Da piccola, mentre le mie amiche giocavano con le bambole, io me ne stavo in giardino a fare esperimenti con le piante. Dal piantare semi arrivai perfino a fare una margotta. Mi riusciva tutto.
A 10 anni scelsi come regalo per l’esame di quinta elementare il libro “Giardinaggio senza problemi” del Reader Digest.
Ricordo ancora che costava 50.000 lire e che i miei genitori, non certo benestanti, me lo concessero dopo che lo guardai sognante per oltre un anno tutte le volte che capitavamo in città ed entravamo per qualche motivo in libreria.
720 pagine che lessi e rilessi senza sosta.
Quando lasciai la casa dei mie genitori a 22 anni non potetti di certo permettermi una casa con il giardino, ma ebbi sempre la fortuna di avere un micro balcone che puntualmente riempivo di fiori.
Ogni primavera era un’emozione passare qualche ora al vivaio per scegliere cosa metterci.
Quello che fu il mio primo appartamento di proprietà aveva un lungo balcone e finalmente potei sbizzarrirmi come volevo perché non condividevo più casa con studentesse o altre lavoratrici.
Poi sono arrivati il matrimonio ed i tre anni cinesi ed è stato l’unico periodo della mia vita poco a contatto con i fiori. Soprattutto nella prima città dove vissi, non c’era il culto di avere un balcone e di stare all’aria aperta.
Seguirono gli anni in Veneto con un bel terrazzo che arricchii subito con belle piante. La maggior parte di loro sono ancora con me in quello che, a pieno titolo, posso chiamare il nostro giardino.
Quando cercammo la nostra prima casa da famiglia ci fu una caratteristica da cui non prescindemmo mai: la presenza proprio di un giardino.
Abbiamo avuto la fortuna di trovarla e per di più in collina. Ho scelto personalmente tutte le piante del giardino, dopo lunghe letture sui libri e su internet. Ne ho piantate io la maggior parte tranne gli alberi. Ero al sesto mese di gravidanza. Credo che il mio secondogenito sia nato un mese prima anche per tutto il lavoro fatto fra trasloco e giardino. Il giorno prima in effetti ero stata china a piantare decine di bulbi.
L’anno dopo, ad un giro completo delle fioriture, arrivò il momento di partire per la Thailandia. La prima cosa che mi promise mio marito, quando mi annunciò la proposta per telefono, fu che avremmo preso un giardiniere che venisse ogni tanto perché il giardino non andasse in malora. E chi mi conosce bene sa che è stata una delle cose che più mi è dispiaciuto lasciare.
In quei tre anni l’ho visto solo in estate godendomi solo rose e lavanda. Mia suocera mi ha inviato foto tutte le volte che è potuta passare da casa mia.
Ho cercato una casa con un piccolo giardino anche in Thailandia imparando a conoscere così anche un po’ le piante tropicali. Ma il pensiero era spesso altrove e me ne sono occupata con la cura che si dedica ad una cosa transitoria.
Da quando sono tornata in Italia non ho avuto molto tempo, ma tutto quello disponibile è stato dedicato proprio al mio giardino. Niente mi rilassa come stare lì. Potare forse è la pratica antistress più potente che io conosca!
Se in autunno ed inverno me lo sono goduta poco, con la primavera mi sono emozionata davanti alle fioriture che si sono succedute. Molto più copiose di allora quando le avevo appena piantate.
E così ho pensato di farne un diario mensile perché ne rimanga traccia. Le fioriture sono iniziate ad aprile e quindi inizierò da lì.
Ad aprire le danze è stata la Camelia con i suoi fiori candidi ed eleganti.
Poi è stato il turno del melo ornamentale: una nuvola rosa che mi ha fatto pensare che la primavera era arrivata!
Quando aprivo le persiane al mattino non poteva che nascermi un sorriso. Peccato che, come tante cose belle, duri pochi giorni.
Quasi in contemporanea c’è stata la fioritura delle tante bordure perenni che mi hanno dato allegria, proprio sotto le finestre del soggiorno.
E dei bianchi anemoni doppi.
Poi una di quelle più belle: il glicine bianco che veste il pergolato.
Di fronte, a fargli compagnia la spirea.
E subito dopo, i fiori giganti di una delle mie Clematis di cui devo assolutamente risalire al nome che ho perso.
Proprio gli ultimi giorni di aprile hanno visto iniziare la stagione delle rose. Una selezione a cui ho dedicato tanto tempo e che mi sono fatta inviare da vari vivai esperti di rosai antichi e particolari.
Le danze le ha aperte la rosa Iceberg rampicante, un solo fiore in attesa dell’esplosione di maggio.
L’ultima fioritura di aprile è invece di una rosa che ho piantato la prima estate di ritorno dalla Thailandia e che non avevo ancora mai visto fiorire. L’attesa, di oltre due anni, è stata ricompensata. Ho adorato infatti la Mme Alfred Carriere, una rosa antica inglese, presente anche nel giardino di Vita Sackville West, la più grande scrittrice di giardini inglesi, compagna fra le altre di Virginia Wolf.
Il fiore, bianco tendente al rosa, ha un profumo meraviglioso che sta accompagnando tutti i miei rientri a casa.
È proprio al famoso “White Garden” della West che mi sono ispirata quando ho scelto le mie piante. L’avevate notato? Il mio giardino ha una maggioranza di fiori bianchi con solo qualche accenno qua e là nei toni del lilla!
Ci vediamo fra un mese con il mio giardino di maggio dove, già ve lo anticipo, le rose saranno protagoniste assolute!
2 thoughts on “Il mio giardino di aprile”
Meraviglioso il tuo giardino! Un antico detto dice che se vuoi essere felice 6 mesi devi ammazzare un maiale, se vuoi essere felice tutta la vita devi avere un giardino da curare. Potresti tenere un blog sul giardinaggio, le tue foto sono altrettanto belle e delicate che i tuoi fiori bianchi. Io sono pollice nero, sono riuscita a destabilizzare perfino una pianta di limoni che era stata benissimo anche sotto la polvere e i calcinacci degli operai e poi ho deciso di curarla e ora da segni di sofferenza. Pensa che i limoni qui nel caldo secco del sud dell’Australia crescono e prosperano senza cure dovunque…eccetto che nel mio piccolo giardinetto spoglio. In teoria vorrei piantare un piccolo orto ma in pratica so gia’ che sara’ un disastro. Forse riesco a mettere almeno le erbe mediterranee, non potro’ uccidere il basilico dai…oppure si?!
Ciao!! Era un po’ che non avevo tue notizie…bentornata! Come stai? Non conoscevo questo detto, ma lo sposo in toto!
Anch’io sto rimettendo in uso anche un piccolo orticello che avevo fatto il primo anno qui. C’è sempre una certa soddisfazione a mangiare prodotti coltivati in casa. Con le aromatiche ce la puoi fare dai! Anche se il basilico sa essere delicato!
Un abbraccio!