Da quando siamo tornati in Italia, sono stati giorni duri con Carlo Alberto. Le ultime settimane in Thailandia erano state molto positive ed anche durante il viaggio, sola con lui e Diego, era andata meglio del previsto. Arrivati in Italia, qualcosa, non so cosa, è scattato dentro di lui e l’ha reso di nuovo molto oppositivo. Si infiamma ad ogni no che gli do, risponde male, usa facilmente le mani per spingere e colpire anche se non con troppa forza. Io e Diego i suoi bersagli preferiti. Con il fratellino fisicamente, con me in maniera provocatoria e continua. Eppure è felice ed entusiasta di essere qui e di rivedere nonni ed amichetti. Sempre più chiaro è quindi che il nocciolo del problema è il triangolo fra me, lui ed il fratello. Della gelosia che lo attanaglia vi avevo già parlato qui. Quando scrivo dei problemi con lui è per mettere nero su bianco gli elementi che ho a disposizione e poi rifletterci. Da quei pensieri sono nati dialoghi costruttivi sia con le mie amiche del cuore finalmente davanti agli occhi che con quelle virtuali via whatsapp. Tutte mamme e di quelle che non giudicano, ma aiutano a capire.
Ho dovuto constatare che in fondo anch’io ho le mie colpe. Con tutte le giustificazioni del caso certo, però effettivamente dopo la nascita di Diego, Carlo Alberto si è visto ridimensionare notevolmente il tempo esclusivo a lui dedicato da me. Purtroppo il primo anno e mezzo di vita di Diego eravamo soli dal lunedì al venerdì perché mio marito lavorava lontano e quindi mi ha dovuta letteralmente dividere con il piccolo. A seguire siamo volati in Thailandia riunendoci come famiglia, ma uscendo completamente dall’orbita dei nonni che, pur non vicinissimi, prima ogni tanto ci aiutavano. Una nuova destabilizzazione per i bimbi, soprattutto per Diego, che si è attaccato ancora di più a me e al padre rendendo difficile anche solo pensare ad una baby sitter. Soluzione poco tollerata anche da noi per la difficoltà di lasciarlo con una ragazza che non parlava la sua lingua e di cui mai ci si può fidare fino in fondo. Tante altre le variabili che mi impediscono di passare tempo da sola con Carlo Alberto. Il padre esce di casa al mattino e torna alla sera per cui, quando Carlo Alberto rientra da scuola alle 17 non mi può avere in esclusiva perché Diego c’è ed è poco disponibile a farsi da parte. Quando il padre arriva, si cena e poi è già ora di andare a dormire perchè Carlo Alberto è esausto fisicamente. I miei figli hanno inoltre ritmi diversi perché Diego ancora ha necessità di dormire 2/3 ore durante il giorno e, durante il weekend, per garantirgli il riposo, mio marito è solito portare fuori Carlo Alberto così non fa rumore. Si crea sempre quindi questa divisione: io a casa con Diego che dorme e mio marito ed il grande fuori insieme.
Facendomi un esame di coscienza, sono anch’io ad incentivare questa divisione perché stando a casa mentre Diego dorme posso sistemare un po’ o rilassarmi davanti al pc mentre con Carlo Alberto lo scontro è sempre dietro all’angolo e, dopo aver combattuto tutta la settimana, nel weekend ho bisogno di staccare un po’ da lui. Non per giustificarmi, ma credo sia umano. Quando però un’amica mi ha chiesto: “Ma tu passi del tempo da sola spesso con Carlo Alberto?” io ho dovuto rispondere onestamente: “No, io non solo non passo spesso del tempo da sola con lui, ma non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta.”
Mio figlio mi ha avuta in esclusiva per 4 anni. Asilo a parte, è stato sempre con me perché abbiamo sempre vissuto lontano dai nonni. Tanto tempo e tempo di qualità perché, con entusiasmo, sono stata una di quelle mamme che parlavano continuamente al proprio figlio, lo accompagnavano a scoprire il mondo, facendogli fare tante esperienze visive e tattili. Ci sono sempre stata e l’ho fatto sempre con immenso amore.
