Ecco la mia selezione dei post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“Il confronto con il passato” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice ci racconta, come fino a poco tempo fa, ha vissuto nel suo nuovo deserto in Arabia Saudita, paragonandolo continuamente al Kuwait. Ora si è resa conto che questo atteggiamento non la faceva andare avanti e soprattutto le provocava malessere. Scrive:
“Mi rendo conto che non stavo vivendo in questo deserto, ma in quell’altro.
Non stavo affrontando la realtà, ma ero nel passato.
Non stavo costruendo nulla di positivo perché mi crogiolavo nei ricordi.”
“Pregi e difetti della (mia) vita da expat” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice ci parla della sua vita da expat e prova a stilare una lista dei pro ed una dei contro. Sono entrambe corpose, ma alla fin fine forse i pro sono molto più importanti. Scrive:
“Sembra che la lista dei contro sia più lunga, ma quella dei pro ha più sostanza. Rileggetele. I contro sono problemi per lo più pratici. Si superano con la buona volontà. I pro sono cose che vi porterete dietro tutta la vita e la renderanno degna di essere vissuta e raccontata!”
“Tutto su tua madre” del blog “50 sfumature di mamma” da Panama
L’autrice si rivolge alla figlia che ride davanti alle sue foto da piccola e si stupisce che anche sua madre un tempo è stata bambina. Esattamente come lei. Scrive:
“E allora ricorda questo, di me: sono stata anch’io come te. Forse un po’ meno straordinaria, ai tuoi occhi, ma una bambina, coi sogni e le lacrime e le corse e le preghiere e i desideri e le risate di una bambina.”
“Il nuovo lavoro” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
L’autrice ci racconta che, l’entusiasmo iniziale che aveva provato nel ricominciare a lavorare pur trattandosi di poche ore e di un lavoro di manovalanza in un ristorante, è presto svanito. È subentrato invece un senso di ingiustizia per dover ricominciare dal nulla. Scrive:
“Mi sono vista e rivista di fronte a quel lavandino, l’acqua sporca, le pentole enormi e lerce, i secchi di patate da sbucciare. Mi sono trovata misera, triste. Ho pensato al mio lavoro in Italia, la divisa candida, gli strumenti lucidi di metallo scintillante. Ho pensato a tutto quello che con fatica e amore ho imparato, a come mi sentissi sicura di quel che facevo.
Ho pensato che non era giusto.”
“4 anni e 22 giorni” del blog “Espatrio isterico” dall’Inghilterra
L’autrice fa un bilancio dei suoi primi 4 anni di espatrio e si rende conto di aver finalmente raggiunto nuovamente quella vita piena, tranquilla e sicura che aveva in Italia e del quale aveva sentito tanto la mancanza nel suo percorso all’estero. La fatica è stata tanta ed ora ne vede finalmente i frutti. Scrive:
“In fin dei conti, quando mi sono trasferita pensavo ingenuamente che avrei trasferito tutto! Un po come se nella valigia ero convinta di portare con me la felicità, la mia famiglia, un lavoro sicuro, un tetto sicuro, le amicizie! Non avevo proprio fatto i conti con il semplice fatto che la vita che avevo era stata costruita in decenni. Voltare pagina implica tanta pazienza e tanta forza di volontà. Bisogna munirsi di tanta accettazione e cambiare ció che si vuole un poco ogni giorno.”
“Il profumo del limone” del blog “Because we never give up” dall’Inghilterra
L’autrice ricorda il profumo del limone che ha accompagnato la sua infanzia in Italia. Così come il calore della sua famiglia: genitori, nonni e zii. Molti di loro se ne sono andati e lei è lontana, ma è certa di non voler rinunciare a quel calore e a quelle sensazioni con le quali è cresciuta. Scrive:
“Ora sono adulta ma non voglio lasciare andare il sole che era dentro e fuori di me. Ora sono adulta ma non voglio lasciare andare il profumo del limone che ha accompagnato tutta la mia infanzia, che ha vegliato su una famiglia felice, che ci ha coccolati e protetti dal sole regalando del fresco nei giorni di caldo eccessivo.“
“Quello che i figli si ricorderanno di me” del blog “Genitori crescono” dalla Germania
L’autrice si interroga sulle cose che le mancheranno dei suoi figli piccoli quando cresceranno e, di contro, anche che cosa ricorderanno i suoi figli di lei. Con un po’ di amarezza si rende conto che non potrà mai trasmettergli quello stupore che ha lei di questa vita all’estero poiché è cresciuta in Italia mentre per loro sarà sempre la normalità perché solo in Germania hanno vissuto. E nemmeno riuscirà a trasmettergli quella che per lei è stata la quotidianità della sua vita italiana. Scrive:
“E così la cosa che più mi definisce come persona, la cosa che ancora mi rende ottimiste anche le giornate buie, questa cosa non la posso né trasferire né comunicare, questa eredità, di tutte le altre, non la posso passare. Così come non posso passare loro la familiarità antica delle giornate passate in Italia, delle canzoni ritrite che schitarri con gli amici, delle battute che fanno ridere solo se le contestualizzi, delle icone che sono icone solo per te.”
Per oggi ho finito, buona lettura!