Eccoci al nuovo appuntamento con i post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo. Oggi la selezione è piuttosto lunga sia perché recupero anche i post pubblicati durante il weekend della mia piccola vacanza sia perché è stata una settimana davvero ricca di bei post. Come sempre in ordine di uscita:
♣ “Ciao…Buon viaggio” del blog “I Cerruti in India si trasferiscono negli States” dalla California
L’autrice si trova per la prima volta dall’altra parte nel momento dei saluti in aeroporto. Non è più lei che sorride prima di salire in aereo salutando la propria madre, ma è lei che resta e vede partire la figlia per la città dove passerà, senza di loro, i prossimi anni di studio. Per quanto si pensi di essere abituati a saluti e partenze un po’ di effetto lo fa lo stesso. Scrive:
“Diventando madre ho capito tante cose, diventando madre di una figlia pronta a spiccare il volo, capisco il dolore inflitto ogni volta ai miei genitori, sottoposti ad un distacco che forse avrebbero voluto in fondo, in fondo, meno profondo.”
♣ “Ma piangi perché abbiamo lasciato l’Italia o perché torniamo in Svezia?” del blog “Virginiamanda” dalla Svezia
Un fiume di parole sulle sensazioni suscitate da un viaggio fuori dalla Svezia che sta sempre più stretta all’autrice, quasi stupita che l’assenza di affettività ed emotività e caos nella patria d’adozione, possano averle fatto apprezzare cose che aveva sempre snobbato. Quello che ha fatto è stato un vero e proprio bagno d’affetto. Scrive:
“Il mondo dell’affetto, questo sconosciuto in questi anni fuori dalle mura del nostro one bedroom, che di colpo mi si rivela, pieno di luce, vivo, esistente. Non era l’età. Non era “le cose cambiano”. Non era “gli amici si perdono per strada”. Non era “si diventa sempre più selettivi e silenziosi”. Era tutto il resto.”
♣ “Il Karma, i buoni samaritani, l’Italianità” del blog “Non si può tornare indietro” dalla Spagna
L’autrice ci racconta di un viaggio in Irlanda, non preparato, per le vacanze pasquali. E di come un gruppo di italiani, la maggior parte dei quali sconosciuti, sia riuscita a farla sentire bene e le abbia ricordato cosa c’è di bello nella nostra italianità, quel senso di accoglienza che ci contraddistingue. Scrive:
“Credo sinceramente che questa domenica di Pasqua sia stato uno dei giorni più profondi della mia vita, chissà se gli altri se ne sono accorti. Sembra assurdo, ma stare fra italiani come da tanto non mi succedeva mi ha fatto fare pace con la mia italianità. Ricordare cosa c’è di bello nelle persone del Paese dove non vivo da tanti anni.”
♣ “La vita è perfetta. Qui e ora.” del blog “La casa nella prateria” dalla Francia
L’autrice ci parla di una consapevolezza a cui è arrivata attraverso le proprie esperienze di vita che le ha fatto imparare che la vita può essere perfetta in ogni momento se solo impariamo a cavalcare i momenti difficili. Se capiamo che le cose vanno affrontate, belle o brutte che siano. Sta nel nostro atteggiamento saper rendere la vita perfetta anche in presenza di grosse difficoltà. La differenza si vede in chi diventa più forte dopo le avversità ed in chi, invece, si fa sopraffare definitivamente dai momenti difficili. Scrive:
“La mia vita è perfetta perché ho capito (non perché l’ho sentito dire o perché l’ho letto da qualche parte, né perché ci sono arrivata con un ragionamento, ma perché ho capito tramite l’esperienza) che non si può stare sulla cresta dell’onda senza prima essere caduti mille volte e senza essere pronti a cadere ancora. Che non si può trovare un tesoro se non si ha voglia di avere la terra sotto le unghie. Che non ci si può arrampicare in cima alla montagna se non si è disposti a sbucciarsi le ginocchia.