Dopo i due anni il suo carattere vero si è manifestato maggiormente e non è stato facile perché si è dimostrato subito assai complicato. Avevo dalla mia una pazienza infinita e riuscivo a sopportare e a gestire meglio di ora capricci e provocazioni. Quando è nato Diego, pur cercando di non fare mancare niente in termini d’affetto ed attenzione a Carlo Alberto, il tempo esclusivo per lui si è ridotto a qualche ora nel fine settimana. In Thailandia è quasi stato soppresso anche quello.
Quindi, se la guardo esclusivamente dal suo punto di vista, come dargli torto se è sempre arrabbiato con me e molesta il fratellino dalla mattina alla sera?
E’ indubbio che debba accettare Diego come facente parte della nostra famiglia e debba smettere di sfogarsi fisicamente su di lui, ma forse io non sono riuscita ad aiutarlo nel modo migliore. Il suo temperamento, già complicato, si è inevitabilmente inasprito.
Io non so e non capisco perché dal momento che siamo arrivati in Italia sono riesplosi comportamenti che ultimamente si erano un po’ sedati. Nel mio modo di pensare sarebbe dovuto essere più sereno perché poteva avere altre persone, i quattro nonni, intorno in esclusiva.
Ma evidentemente la mente di un bambino segue percorsi diversi dai miei…
Ci trovavamo a casa dei miei genitori già da qualche giorno quando tensione, litigi, comprensione e pazienza, erano giunti al limite. Non avevo nemmeno più la forza di alzare la voce. Erano subentrati scoraggiamento e lacrime facili sempre pronte nei miei occhi. Mi sono alzata un mattino dicendomi che qualcosa dovevo provare a fare.
Cambiare il modo di affrontarlo, spiazzarlo, spezzare quella routine pericolosa, cambiare strada, imboccare un sentiero nuovo. Questi i consigli preziosi di alcune amiche.
Ho chiesto a mia madre di tenermi Diego per quel pomeriggio. L’ho addormentato e poi ho proposto a Carlo Alberto di prenderci del tempo per noi. Lui ha accettato anche se un po’ timoroso all’inizio o forse solo incredulo. Pioveva e non c’era molto che potessimo fare. Così l’ho portato ad un centro commerciale nella città più vicina. Abbiamo passato un’ora intera in libreria per scegliere dei libri perché la lettura è una passione che condividiamo da sempre. Seduti entrambi a terra davanti allo spazio dedicato a Geronimo Stilton, il suo ultimo beniamino. Senza fretta, rispettando i suoi tempi lunghi nello scegliere. Ha voluto poi prendere un librino anche per suo fratello. Dopo siamo andati a mangiare dove voleva lui prendendo il suo hamburger preferito. Ed abbiamo trovato per caso un piccolo gadget che desiderava da mesi. E’ stato calmo e tranquillo. Non ha mai protestato. E’ vero che l’ho accontentato in tutto, ma di solito questo non è garanzia che tutto fili liscio, anzi, molte volte più gli si concede e più vuole. Ed invece è stato un pomeriggio perfetto. Sono stata bene con lui e mi sono potuta rilassare senza stare attenta a quello che dicevo e senza doverlo contenere ogni due minuti. Un pomeriggio come credo tante mamme passino con il loro figlio e che per me è sempre stato un miraggio. Mi ha detto anche una cosa che mi ha fatto capire quanto lavora in tal senso la sua testolina. Mi ha ricordato che la settimana dopo, dato che lui andava al mare con i nonni, io sarei stata sempre sola con Diego e quindi noi due avremmo dovuto passare prima e dopo tante ore da soli per recuperare. Anche la sera a casa a parte qualche momento, è stato abbastanza tranquillo e molto dolce con me. Entusiasta dei risultati ho deciso che il giorno dopo, durante la nanna di Diego, avrei replicato. Al mattino però l’ho trovato particolarmente sensibile. Ha subito chiesto di passare del tempo solo con me e, quando gli ho detto che dovevamo aspettare qualche ora per addormentare Diego, è esploso in un pianto disperato e assolutamente fuori luogo. Poi ha cercato di provocarmi come al solito, ma di fronte alla mia calma, dopo un pò ha lasciato perdere. Appena ho potuto siamo usciti e gli ho proposto un giro nella mia campagna, le colline della mia infanzia.
