Ecco una nuova selezione dei post più belli dal mondo expat, come sempre in ordine di uscita:
“La mia esperienza di au-pair di Elena” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice ci parla della sua esperienza di ragazza alla pari in Wisconsin. Di come sia stato positivo questo primo anno e di come si senta cambiata e cresciuta per avercela fatta da sola. Scrive:
“Ho scoperto quanto sia emozionante sentirsi a casa in un posto che pensavi estraneo. Ho scoperto quanto io sia coraggiosa. Ricostruirsi una vita dall’altro capo dell’oceano non è facile, eppure io ci sono riuscita.”
“Non sei più la stessa” del blog “Forse per caso a Bruxelles” dal Belgio
L’autore scrive questo post ad un anno dall’attentato terroristico a Bruxelles. La vita è andata avanti per chi non è stato toccato direttamente da quel brutto giorno, ma non è più la stessa per tutti coloro che ci vivono. Nonostante questo è come se amassero la città ancora più di prima. Scrive:
“Rimane bella, Bruxelles, e ti ci affezioni ulteriormente, come quegli amici che condividono esperienze forti, accumulato memorie indelebili, di belle e brutte che siano, cambiano tanto nel frattempo, entrambi, non se ne accorgono giorno per giorno e poi alla fine si ritrovano inseparabili per il solo fatto che è ancora bello passare del tempo assieme, semplicemente. Mi dispiace tanto Bruxelles, perché un anno fa non è stato un bel giorno, ma siamo qui accanto a te, restiamo qui, un po’ parte di te.”
“Auguri, Europa” del blog “Bellezza rara” dal Lussemburgo
Un bellissimo post in cui l’autrice ci racconta quanto oggi si senta europea e come lo abbia capito solo a 22 anni durante il suo anno di Erasmus a Lisbona. Quando è uscita fisicamente e mentalmente dai limitati confini italiani. Scrive:
“Io da quell’anno ho ricevuto molto di più di quanto potessi immaginare, ma soprattutto mi è successa una cosa di cui non mi sono resa conto subito: sono diventata europea. Sono diventata cittadina di quell’Unione in cui ero nata 22 anni prima. Ho conosciuto l’Europa sulle facce e nelle parole delle persone che incontravo. Ho parlato di Europa in serate colorate di tramonti musica e birra.”
“[EXPAT-LIFE] Nostalgia canaglia” del blog “Hopeless Wanderer” dalla Germania
L’autrice ci spiega di aver capito quanto sia importante, nel vivere all’estero, sia scoprire ed abbracciare il bello del paese d’adozione, sia tenere conto di quell’unicità che l’Italia rappresenterà per sempre per noi. È quindi normale, anzi importante, lasciarsi andare anche alla nostalgia. Scrive:
“Ovunque scegliate di andare, qualsiasi svolta la vostra esistenza scelga di prendere, prendetevi un momento per innamorarvi di ciò che sta intorno a voi e per conciliarlo con ciò che è rimasto dentro di voi.”
“[EXPAT-LIFE] Di espatrio, famiglie e manciate di polvere” ancora del blog “Hopeless Wanderer” dalla Germania
La visione di un film è lo spunto per un post molto intimo in cui l’autrice ci racconta come espatriare sia anche trovarsi di fronte a ciò che si era voluto dimenticare. Ci fa capire di avere un passato famigliare doloroso che ha dovuto affrontare dopo tanti anni in cui l’aveva soffocato. Per poterlo lasciare andare in questa sua nuova vita lontana. Scrive:
“Mettere più di 1100 km tra me e la mia famiglia mi ha fatto dissotterrare episodi che credevo di aver rimosso, sentimenti che ho dovuto reprimere ed è stato come dovermi liberare di una corazza che avevo dovuto indossare per sopravvivere. Quello che adesso ne rimane è un essere umano fragile nella propria metaforica nudità, che ha deciso che lasciar andare è l’unica soluzione praticabile, che sta cercando di non aggrapparsi a nulla che non sia lei stessa.”
“Las tres amigas: amiche expat” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
“L’autrice ci parla delle sue due più care amiche in Canada, expat come lei. Di come sia più ricca oggi la loro vita. Oggi che condividono un pezzo di vita insieme pur provenendo da mondi e culture diverse. Diverso che è diventato arricchimento per loro come per i loro figli. Scrive:
“Chi è curioso non ha paura, chi conosce gli altri impara che di diverso c’è davvero poco, che quello che fa la differenza può essere accolto come ricchezza da tutte le parti in gioco, che c’è solo da imparare e quello che non si può condividere certamente si può rispettare.”
Per oggi ho finito, buona lettura!