Non siamo una coppia da grandi festeggiamenti noi. Spesso anche quelle poche ricorrenze che ci piace ricordare passano in secondo piano superate dalle incombenze giornaliere, bimbi e lavoro.
Anche l’ultimo anniversario di matrimonio, benché importante perché il decimo, ci aveva trovati troppo immersi nella nostra routine quotidiana. Giusto uno scambio di auguri ad inizio giornata.
Da un po’ però c’era in noi un desiderio. Quello di tornare dove tutto è cominciato. Almeno ufficialmente.
La chiesa dove ci siamo sposati. Il borgo che subito è entrato nei nostri cuori e che siamo felici sia il luogo di quel giorno speciale. Per sempre legato a noi.
Vivevamo già in Cina da 8 mesi. Questo ci aveva catapultato lontano dai nostri affetti già da un po’. Almeno fisicamente. Il matrimonio sarebbe stata l’occasione per rivedere tutti. Per raccogliere tutti i nostri affetti. Per rivedere amici che non vedevamo da anni. Entrambi abbiamo amicizie sparse per tutta Italia, frutto di spostamenti fatti, vite molteplici vissute ed incroci più o meno casuali.
Amici del passato. Di quelli speciali che anche se ci si vede ogni tre anni, è subito come ci fossimo visti il giorno prima.
Nessuno è mancato a quel giorno. E se anche non fosse stato quello del nostro matrimonio, sarebbe stato un giorno molto felice lo stesso.
Ricordo l’ansia ed il nervosismo della sera precedente. Solo mio a dire il vero. Dovuto a piccoli imprevisti e a un temporale di fine estate di quelli epocali. Dopo che non pioveva da mesi.
Ricordo la mia notte insonne. Con mia madre, in una stanza antica del piccolo B&B a pochi metri dalla chiesa.
Ricordo l’amarezza nel sentirmi così negativa prima di quello che sarebbe dovuto essere il giorno più bello.
Ricordo l’inizio della giornata di fretta. A gestire l’arrivo degli ospiti lontani che dovevano essere indirizzati nei vari agriturismi dove avrebbero dormito. Il trucco, l’acconciatura. I tanti saluti del ramo della mia famiglia arrivati tutti insieme dalla Romagna con un pullman. Mia madre che quasi non aveva avuto tempo di prepararsi. Ma c’era un sole bellissimo che si capiva che spargeva già felicità.
Poi le mie testimoni, le mie migliori amiche. La vestizione veloce con Simona. Le mie mani a portare via un po’ di trucco che doveva essere leggero, ma era comunque troppo per me. Le mie ballerine bianche ai piedi. Che io mai avrei potuto sposarmi con i tacchi.
Ancora un po’ di tensione scendendo le scale. E poi… e poi niente: solo felicità.
La salita alla chiesa a piedi circondata dai bambini. Su quei ciottoli calpestati dalla storia. Il piccolo Edoardo con il cuscino delle fedi che hanno rischiato di cadere ad ogni passo.
E tutti i nostri affetti ad attendermi. Lui sorridente davanti al portone. Che si era tirato indietro i capelli con il gel come sapeva che non mi piacevano. È stata l’ultima nota un po’ stonata di quel giorno.
Poi ci sono i volti felici ed un po’ emozionati di mio padre e sua madre che ci accompagnano all’altare. Il suo volto con un bellissimo sorriso mentre prende la mia mano.
C’è la voce sublime di Francesca ad accompagnare la cerimonia. Che quando inizia a cantare “Fratello sole e sorella luna” le lacrime non possono non scendere.
Ci sono i testimoni che ridono e sono i meno formali che potevamo avere. Ed è giusto così. Perché in quella chiesa quel giorno la felicità e la gioia erano palpabili.
In un batter d’occhio è arrivata la cena, sempre fra stanze antiche. Noi che non abbiamo mangiato nulla perché eravamo costantemente in giro per i tavoli. Che volevamo parlare con tutti. Che avevamo con alcuni anni da raccontare. Poi la musica. I parenti che se ne sono andati e gli amici che sono rimasti a ballare. Anche a piedi nudi sul prato.
Presto è venuta l’ora di chiudere e noi ci siamo guardati negli occhi dicendoci che è passato tutto così velocemente. Avremmo voluto entrambi che quella giornata non finisse mai per poter continuare a godere ancora di tutti i nostri amici intorno. Molti che non avremmo rivisto chissà per quanto tempo.
È venuta poi l’ora di tornare alla piccola stanza antica del nostro B&B che, in quella seconda notte, mi ha visto con colui che avrebbe accompagnato la mia vita da quel momento.
Domenica scorsa siamo voluti tornare in quei luoghi dove non eravamo più stati in questi 10 anni. Volevamo portarci i nostri bimbi. Il frutto prezioso di quella giornata.
È stata l’occasione per noi per ricordare. Perché quasi ogni angolo di quel borghetto ha per noi un significato. È stato il momento giusto per raccontare loro dove la nostra famiglia ha avuto origine. Dove tutto è cominciato.
È stato speciale vederli davanti a quello stesso portone da dove siamo usciti sposi.
È stato emozionante e bello. Esattamente come allora.
10 thoughts on “Dove tutto è cominciato”
E questa volta scometto che il gel non l’ha messo.
Che bel posto e quante belle emozioni.
avete fatto benissimo a portarli.
Mi sono un po’ emozionata.
Un abbraccio amica
Mi sono emozionata pure io!
No niente gel 🙂
un abbraccio anche a te!
auguri cara!!! come vedo anche il vostro e´stato un inizio speciale e la vita vi vede ancora uniti e felici!!!
Grazie Giovanna!
un abbraccio
Un bellissimo post, adesso anche io ti conosco un po’ di più. Auguri! Anche se con un po’ di ritardo.
Grazie! Anche il festeggiamento era in notevole ritardo e poi gli auguri fanno sempre bene al cuore!
Bellissimo! Grazie del delicato racconto!
Grazie a te che passi sempre di qui!
un abbraccio
Che bel racconto. Il borgo è una vera delizia. Anche se in ritardo augurino!
Grazie Vavi!
Un abbraccio grande