Volutamente un pomeriggio diverso dal giorno prima perché non volevo che il nostro tempo insieme fosse solo consumistico e legato al comprare cose. Era titubante e un po’ rigido. Quando mi fermavo a scattare foto e gli proponevo di raccogliere fiori, cosa che gli è sempre piaciuta, all’inizio non voleva scendere dall’auto. Poi piano piano si è sciolto.
Abbiamo trovato una strada con tanti ciottoli di piastrelle e ceramiche, una delle insolite raccolte che gli piace fare, e questo l’ha sbloccato del tutto. Ne abbiamo raccolte di tutte i colori e parlato tanto. Mi ha detto che voleva fare un’esplorazione in un bosco e gli ho fatto scegliere il sentiero che più lo attirava. E così lo abbiamo trovato davvero un bosco da esplorare, vicino ad una vecchia casa diroccata.
Ci siamo procurati due bastoni. Carlo Alberto ha deciso i compiti: per lui quello di fare strada schiacciando arbusti ed erba alta, per me quello di sbattere a terra il bastone per spaventare bisce e vipere!
Poi ci siamo fermati su un prato per fare un piccolo picnic e riposarci. Avevo messo nello zaino uno dei libri acquistati il giorno precedente ed è stato contento di farsene leggere un bel po’ di pagine.
Abbiamo ammirato le mie colline ed il mio paese dall’alto.
E ancora di più ho capito perché il mio sogno, realizzato, era quello di avere una casa in collina. Perché fra le colline ci sono nata e cresciuta ed un paesaggio di pianura non avrà mai per me lo stesso fascino. Mi è piaciuto condividere questo pensiero proprio con mio figlio in quel bel momento.
E’ stato un altro bel pomeriggio. E’ rimasto dolce con me anche nei due giorni a seguire e quando sbagliava mi chiedeva scusa spontaneamente. Cosa che non avviene quasi mai. Con Diego invece ha continuato a comportarsi male. Però mi sembrava che avessimo imboccato il percorso giusto. Poi è partito per una settimana al mare con i nonni, cosa scelta da lui in precedenza. Si è divertito ed è stato bene. E’ tornato e dopo qualche ora ha iniziato di nuovo ad essere provocatorio ed aggressivo con me. E la cosa va avanti già da qualche giorno. Non so, forse anche se l’aveva scelto lui gli è dispiaciuto andare via con i nonni proprio quando mi aveva un po’ ritrovata. Ma c’erano dei biglietti aerei già acquistati e non si poteva tornare indietro. O forse devo solo accettare che lui è così ed ha i suoi momenti no. Anche se in queste vacanze i momenti sono stati giornate intere.
Devo trovare pazienza dentro di me, cercare di non reagire alle sue provocazioni, ma per me non è un momento facile per diverse cose e non mi è sempre possibile rimanere calma.
La strada è ancora lunga, ma perlomeno mi sembra di intravedere il sentiero giusto.
13 thoughts on “Sul recuperare il rapporto con mio figlio e l’amore per le colline”
Ciao, credo che il linguaggio d’amore di Carlo Alberto sia quello dei momenti speciali. Il suo serbatoio d’amore si riempie con momenti speciali, momenti esclusivi con voi genitori. Al rientro dai nonni questo serbatoio era vuoto.
Secondo Gary Chapman ci sono 5 linguaggi dell’amore e ognuno di noi si sente amato quando si usa particolarmente il proprio linguaggio d’amore, che abbiamo in dote per tutta la vita. Prova a leggere “I cinque linguaggi dell’amore” e “I cinque linguaggi dell’amore dei bambini”. Li trovi dalle Paoline, dai Salesiani o anche Amazon. Leggendoli ti sembrerà di scoprire l’acqua calda.
N.B. l’autore è un consulente famigliare evangelico-protestante, nei libri ci sono riferimenti al cristianesimo e alla Bibbia, ma le sue teorie sono valide per tutti.
Grazie davvero per il tuo commento. Sono sempre “affamata” di informazioni che mi aiutino a seguire il percorso giusto. Sono consapevole che avrei bisogno di consultarmi con un esperto, ma il fatto che siamo all’estero ed i giorni in Italia sono sempre pochi, mi impedisce di seguire un percorso con uno psicoterapeuta in lingua italiana. Quindi ben venga qualsiasi consiglio. Non conosco i testi che mi hai indicato né questa teoria, ma mi sembra interessante. Mi attivo subito per cercarli! Grazie ancora.
