costruttivo nonostante la frenecità che oramai ci appartiene. Sono sicura che pian piano si integrerà benissimo a scuola, velocemente si approprierà dell’inglese lasciandoti di stucco e chiederà solo Lego per regalo! XD
Credo che tu abbia evidenziato proprio i due aspetti principali di questa vicenda. Uno che lui, trovando difficoltà a crearsi un proprio mondo di amicizie e compagni di gioco nel suo ambiente attuale a causa della lingua, si era creato nell’ambiente virtuale un suo mondo dove stare in maniera “facile” e rilassata. E secondo, avendo lui solo 5 anni, non ha la capacità di mantenere i videogiochi nel loro giusto ambito di passatempo sporadico, ma trovandocisi bene in compagnia e divertendosi, sono diventati per lui una necessità fondamentale. Ieri per la prima volta nell’ultima settimana ha avuto due stickers con faccina sorridente dalla maestra e due anche da me a casa! I miglioramenti iniziano a vedersi e quindi sempre più penso che sia la strada giusta…
mi invita a riflettere questo post, perchè qui quella in odore di dipendenza qui sono io per prima. Certo che quante disavventure però, mannaggia.
Grazie della visita 🙂
Credo sia abbastanza normale quando si è un expat. Il computer è il collegamento con il nostro mondo precedente, la famiglia, gli amici ed anche un sostituto di libri, giornali e TV in italiano…difficile farne a meno! Dopo che si è mamma poi e non si possono fare più tante cose diventa anche un passatempo per chi deve stare tanto tempo in casa…