I Blog italiani all’estero nell’ultimo mese sembrano aver pubblicato meno o, comunque, post più descrittivi e meno significativi. Ecco quindi una rassegna breve di ben due settimane. Spero così di rimettermi finalmente in pari nel giro di poco. Essere così indietro mi mette ansia…
Ecco dunque i post più belli dal mondo expat delle settimane del 27 febbraio e 6 marzo, come sempre in ordine di uscita:
“Il canto delle sirene ferroviarie” del blog “Au vent mauvais” da Parigi
Un post, come sempre, raffinato nel quale l’autrice prende spunto da alcuni versi sulle sirene ferroviarie descritte quasi come un canto che fa sentire a casa chi vive sentendole spesso in sottofondo. Canto che sa sempre un po’ di fuga. Per lei, che inizia a riprendere faticosamente il suo tempo e spazio dopo essere diventata madre, fuga è invece anche solo conoscere un nuovo percorso o rivederne uno vecchio con condizioni diverse o occhi nuovi. Scrive:
“Per me, che al canto delle sirene ferroviarie soccombo volentieri dai tempi delle corse notturne a Gare du Nord, la gioia della fuga, ora coatta ora voluta, arte nella quale amavo considerarmi un’esperta, oggi che il tempo scivola indisturbato e lo spazio si restringe sempre più intorno, è quella di trovare una nuova strada, di conoscere quello che ho già, parafrasando Saramago, andare a vedere con la pioggia quello che ho visto con il sole, respirare l’aria di primavera in un bosco visitato solo in inverno.”
“Al diavolo le critiche” del blog “I Cerruti in India si trasferiscono negli States” dalla California
Uno sfogo dell’autrice contro chi si permette sempre di giudicare male chi fa la scelta di espatriare. Senza sapere cosa voglia dire ricostruire una vita altrove. Senza conoscerne le difficoltà. Senza pensare che le parole possono fare molto male a chi le riceve. Scrive:
“Si guarda agli expat come bestie strane, una categoria di instabili che fanno scelte bizzarre. Si accusa gli expat di inseguire sogni di carriera, di soldi, a scapito di una qualsivoglia stabilità che per molti è quella legata al vivere tutta la vita tra le stesse quattro mura. Li si accusa di eccessivi egoismi verso gli altri, allontanarsi dai genitori, o peggio ancora allontanare i nostri figli dai nonni. Si parla di loro come di quelli che scelgono la via facile, scappando magari da un Paese che non offre più molto e prediligendo così, grande vergogna, il proprio equilibrio personale al benessere degli altri, famiglia e affetti che ci si lascia alle spalle.”
“Questione di scelte” del blog “Flying Swallov” da Londra
Un post molto riflessivo in cui l’autrice ci racconta di avere smesso di credere al destino e al dover cedere sconfitti ad esso. Qualsiasi cosa accadrà, anche non prevista, non immaginata, ci lascerà comunque la possibilità di scegliere cosa fare. E la scelta sarà solo nostra. Scrive:
“Che non finisce mai niente, senza che ricominci qualcosa.
L’importante é avere occhi per guardare anche quello che credevamo troppo distante.
Perché non accadrà ciò che avevamo pianificato.
Accadrà qualcosa che non avevamo previsto, forse.
Costruiremo però tutto quello che avremo avuto la premura di scegliere.”
“Ci sono un italiano, un australiano e un americano…” del blog “Diario dal mondo” dall’Australia
L’autrice ci racconta come il mondo della sua infanzia, così ristretto e poco vario, si sia arricchito enormemente con le sue esperienze all’estero. Esperienze prima di studio e poi di vita. Nuovi colori, nuove culture, nuovi linguaggi, nuovi cibi. Scrive:
“Il mio mondo – così uniforme e protetto – si è improvvisamente tinto dei mille colori dei volti del miei nuovi amici, le mie orecchie si sono riempite dei suoni delle loro mille lingue diverse, il mio palato ha provato mille sapori diversi e per lo più sconosciuti. La mia vita si è piano piano riempita, un pezzetto alla volta, fino a trasformarsi in un vero e proprio puzzle multiculturale.”
Per oggi ho finito, buona lettura!