Io non sono una mamma ma sono una sorella che ha avuto un fratello tardi (a 7 anni) e che per molto tempo l’ha vissuta un po’ male, anche se non in maniera aggressiva (ci abbiamo messo anni a legare).
Una cosa la voglio dire: anche se per ora non lo capisce, quel fratellino e’ un regalo. E non solo perche’ poi gli vorra’ bene, ma anche perché un giorno capira’ che gli ha insegnato a condividere cose e persone – che per i figli unici non e’ necessariamente altrettanto facile…
Anch’io credo e spero che presto per lui suo fratello diventerà una persona preziosa e speciale…
Secondo me sei stata bravissima ! Spero che riusciate a ritagliarvi uno spazietto per voi due soli anche nella vostra quotidianità, sembra essere quello di cui entrambi avete bisogno!
Sai cosa mi ha commossa? Quel:
” Ha voluto poi prendere un librino anche per suo fratello. ”
A dimostrazione che se ha dello spazio per sé da solo riesce a pensare positivamente al fratellino.
Non demordere!
E che meraviglia di foto!!!
Grazie Squa! E’ vero, anche a me aveva commosso che aveva voluto pensare a suo fratello. E ti dirò di più, durante le vacanze con i nonni non ha voluto parlare mai al telefono con noi, ma solo con il fratellino. Il quale a sua volta faceva l’offeso e non voleva parlare con lui! Che fatica le relazioni!
Bravissima! E quel con pianto li’, non arrabbiato ma triste, secondo me ti ha detto tanto.
Non sara’ facile in mezzo a tutto quello che gia’ ti sta capitando, ma credo davvero che la strada che hai intuito sia giusta. E come giustamente hai scritto, essendo un triangolo, se sposti un vertice si smuove tutto, quindi Diego seguira’ a ruota 🙂 poi vabbe’, mi hai suscitato delle sensazioni, ne riparleremo quando finalmente riusciremo a chiacchierare un po’ in privato. Bacio.
Grazie… Allora ho interpretato bene anche i tuoi preziosi consigli! Anch’io penso sia la strada giusta, ma sarà molto faticosa…in questi giorni per esempio solo passi indietro… Speriamo di riuscire a farcela prima o poi questa chiacchierata in privato!
Sei stata brava! Ci vuole forza, e non sempre c’è n’è per tutto; ma mi sa che hai trovato la strada giusta!
No, è vero, non sempre si ha la forza e la pazienza che è necessaria in certi rapporti. Soprattutto in quello che sarà il nostro quotidiano lontano dai nonni che mi stanno aiutando qui.
Cara MammainOriente,
complimenti per i tuoi pensieri e il tuo punto di vista. Hai fatto bene a dedicargli Tempo, era quello che ti chiedeva, tra le righe, con il suo comportamento spesso oppositivo. Da ciò che scrivi, si avverte come una richiesta da parte del tuo primogenito: quella di un nuovo ruolo e una nuova dimensione dove poter continuare a fare delle esperienze (differenziate dal fratellino). Perché non provate a costruire un cartellone insieme dove lui può scrivere o disegnare con un simbolo il ‘vostro spazio’ quindi il tempo che passerete insieme….visualizzandolo non si sente tradito, e non riceve delusioni dalla figura materna (che è sempre ai suoi occhi l’oggetto primario, ossia quel ‘tutto’ di cui si sente tanto parte ma anche dalla quale progressivamente si va staccando..)
con affetto ‘pedagogico’
Marta,
MammeCheFatica.it
Ciao Marta e benvenuta!
Grazie per il tuo commento. Intendi dire un cartellone dove ogni volta facciamo un disegno inerente a ciò che abbiamo fatto insieme in modo che l’abbia sempre sotto agli occhi? In questo ultimo periodo siamo di nuovo in difficoltà perché io ho avuto molto da fare e non sono riuscita a dedicargli tempo in esclusiva. Ogni volta che faccio un passo avanti poi ne faccio due indietro… proprio mamma che fatica!
Allora puoi capire quanto sia difficile a volte…Io in questi giorni sono di nuovo in grande difficoltà. .È tutto un sali e scendi…