♣ “Fino a che punto puoi rinunciare” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
Mimma ci racconta come, durante l’ultimo passaggio a Milano nelle ultime vacanze italiane, abbia sentito quasi una sensazione di disagio nel trovarsi in mezzo a persone che parlavano solo di problemi e cose concrete e di come, una volta rientrata in Kuwait abbia capito il perché. Perché lei sia ormai felice di vivere una vita fatta di momenti semplici, di un quotidiano in cui si può andare a vedere la propria figlia impegnata nello Sport Day a scuola. Scrive:
“Sì mi guardo e capisco che sono cambiata io. In questo mondo così semplice. Colorato. Diverso. A volte noioso. Pieno di persone semplici. Prive del senso dell’apparenza, del potere. Almeno le persone che frequento tanto io.
Sono diventata semplice. Con pensieri lineari, forse basici. Non mi serve più il rescue remedy per calmarmi. Ho capito che sono questi i miei sentimenti.”
♣ “Diversità a San Francisco” dal blog “Living in San Francisco: that’s a cultural shock!” dalla California
Un bel post sul concetto di normalità e diversità o meglio sul non poter parlare di una loro definizione perché non c’è un punto preciso dove arriva l’una ed inizia l’altra. Esistono punti di vista ed esistono luoghi, come San Francisco, dove il concetto di normale è assai diverso da altri posti nel mondo. Ed è questo che l’autrice ama di questa città, l’averle allargato i confini mentali. Scrive:
“San Francisco mi ha aperto la mente e mi ha mostrato aspetti dell’amore che non avevo mai conosciuto direttamente e anche per questo considero speciale questa città che ha la capacità di accogliere e di offrire a tutti la possibilità di essere ciò che si vuole e anche di apparire per quello che si è.”
♣ “Perth, la città nascosta” del blog “Immigrata allo sbaraglio” dall’Australia
Un post molto sentito e bello dove l’autrice ci racconta del suo primo impatto con Perth, la sua città d’adozione, quattro anni fa. Sa descrivere ancora nei dettagli le prime sensazioni provate e le sue emozioni che le hanno dato subito un’immagine positiva della città. Soprattutto l’ha sentita subito accogliente ed a misura d’uomo. A volte poi questo ha rappresentato anche un limite, ma Perth si è fatta di nuovo amare. Scrive:
“Negli anni ogni tanto l’ho sentita stretta, lo ammetto. Come una maglia che ti sta perfettamente ma che dopo il primo lavaggio aderisce un po’ troppo alla tua pelle. La ninna nanna che Perth mi sussurra costantemente a volte avrei voluto fosse la musica rock di Sydney. La sua distanza da tutto il resto e la poca varietà di cose da visitare nell’immediato raggio mi fanno fremere di impazienza.
Ogni tanto, ho detto.
Poi mi lascio ammaliare di nuovo, mi faccio di nuovo cullare tra le sue braccia dove mi sento protetta e a mio agio. E sorrido soddisfatta di essere qui.”
♣ “Domani, all’alba” del blog “Migola” dagli Stati Uniti
Ricorre l’anniversario della morte dei genitori dell’autrice, incredibilmente avvenuta nello stesso giorno di anni diversi, e l’autrice ce ne parla con nostalgia e sentimento perché sono tanti i momenti in cui li vorrebbe ancora con sé. Ha avuto almeno però la fortuna di essere presente e poterli salutare piano piano. Scrive:
“Ho tenuto la mano a tutti e due e li ho salutati sottovoce, ancora e ancora. Come quando si saluta qualcuno che parte in treno e lo saluti con la mano e gli occhi negli occhi, poi saluti facce sconosciute, poi saluti ferro che scorre, poi saluti un binario vuoto ma nella tua mente ci sono ancora gli occhi di chi ami, sorridenti e fiduciosi.”
♣ “Lento scorrere” del blog “Le nuvole di Aotearoa” dalla Nuova Zelanda
Un post breve che ci parla di un piccolo momento di malinconia pensando all’Italia lontana su di una panchina con una vista immensa. Come spesso succede a noi expat durante le festività principali che ci vorrebbero vicini alle nostre famiglie d’origine. Ma la sua è una malinconia positiva che avviene in un momento in cui l’autrice se lo può permettere perché si sente forte. Scrive:
“Non si puo’ avere tutto, lo so.
