Eccomi ad una nuova selezione con i post più belli della settimana del 20 febbraio dai Blog Italiani nel Mondo, come sempre in ordine di uscita:
“Il cielo sopra Francoforte” del blog “Such an amount of worse for you” dalla Svezia
L’autrice ci racconta dell’incontro casuale di diversi anni fa con due ragazze in aeroporto. Erano tutte e tre sullo stesso volo per la Germania ed, in poche ore, riuscirono ad entrare in confidenza e sentirsi vicine. Gli anni sono passati e si sono perse per strada. Oggi c’è un po’ di malinconia nel ricordarle e nel pensare ai tempi in cui sentirsi in sintonia poteva essere facile ed essere questione di poco tempo. Scrive:
“Non mi ricordo più come ci siamo perse. Forse è che Facebook non c’era ancora e noi eravamo tutte sul crinale di grandi trasformazioni nella vita, ci saranno stati per tutte traslochi, espatri, cellulari persi o cambiati, password dimenticate. E f dopotutto eravamo solo gente che si è conosciuta in aeroporto e parlata un po’, non credo di aver mai saputo i loro cognomi, tante altre informazioni se le è perse una memoria distratta dalla vita. Mi fa impressione pensare che ci sia stato un tempo simile per me, in cui potevo davvero raggiungere una simile profondità di contatto nel giro di pochi minuti, con due sconosciute.”
“Il dilemma del posto perfetto dove vivere” del blog “My social travel” dalla Germania
L’autrice si chiede se ci sia, nel mondo, un posto perfetto per vivere per ognuno di noi. Una domanda che si chiede soprattutto chi è o è già stato a vivere all’estero, ma anche chi ha sempre vissuto in Italia. Gli expat però sanno che una vita altrove è possibile, anche se non si è forse mai del tutto certi che un paese sia più giusto di un altro per loro. Scrive:
“Un pensiero però accomuna tutti gli expat: sapere che un’altra vita è possibile, che esistono tanti scenari diversi, che la vita si può ricreare, ricucire in un nuovo posto, con tutti gli effetti collaterali del caso, con tutti gli aspetti positivi che ne derivano.”
“Poesia del quotidiano” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
Un bel post in cui l’autrice ci racconta di come, da quando vive all’estero, sia cambiata ed abbia capito che, in ogni giornata, bella o brutta che sia, abbia bisogno di sentire un po’ di poesia. Soprattutto quella delle piccole cose che si possono trovare anche in un momento difficile della propria vita. Scrive:
“Spesso mi capita di pensare a quanto l’espatrio mi abbia dato la possibilità di cambiare piccole e grandi cose di me, di crescere, di evolvermi, di smettere di essere un’adulta bambina per essere semplicemente la donna che sono destinata a diventare.
Una di queste cose è la capacità di commuovermi, di farlo davanti a piccolezze quotidiane, di permettere loro di passarmi attraverso e non semplicemente accanto.”
“(Ancora) dalla parte delle bambine” del blog “Au vent mauvais” da Parigi
L’autrice ci racconta piccoli spaccati della sua infanzia ed adolescenza in Salento e delle sue esperienze lavorative che avrebbero potuto far crescere anche lei fortemente incasellata nelle differenze di genere fra maschio e femmina. Ma a lei e sua sorella non è successo. Grazie all’educazione libera ricevuta dai genitori, a cui deve tanto della donna che oggi è. Scrive:
“Se ne sono uscita fuori illesa, lo devo soprattutto alla mia famiglia. Alla nostra casa piena di libri e riviste, sin da quando eravamo piccole, alle estati di libertà completa, sola in sella a una bicicletta, passate a giocare con le foglie di eucalipto e le siepi di felci, con bambini e bambine, tutte insieme. Ai miei genitori, che mi hanno sempre lasciato partire, anche se con un nodo in gola, soprattutto quando andavo tanto lontano, e ci hanno sempre considerate, me e mia sorella, capaci di fare tutto, di essere mamma e avvocato, di fare la giornalista o la cameriera, di andare in giro per il mondo o restare a casa con un bimbo di pochi mesi.”
“Io e lui” del blog “Ma che davvero?” da Londra
L’autrice ci racconta, o meglio fa trapelare perché non ama “esporla” mediaticamente, com’è la sua coppia. Una coppia che c’è anche se non appare mai online, una coppia come tante altre. Insieme hanno vissuto momenti difficili e momenti che li hanno fatti andare avanti allo stesso passo e non. Scrive:
“Ci amiamo nel modo in cui si amano due persone che hanno fatto insieme un viaggio assurdo e a tratti durissimo, e avevano ancora sulle spalle il bagaglio pesante del viaggio precedente, e sono sopravvissuti. A volte hanno visto panorami bellissimi e vissuto momenti perfetti ma per tutto il resto del tempo hanno faticato e messo un piede davanti all’altro, insieme. E sono scivolati, e si sono aiutati a vicenda a rimettersi in piedi. E poi uno si è fermato e ha detto basta perché era troppo stanco, e ha lasciato proseguire l’altro. Ma l’altro l’ha aspettato poco più avanti.”
“Giudizi universali” del blog “Non si sa mai” dal Texas
L’autrice ci racconta di come sia stata aiutata, anche senza rendersene conto, da una collega più anziana che l’ha sempre lodata per il suo lavoro. Anche quando era inesperta o non padroneggiava bene la lingua inglese. Non l’ha mai criticata e sempre incoraggiata. Scrive:
“Le critiche devono davvero essere costruttive per avere un senso altrimenti ti bloccano, soprattutto se fai qualcosa di creativo. A incoraggiare, invece, raramente si sbaglia.”
Per oggi ho finito, buona lettura!
2 thoughts on “Top Post dal mondo Expat #20.2.16”
Grazie Federica, di leggermi e di consigliarmi sempre belle letture!
Non riesco quasi mai a commentare, ma ti leggo sempre!
Un abbraccio