♣ “Super eroi in famiglia” del blog “Una famiglia in viaggio” dalla Slovenia
L’autrice torna a scrivere dopo tantissimo tempo e ci racconta come, l’ultimo espatrio in Slovenia, l’abbia messa decisamente alla prova. Proprio lei sempre combattiva e reattiva, si è trovata in una situazione di malessere quasi difficile da spiegare. Scrive:
“Non saprei come descrivere l’anno passato, tosto…molto tosto, una sfida giornaliera, un punto sfocato all’orrizonte, la consapevolezza di essere fortunata, “privilegiata” eppure triste, di una tristezza lacrimosa e cattiva, un malessere per il quale non c’è spiegazione, un brutto “raffreddore” ti metti nel tuo angolo con il tè ed i fazzolettini ed aspetti che passi.”
♣ “Il mio Babadook” del blog “Le nuvole di Aoteorea” dalla Nuova Zelanda
Un piccolo post di sconforto dell’autrice che, non solo si trova ad affrontare complicazioni burocratiche nella sua nuova vita in una terra lontanissima, ma deve anche incassare tante piccole e grandi critiche per quello che racconta scrivendo. Critiche fini a sé stesse e dette senza pensare a come si sente dall’altra parte chi le riceve. Scrive:
“La velocita’ di comunicazione di oggi ha illuso gli esseri umani di poter dire qualsiasi cosa senza conseguenze.
Sapete… durante un viaggio così, durante l’espatrio, ci si perde spesso.”
♣ “Diritto al dolore” del blog “Lettere da Berlino” dalla Germania
Un post molto sentito nato dalle immagini del bimbo annegato che hanno fatto il giro del mondo. Sull’ingiustizia di mostrare quella creatura senza vita senza pensare al dolore della famiglia, al rispetto della loro tragedia. Scrive:
“Non tollero in questo senso alcun tipo di giustificazione alla pubblicazione di queste foto, perché a mio avviso non servono affatto a sensibilizzare chi è insensibile ma solo a ferire chi sensibile invece lo è. Pubblicando e diffondendo queste foto si è privato di quel dolore intimo i genitori e le famiglie, quel dolore non può essere privato, spogliato e squarciato, è un dolore che può appartenere solo a loro e che nessuno altro può capire.”
♣ Dal blog “Il frutto della passione” dal Brasile:
“Sliding Doors [Settimo giorno post Transfer]”
“Il giorno prima delle beta [Decimo giorno post Transfer]”
Vi segnalo solo due dei post che l’autrice ha scritto negli ultimi 15 giorni, ma sarebbero da leggere tutti per intero per vivere insieme a lei emozioni e sconforto in quella che è l’altalena emotiva della lunga attesa per sapere se la seconda PMA ha portato la vita dentro di lei. Ce li descrive così a cuore scoperto e con tale intensità da non poter fare a meno di tifare per questa famiglia con tutto il nostro cuore. Scrive:
“Stanotte il mondo è spettatore di due fenomeni incredibili. Quello della Superlua, ovvero quando la luna si trova nel punto più vicino alla Terra e di un’eclissi lunare totale, in contemporanea.
Ammiro questa rarità col naso rivolto all’insù e la prendo come un regalo, una sorpresa speciale che il cielo ha preparato appositamente per me, per questa notte in cui i sogni sono ancora tutti in ballo. Un cielo magico che nasconde, svelando meraviglia e dove tutto può accadere, anche un miracolo.”
♣ “Tre anni di espatrio, vita, morte, resurrezione ed altri guai” dal blog “Espatrio Isterico” dall’Inghilterra
L’autrice scrive un bilancio dei tre anni che sono passati dal suo arrivo in Inghilterra. Ci racconta dei ricordi sparsi così come le vengono in mente. Ci racconta quanti grandi cambiamenti ci sono stati da allora nella sua vita. E’ stato difficile e complicato, ma è arrivata finalmente ad un punto in cui tutto è più facile
“E finalmente, il senso di integrazione, l’appartenenza, l’accettazione.
Tante immagini ho in mente, tanti occhi, tanti abbracci, tante lacrime, incertezze e poi felicitá, quella felicitá che riempie i polmoni.”
♣ “Il viaggio più bello che una persona possa fare” del blog “Flying Swallow” da Londra
L’autrice compie una bella riflessione sulla sua voglia di lasciare la propria casa e viaggiare da giovane, per poi sostituirla gradatamente con la voglia di ricostruirla una casa lontana da quella dell’infanzia. La necessità di avere di nuovo uno spazio da fare proprio. E poco importa alla fine se lo spazio muta, l’importante è averlo vissuto come andava vissuto. Scrive:
“Non so quanto sia vero ciò che si dice in giro, che si lascia un pezzo di cuore ovunque tu vada e si costruisce in ciascuno una dimensione che poi imparerai a chiamare casa. Io ho lasciato porzioni di cuore importanti o anche pezzi più piccoli. Tutto il mio cuore o proprio niente. Ma mi piace pensare che sempre, ovunque e con chiunque, io abbia fatto il più bel viaggio che una persona possa fare: ho vissuto, in tutti i modi in cui una persona possa vivere.”
♣ “Cos’è l’amicizia per me” del blog “Mamme nel deserto” dal Kuwait
Un bel post in cui l’autrice ci racconta l’amicizia secondo lei, basandosi sulle sue esperienze positive e negative, del passato e del presente. L’amicizia di cui non può fare a meno da sempre e che cerca di trasmettere come valore importantissimo a sua figlia. Scrive:
“E vorrei che mia figlia non si sentisse mai così. Che imparasse a circondarsi di persone “migliori” di lei, in modo da poter sempre imparare qualcosa di nuovo.
Vorrei che si circondasse di persone anche diverse tra loro, perché così ognuno le mostrerà un’altra strada.”
♣ “Dal Wisconsin: Francesca” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
In questo interessante post è una figlia di espatriati a raccontarsi. Non expat a termine perché i suoi genitori sono in America da più di vent’anni. Francesca è nata lì ed è quindi a tutti gli effetti americana ma, da sempre, si sente anche profondamente italiana. Al punto di parlare sempre ed esclusivamente italiano con i suoi genitori. Questa bivalenza ha costituito spesso per lei un problema nell’infanzia e nell’adolescenza ma, crescendo, l’ha vista sempre di più come un dono. Scrive:
“Mi piace guardare il mondo dal mio punto di vista, cioè di una persona con due identità ugualmente potenti. Vedo la bellezza e i difetti in tutti i posti che vedo. Apprezzo il cibo e l’arte e la musica di tutto il mondo. Le culture sconosciute non mi spaventano, ma mi entusiasmano e sinceramente credo che di questo non posso che ringraziare i miei genitori “ appena scesi dalla nave”.”
♣ “L’amore è una mutaforma” del blog “Mammacongelo” dal Canada
L’autrice ci racconta di una coppia di anziani che vivevano accanto a lei a Montreal che erano diventati a tutti gli effetti amici e nonni adottivi del suo bimbo. Al punto di andarli a trovare anche nella sua nuova città. Ci fa capire quanto sia importante, per chi è lontano dai propri affetti, ritrovarne di spontaneo in perfetti sconosciuti. Scrive:
“Vivendo lontano da casa, a digiuno di affetti ed in astinenza da abbracci, trovare persone che da estranee diventano amiche fino poi a costituire parte integrante della nostra famiglia, al di qua dell’Oceano, per noi è stato proprio come trovare un tesoro.”
Per oggi ho finito, buona lettura!