Il mio momento speciale della scorsa settimana è avvenuto ieri.
C’era il pranzo della classe 1972 insieme a quelli che sono stati i miei compagni per anni. La maggior parte, vivendo in un paese piccolissimo, per materna, elementari e medie.
Se ci penso quindi gli amici più importanti per 11 anni, che sono indubbiamente una buona parte della mia vita.
Eppure, con la maggior parte di loro mi sono completamente persa. Perché non vivo più al paese da quando avevo 22 anni, così come molti di loro. Perché ho vissuto 6 anni all’estero, tornando al paese solo una volta all’anno. Perché il mio paese, come purtroppo tanti altri di poche anime, è sempre più vuoto e meno vivo. Quando vado e faccio una passeggiata in centro, sono veramente poche le persone che incontro. La vita si è trasferita in molti quartieri residenziali lontani dal centro e la piazza ed il parco pubblico non sono più i luoghi di ritrovo per tutti in paese come avveniva nella mia infanzia ed adolescenza.
Poi, ammetto, sicuramente è mancata anche tanto la volontà di mantenere i rapporti. Da quando sono andata via da lì mi sono trasferita in 6 città diverse, in due nazioni diverse in un altro continente, in 10 case diverse.
Come dicevo ieri a qualcuno di loro, mi sembra di aver vissuto tante vite ed un po’ è vero. Perché ogni volta che cambi anche solo casa e quartiere c’è tutta una serie di nuove amicizie, luoghi del cuore e tragitti che soppiantano i precedenti. Figuriamoci cambiando anche continente per ben due volte.
Si fatica tanto a ricostruirsi una vita altrove. Ci vuole impegno e tempo e spesso, pur non volendo, si trascurano le amicizie precedenti. Si riescono a tenere i contatti con le persone più care e non costantemente. Ma tante persone si perdono per strada.
Ieri ha piovuto tutto il giorno ed il pranzo era ad un’ora e mezza di distanza da casa mia. Quindi tre ore solo di viaggio fra andata e ritorno ed ammetto di averci pensato se affrontarlo o meno. Poi mi sono detta che ero mancata anche al pranzo dei 40 anni ed alcune persone non le vedevo da 10/15 anni ed ho deciso di andare.
Sono stata felicissima di averlo fatto. Ci siamo aggiornati un po’ sulla nostra vita, abbiamo riso e scherzato ricordando aneddoti e professori. È stato davvero bello.
Mi sono resa conto che avevo rimosso tanti ricordi ed anche qualche persona. Come se avendo vissuto troppe vite diverse fosse difficile farci stare tutto. E quegli anni sono la prima vita, quella più lontana. Forse è normale che la memoria scelga di rimuovere elementi proprio da lì.
Ecco allora l’importanza di tenerla viva una parte di vita, sì lontana, ma tanto importante e lunga.
Grazie ad alcuni compagni che invece ci tengono sempre a ritrovarci e si impegnano per contattare tutti ed organizzare. Perché, come in tutte le cose, la volontà è tutto.
Sono contenta di aver ripreso questa bella abitudine del Just Picture come vi spiegavo qui e, se volete unirvi a me mi fa piacere, sui blog o sui social. Basta citarmi con link al blog Mamma in Oriente o taggarmi sui social come @mammainoriente o il tag #justapictureoftheweek in modo che possa venire a vedere i vostri esercizi di ricerca del bello e del momento speciale anche nella frenesia del quotidiano.
Questa era la dicitura che accompagnava i miei scatti e continuo a postarla perché ci sono affezionata, forse anche perché l’ho scritta nei primi tempi in cui vivevo in Thailandia:
Just a picture.
Solo una foto.
Domenica sera.
La sottile malinconia per un’altra settimana che scivola via.
Solo una foto per imprimerne un piccolo istante nella memoria.
Proprio quell’istante e nessun altro.
Buona settimana a voi tutti, vi auguro sia colma di momenti da ricordare!