Ecco una nuova selezione dei post più belli dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“Nella gioia e nel dolore” del blog “To happy to be homesick” dal Sudafrica
L’autrice ci racconta di come, nonostante avesse ormai preso la decisione di non tornare a vivere in Italia e proseguire la sua vita in giro per il mondo, abbia rimesso tutto in discussione per l’inaspettata malattia di suo padre. Dal quale non poteva stare lontano mentre soffriva. Scrive:
“Ma io – lo sapete – mi fido del destino, e il destino fece ciò che andava fatto: le condizioni di salute di mio papà erano abbastanza gravi, mia mamma stava andando nel panico e io, così lontana, fremevo. Volevo tornare a casa. Volevo stare vicino a mio papà.
Chi mi aveva messo al mondo stava male, e io non potevo più aspettare oltre. ”
“Non è uno scherzo” del blog “Qui (non è) Taipei” dalla Cina
L’autrice e la sua famiglia negli ultimi anni sono stati trasferiti da una parte all’altra del globo. Da Taiwan al Canada, dal Canada a New York e poi a Shanghai. Ed ora, dopo solo 10 mesi, è già ora di ripartire, vittime di giochi di un management poco delicato. Non è facile dopo così poco tempo, nonostante le difficoltà pratiche della Cina. Perché lì aveva già trovato e vissuto qualcosa che ora è già destinato ad essere ricordo. Scrive:
“Contenta allora di partire ? No, di partire no. Sarò contenta di arrivare, di aprire un ennesimo quaderno di vita con pagine bianche da riempire di nuove esperienze, di conoscenze e di impressioni ma adesso, che sono ancora qui a Shanghai per qualche giorno, c’è solo spazio per la nostalgia di dieci mesi che si stanno trasformando già in un ricordo.
La sensazione è sempre quella che non sia mai successo nulla. Da attrice delle mie giornate in una città che è ormai familiare sono tornata ad esserne spettatrice dalla finestra di quella stanza d’albergo da cui la guardavo disorientata poco tempo fa.”
“Non mi abituerò mai agli addii” del blog “50 sfumature di mamma” da Panama
L’autrice si appresta a lasciare Panama dove si è trovata a vivere un’esperienza di vita che non aveva voluto del tutto. Eppure lasciarsi tutto alle spalle è lo stesso difficile. Scrive:
“Oggi mi ritrovo a dire addio ad un posto in cui non volevo venire, che non ho mai amato, e che probabilmente non avrei mai amato nemmeno tra vent’anni, per tornare là dove batte il mio cuore e dove mi sento a casa, oppure no, non è facile per niente dire addio. E lo è ancora meno perché in questo pezzo di vita, in questi mesi e in queste stagioni, in queste albe e in questi tramonti, ho visto crescere le mie figlie.”
“Il verde perduto” del blog “Non si può tornare indietro” dalla Spagna
Da un grande albero che l’autrice vede da quando abita a Murcia, cadono tanti rami e viene poi tagliato drasticamente. Cambiando lo scenario della piazza dove passa sempre e facendola sentire vuota. Forse anche perché ha sempre dato per scontata quella presenza senza mai nemmeno fotografarla ed ora le manca. Scrive:
“Invece ieri, intenzionalmente, abbiamo sviato per passare per la piazza. Arrivandoci da un lato diverso, è stato scioccante. Sono rimasta là, con le lacrime agli occhi, come tante altre persone in piedi, imbambolate davanti al vuoto. Ridevo un secondo prima, ma sono rimasta senza parole. Era solo un albero in fondo e, spero, ricrescerà (sotto controllo più vigile).
Eppure quel verde che non c’è mi ha colpito come un pugno.”
“Lo sai che a volte la verità fa male?” del blog “Non si sa mai” dal Texas
L’autrice riflette su quanto si senta stanca e provata dopo solo pochi giorni di scuola chiusa e figli a casa. Si chiede perché e come mai non fosse lo stesso per sua madre quando lei era piccola. Si dice che in parte è perché sente che le manca il villaggio/comunità intorno lì in Texas. Perché con gli americani non si riesce ad entrare in confidenza e amicizia. Ad andare oltre alla semplice conoscenza. Scrive:
“E’ che qui mi sembra che il valore dell’amicizia sia il più bistrattato, infatti i nostri migliori amici sono stranieri. Sento spesso gli americani dire per me conta la famiglia che è un’ovvietà, ma con quella frase intendono che le altre relazioni sono secondarie.”
Per oggi ho finito, buona lettura!