Ecco la mia selezione dei post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo. La selezione di oggi ospita post davvero interessanti, eccoli in ordine di uscita:
“Today is the day Elena” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
Per l’autrice, dopo tanti anni in cui si è occupata solo della famiglia, è arrivato il momento di ripensare a sé stessa tornando a lavorare per sentirsi di nuovo gratificata. Non vuole però un lavoro, anche se più remunerativo, che metta a repentaglio tutto ciò che ha costruito finora. Vuole inseguire i suoi piccoli sogni che magari non la manterranno, ma non le faranno perdere quell’equilibrio famigliare raggiunto all’estero. Scrive:
“Il mio nuovo futuro non deve modificare la mia carriera di mamma e moglie; l’ho creata con tanta passione. Ora non voglio cambiare tutto. Non si tratta di paura di agire. Non è neanche fare retromarcia su me stessa. Si tratta di pensare a come siamo noi-famiglia-nel-mondo. Ritornare a lavorare mi darebbe indipendenza economica e socialmente mi sentirei ok… ma non fa più per me.
Con gli anni l’espatrio mi ha reso molto serena su questo punto.”
“Un compleanno: oggi e 17 anni fa…” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
È il compleanno del marito e l’autrice ci racconta com’era stato il loro primo compleanno insieme, proprio in quella Germania dove si sono trasferiti poi. Come avevano viaggiato per l’Europa liberi da pensieri. Di come, dopo tanti anni, sono ancora quei due ragazzi mano nella mano. Scrive:
“Era il nostro primo viaggio insieme: le mie gonne svolazzanti, i tuoi capelli lunghi, lo zaino sempre in spalla e le cartine appese al muro. Esploravamo l’Europa. Due biglietti di “Interrail” in tasca, mano nella mano e le gambe che si sostituivano ai binari, alle ferrovie alle stazioni. La curiosità, i respiri grandi, la libertà.”
“Il mio amico Abdul” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice, expat da tanti anni, fa un confronto fra quella che era l’amicizia quando lei era bambina e quella che vivono i suoi figli oggi. L’amicizia fra bambini expat comporta certamente tante diversità e momenti spessi duri quando si è costretti a salutarsi, ma presenta anche lati davvero belli. Scrive:
“E così guardo questi bambini, figli del mondo, amici senza frontiere giocare e divertirsi senza badare alle differenze culturali, al colore della pelle o dalla storia del loro paese. Che non si fanno problemi anche se vivono lontano e che sanno che prima o poi un giorno si rincontreranno per giocare a pallone.
Una cosa meravigliosa che andrebbe documentata e mandata in giro per il mondo. Una specie di messaggio di pace.”
“Il senso della vita” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci racconta come sia improvvisamente cambiata negli ultimi mesi la sua vita a Londra e quella dei suoi figli a causa della perdita di un lavoro molto remunerativo. Cambiamento che ha affrontato inizialmente addirittura con un bellissimo viaggio negli USA convinta che avrebbe trovato subito al rientro un lavoro nel suo settore come sempre era successo. E invece così non è stato, ma lei non si è persa d’animo rimboccandosi le mani e continuando ad essere positiva. Certa che potrà prendere del buono da ogni situazione in cui si troverà. Scrive:
“Non so chi ha detto che tutto quello che ci accade ha un senso, anche se non lo sappiamo. Se osservo la mia vita dai miei 52 anni devo dire che, nel tempo, ho scoperto “il perché” di cose che al momento non avevano senso. Per esempio, aveva un senso che non ottenni un lavoro che volevo ardentemente: dovevo fare un’altra esperienza lavorativa che mi avrebbe preparato ad affrontare alcune cose, e soprattutto non era il momento giusto: quel lavoro lo ebbi anni dopo.”
“Più femminismo per tutti” del blog “Nietzsche che dice Bochum” dalla Germania
L’autrice ci racconta la sua opinione sul femminismo e sulle differenze fra uomini e donne che ancora esistono. A volte, ci dice, proprio perché siamo anche noi donne a voler continuare a considerare l’uomo come non in grado di fare certe cose, convinzione che è già insita spesso nell’uomo e che noi non facciamo che avvalorare. E quando invece vorrebbero farlo sono costretti dalle opinioni generali a sentirsi diversi. Scrive:
“L’idea che gli uomini siano intrinsicamente incapaci di fare delle cose li ingabbia in un’idea di mascolinità che non necessariamente va bene per tutti. Esistono uomini a cui non piace il calcio. Le automobili. Che guadagnano meno delle compagne. Che vogliono stare a casa a pulire e curare i figli. Che amano stirare, cucinare, fare la spesa. Che a volte hanno voglia di piangere, o di chiamare un amico, o di organizzare una sorpresa carina per il compleanno di qualcuno. Sara’ difficile da credere, ma ci sono uomini che amano fare shopping e abbinare vestiti. ”
“Dieci anni all’estero: 10 consigli” del blog “Virginiamanda” dall’Australia
In maniera ironica, ma che nasconde saggezza, l’autrice ci elenca i 10 consigli che sente di dare a chi vuole vivere bene all’estero. Di liste sull’argomento se ne trovano tante, ma questa la trovo particolarmente originale. Come quando suggerisce di non vivere continuamente all’estero, senza tornare spesso in Italia, perché l’Italia e gli italiani sono anche speciali ed unici ed è fondamentale ricordare da dove si arriva per avere sempre un termine di paragone. Scrive su un gesto di un pompiere durante il recente terremoto:
“Questa è l’Italia per me, racchiusa in questo momento: gente che la mattina anche dopo il terremoto sa di cosa c’è bisogno, un sorriso e un cornetto. Gli altri popoli saranno anche più preparati, più tecnologici, più socialisti, più avanzati, più organizzati. Ma questi sono gli italiani, e a me sembrano stupendi così.”
“La promessa dell’alba” dal blog “Au vent mauvais” da Parigi
In questo post dalla scrittura raffinata, l’autrice ci parla di uno scrittore che, in una delle sue opere, parla di quanto l’amore assoluto della madre abbia creato in lui una forte aspettativa: di ritrovare quell’amore così intenso lungo tutto la sua vita da parte di altre persone. Per rimanerne deluso, perché non c’è amore così grande come quello di una madre. Per l’autrice invece, mamma da pochi mesi, il titolo dell’opera, “La promessa dell’alba” assume un diverso significato. Scrive:
“Con l’arrivo di Émile, cinque mesi fa, la vita ha mantenuto la sua promessa, sono tornata anche io sui banchi di scuola e ogni giorno osservo da vicino il privilegio dei bambini, quello di fare tutto per la prima volta, di non conoscere la noia e il disincanto. Ogni giorno mi dedico a questo “studio approfondito dell’amore”, come non l’avevo mai conosciuto, tra tentativi e intuizioni, sbagli e incertezze, improvvisando strategie, in un salto nel buio quotidiano, una strana specie di alba perenne dove avanzo a tentoni, senza carte geografiche o indicazioni.”
Per oggi ho finito, buona lettura!