Ma quando mi sento forte, rievocare le mie radici mi piace.
Un emigrante sa bene che non bisogna farlo quando la terra sotto i piedi scricchiola.
Lo si impara con l’esperienza.”
♣ “Pensieri all’aria aperta” del blog “Non si sa mai” dal Texas
Un post sull’importanza di saper cedere davanti alle richieste dei bambini perché non sempre il nostro pensiero adulto è il migliore in assoluto. E sulla necessità di comprenderli e stargli vicino facendogli sentire che le loro idee ed i loro problemi sono importanti. Anche nelle sue classi l’autrice vede infatti tante difficoltà nonostante la giovane età dei suoi alunni. Scrive:
“Ne ho un altro, qualche anno piu’ grande che e’ depresso. Il padre sta morendo e lui e’ depresso con un adulto. Alcuni giorni e’ senza forza, si vede, ti dice che ha paura del futuro. Io alla sua eta’ al futuro non ci pensavo nemmeno. E poi ognuno ha i suoi lutti e le sue lotte da combattere con i compagni prepotenti, le materie che non entrano in testa, il corpo che cambia e tante altre problematiche grande e piccole.
♣ “Obiezioni” del blog “Sogno Australiano” dall’Australia
Un post malinconico per un sogno, quello australiano, che sta per finire. Le cose non sono andate come sperava l’autrice e suo marito ed hanno deciso insieme che forse la loro opportunità non è in Australia, almeno non in questo momento. E’ stata una decisione triste da prendere, ma ancora una volta l’hanno fatto insieme e si sentono comunque e coraggiosamente pieni di risorse anche se la loro meta non è delle più attraenti. Scrive:
“Parlavo di questo e mi si bagnavano gli occhi, mi cambiava la voce.
Mio marito si e’ coperto la faccia con la mano, sofferente e con un groppo in gola.
Siamo stati zitti un po’.
Ci siamo tolti un bel peso commuovendoci per questo Paese che andiamo lasciando e per tutte le cose che avremmo voluto fare.”
♣ “桜 o del momento in cui si sboccia” del blog “Giappone Mon Amour” dal Giappone
L’autrice ci parla della bellezza dei ciliegi in fiore, uno degli avvenimenti naturali più sublimi e amati del Giappone. Lo fa paragonando quest’albero assolutamente anonimo nel resto dell’anno, a quelle persone che incontri e non ti colpiscono per niente in particolare. Persone all’apparenza anonime, ma che avranno anche loro, prima o poi, il loro momento di gloria come un ciliegio in fiore. E l’autrice si augura di provare a dare ad ogni persona incontrata la possibilità di farsi conoscere nel loro momento migliore. Scrive:
“E guardando i ciliegi, la gioia che sono in grado di portare ogni anno ai giapponesi, mi dico che voglio riuscire a non giudicare mai le persone dall’apparenza, dal momento preciso in cui le incontro, ad immaginare in ogni individuo un sakura che sboccia, una creatura che anche se non riuscirà a dare subito il meglio di sè, se gliene sarà data l’occasione, avrà modo di mostrare tutta la sua incredibile bellezza.”
Per oggi ho finito! Buona lettura.
6 thoughts on “Top Post dal mondo expat #13.4.15”
Grazie mille! Vado a leggere gli altri!
Grazie a te per essere passata!
Wow, che onore! Grazie mille!
Anch’io ora vado a leggere gli altri!
Un abbraccio
Figurati 🙂
Questa settimana sono tanti da leggere!
Grazie infinite per avermi inserito ^_^
Andrò di sicuro a curiosare gli altri blog, questa rubrica è una bellissima idea! Naturalmente seguirò anche te, i genitori di mio marito abitano in Thailand ed è un paese che adoro!
Davvero una famiglia di espatriati allora!
Grazie, mi fa piacere che la rubrica ti piaccia.