Eccoci al consueto appuntamento del lunedì con i post più belli dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“Spalle sul mondo” del blog “Flying Swallow” da Londra
L’autrice ci racconta che un tempo pensava che ci fossero solo due modi di vivere: farlo al massimo, senza mai fermarsi davanti a nulla o farlo guardando da una posizione inferiore e facendosi consumare dai rimpianti. Ora invece ha capito che esiste anche una posizione intermedia in cui cerchi di afferrare quello che vuoi, ma sei anche in grado di fermarti, voltarti a guardare per poi prendere un’altra strada. Scrive:
“Per cercare altri corpi, forse, che sapranno sdraiarsi con te, dando le spalle a quel mondo in cui avevi sempre immaginato ci fossero soltanto due possibilità: espandersi con forza e passione o guardare dal basso.
Per poi scoprire o lasciarti insegnare che talvolta bisogna anche alzarsi ed andare. Il bilico tra l’accettare e l’accettarsi consiste proprio in questo: avere occhi profondi da poter cogliere tutto, e spalle possenti abbastanza da poterti voltare e disegnare altre vie.”
“Del rincorrere i sogni (in espatrio)” del blog “Cucinanto” dalla Cina
L’autrice ci racconta di aver sempre avuto il sogno di scrivere un libro già quando viveva in Italia, ma di averlo sempre accantonato essendosi ritrovata dentro ad una vita normale con ritmi e motivazioni che lasciavano poco spazio ai sogni. Ora, all’estero, ha potuto finalmente realizzare il suo e ci fa riflettere su come siamo motivati quando siamo ancora giovani e poi ci perdiamo invece per strada. Scrive:
“Non nasciamo spenti. Lo diventiamo a poco a poco, dopo una vita di compromessi, scuse e rinunce. Da bambini, da ragazzi, avevamo gli occhi vivaci e tanti sogni. Che fine fanno poi quei sogni? Vengono sommersi da obblighi, doveri, scelte sbagliate (o peggio non scelte), sacrosanto desiderio di una vita “normale” che ti porta a fare un mutuo e diventare schiavo del tuo lavoro, privato di ogni briciola di tempo libero, e, diciamocela tutta, pure un po’ rassegnato.”
“Degli italiani all’estero e di quelli in Italia” del blog “leultime20.it” dalla Spagna
L’autrice riflette su come, molto spesso, gli italiani all’estero mostrino più amore per l’Italia di quanto non facciano coloro che ancora ci vivono. Perché costoro finiscono per non accorgersi più, dandola per scontata, di quanta bellezza ci sia in Italia, mentre chi non può più accedervi la sente come un grande valore. Scrive:
“Lo stile di vita, le abitudini, i libri, i film, la possibilità di partecipare agli eventi (culturali, musicali etc.) sono tutti aspetti che creano nostalgia tra gli espatriati. Perché gli italiani all’estero sono cittadini del mondo, non amano muri e confini, ma uno spazio nel cuore per la terra natale lo conservano sempre.”
“L’ho chiamato semplicemente amore” sempre del blog “Flying Swallow” da Londra
L’autrice ci racconta di come, da sempre, le venga normale scegliere dal frigo il cibo con la scadenza più breve, anche se spesso avrebbe voglia di mangiare altro. Un giorno ha agito diversamente scegliendo ciò di cui aveva più voglia e si è trovata a riflettere su quante volte avesse fatto lo stesso davanti a decisioni, strade e possibilità. Ha così deciso che, d’ora in avanti, cercherà di scegliere secondo i propri desideri. Scrive:
“E non significa contravvenire alle regole.
Nè scegliere in modo poco intelligente.
Ma nutrire e cacciar fuori da ogni poro della propria pelle il rispetto per se stessi, per quello in cui si crede, per ció che in fondo si vuole.”
“Mia cara Italia” del blog “Madre in Italy” dal Mondo
L’autrice riflette sulla situazione dell’Italia, da cui se ne era andata ed a cui ha deciso di dare una seconda possibilità per accorgersi, alla fine, che nulla è cambiato. Si rende conto che non è colpa dell’Italia come paese, ma della popolazione stessa. Scrive:
“Ti abbiamo ridotto noi a brandelli e stiamo continuando a farlo, non rispettandoti, calpestando la tua anima e rendendoti ridicola agli occhi dei molti.
Vivendo all’estero ho capito che è il popolo a fare il paese e quindi se la nostra cara patria è in queste condizioni vuol dire che la falla è nel popolo stesso.”
Per oggi ho finito, buona lettura!