In super ritardo causa settimana movimentata, ecco la mia rassegna dei post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo. Una rassegna anche piuttosto ricca! Eccoli qui, come sempre in ordine di uscita:
“Mettere insieme un pezzo per volta” del blog “Ma che davvero?” da Londra
L’autrice ci racconta come stia cercando di imparare a fare un passo alla volta, nonostante la sua ansia di volere sempre tutto e subito. Sia per raggiungere un obiettivo sia, e soprattutto, per dare valore alle piccole cose del presente. Per le quali provare gratitudine. Scrive:
“Vado in palestra, a volte a correre ma cerco di perdere il fiato anche per le piccole cose. Tengo il diario della gratitudine e leggo libri bellissimi e motivazionali, la fatica è ogni giorno scoprire di essere fortunata sotto strati di rogne e pensieri neri ma è l’unica fatica che valga la pena di fare.”
“Da Singapore: Beatrice” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
Un lungo post in cui l’autrice ci racconta la sua storia di espatriata che l’ha portata a viver in ben 4 paesi diversi fra loro: Cina, Australia, Inghilterra e Singapore. In cui ci parla di come ha affrontato i momenti più difficili e di come, con l’esperienza, sia cambiato il suo atteggiamento davanti ai cambiamenti. Scrive:
“Rispetto alla donna che ero quando mi trasferii in Australia, ho imparato a vivere i cambiamenti con leggerezza, focalizzandomi sugli aspetti positivi e mantenendo alta la mia curiosità di vivere al massimo quello che ogni paese ha da offrire.”
“La dolcezza” del blog “Valeria scrive” dagli Stati Uniti
Un piccolissimo post dedicato alla figlia che dorme. Ai ricordi ed alle sensazioni che nascono in lei quando la osserva abbandonata al sonno. Un post molto tenero. Scrive:
“Ho chiuso gli occhi e l’ho annusata, i capelli morbidi, i lineamenti che conosco come fossero i miei e che sono cosi’ diversi dai miei, il suo odore di figlia, la mia.
L’incantesimo di vederla ancora minuscola per un momento.”
“I giorni del silenzio che vorrei” del blog “Parole d’ottobre” dall’Inghilterra
L’autrice ci racconta come le stia diventando sempre più necessario il silenzio dopo tante ore passate al lavoro facendo sempre le stesse cose perché quello che le chiedono di fare è sempre più un lavoro automatico senza usare troppo entusiasmo e fantasia. La necessità di silenzio le fa capire che è ora di cercare nuovi stimoli che la facciano sentire viva. Scrive:
“Paradossalmente, è proprio nei GdScV che preparo con più determinazione la strada verso il mio punto d’arrivo, quello vero, perché non c’è stimolo o motivazione migliore del trovarsi in un posto e sentire di essere arrivate alla fine di quel capitolo, del voler andare oltre, cambiare, esplorare, ricominciare da zero, rivivere sulla pelle il brivido della novità, della scoperta, sudare per reimparare un mestiere nuovo e più familiare, dove i numeri esistono solo quando si vuole e dove non si è castrati da procedure sempre uguali che fanno funzionare le persone come i computer davanti ai quali sono sedute.”
“A Valentina Tarallo, la studentessa uccisa a Ginevra” del blog “Atmosferae” dal mondo
L’autrice vive a Ginevra come la studentessa uccisa. Ha la sua stessa età e come lei si è trasferita lì per un dottorato. Quando la notizia si è diffusa voleva fare finta di niente, ma poi non ce l’ha fatta ed ha scritto questo post perché non può stare in silenzio…Scrive:
“Riposa in pace e assieme a tante altre donne vittime di violenza, veglia come un angelo sul cammino di ognuna di noi. Aiutaci a comprendere qual è la buona strada da percorrere verso il dialogo e la comprensione reciproca. Perché donne e uomini vivano più serenamente quaggiù. Consola la tua famiglia e che la luce dei tuoi occhi continui a brillare nel cielo come una stella.”
“Quando viaggio” del blog “Non si può tornare indietro” dalla Spagna
Un piccolo post in cui l’autrice ci racconta come diventa lei quando viaggia. Poche frasi per definire un diverso stato mentale. Scrive:
“Sono occhio (solo uno, quello che vede) a caccia di dettagli.
Guardo i tetti, guardo le finestre.
Cerco frasi, cerco graffiti.
Mi addormento e al risveglio mi chiedo
Dove sono, chi sono.”
“Non subbaltare a terzi la fiducia in te stessa” del blog “Virginiamanda” da Londra
L’autrice ci racconta di come sia difficile rimanere in equilibrio ora che è arrivata a Londra mentre il suo compagno è rimasto in Svezia. Nonostante sia quello che lei voleva e che hanno deciso insieme. Scrive:
“E’ difficile non prendersela ogni volta che arriva un accadimento anche minimo e quotidiano, non urlarsi e prendersi a pugni, non considerarlo una premonizione, e continuare a camminare cautamente, saldamente uniti.
Magari andando verso la stessa direzione.”
“Il mio primo anno da expat” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
L’autrice prova a fare un bilancio del suo primo anno all’estero ed a spiegarci come si senta cambiata in positivo. Scrive:
“è difficile spiegare ciò che cambia quando si va via….
c’è qualcosa che si modifica dentro….
sono io eppure sono un’ altra….
c’è qualcosa che ho scoperto di me che forse non avrei mai visto se fossi rimasta….”
“Immondizia” del blog “Sogno Australiano” dalla Scozia
Un post molto amaro in cui l’autrice racconta che non le è stato concesso il tempo da sua madre per andarsi a riprendere alcuni piccoli grandi ricordi lasciati nella casa della sua infanzia. Perché probabilmente lei aveva fretta di liberarsi dai “resti” dei suoi figli. Di un suo pupazzo denso di significato scrive:
“Sono stata stupida a lasciarlo indietro e a dirmi “hai tempo Serena, hai tempo”.
Non ho piu’ rimesso piede in quella casa e non credo che capitera’ ancora.
Non c’è alcun posto in cui tornare dopotutto.”
“Le generazioni sono così, chilometri da percorrere ignari del tempo che ci vorrà” del blog “Flying swallow” da Londra
Un post molto bello in cui l’autrice ci racconta di come si sia resa conto con il tempo di come non si appartenga ad un’unica generazione. Di come se ne stia ancora stupendo. Di come abbia compreso che noi un giorno saremo un insieme di tutte le generazioni che abbiamo vissuto, diverse e spesso opposte l’una dall’altra. E che tutte saranno state ugualmente importanti. Scrive:
“Quella generazione che credeva che le cose importanti non ci avrebbero mai lasciato, per poi passare a quella in cui conteremo quelle che invece non ci hanno abbandonato.
Ma poi, un giorno, entreremo in quella per cui l’una e l’altra ci avranno insegnato qualcosa che nessuno ci aveva detto in partenza: che nella nostra continua transizione, cambiamo come il passaggio delle stagioni, come la fine di una generazione e l’inizio di un’altra. Ed è così che scopriremo che talvolta le cose importanti le potremmo scoprire soltanto vivendo, e che spesso, come diceva qualcuno, devono ancora venire.”
Per oggi ho finito, buona lettura!