Eccomi al consueto appuntamento del lunedì con i post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo, una bellissima selezione anche oggi! Ecco gli articoli, come sempre in ordine di uscita:
“Com’è veramente avere amici da tutto il mondo: la solitudine dell’expat” del blog “My social travel” dalla Germania
L’autrice analizza com’è cambiato il modo di fare amicizia in espatrio rispetto a quando era in Italia e di come sia diverso anche all’estero da nazione a nazione e da situazione a situazione. Con sicuramente un fattore denominatore comune: la sensazione di solitudine sempre in agguato dietro all’angolo. Scrive:
“Quando si è lontani da casa, non importa dove, ci si comincia a conoscere meglio. Le certezze avute da sempre crollano, lentamente, una ad una. Non ci sono più le persone di sempre, i luoghi di sempre, a definirci. Improvvisamente ci si può reinventare, in un nuovo contesto, e non è sempre facile. Dipende dalla sensibilità di ognuno ma può essere molto difficile. Sono momenti che possono essere superati con facilità, oppure no, e non esiste una formula che funzioni per tutti.”
“Sapessi come è strano sentirsi innamorati a Milano” del blog “Mamme nel deserto” dal Kuwait
L’autrice ci parla del suo soggiorno a Milano, sua città d’adozione prima della partenza per l’estero, avvenuto non solo per salutare gli amici, ma per svuotare la sua casa che verrà venduta. Ci racconta cosa vuol dire per lei staccarsi definitivamente dalla sua vita precedente e sentire che non ha più un rifugio suo. Scrive:
“Non avrò più una casa a Milano ma una parte del mio cuore sarà sempre li.
E lo sarà grazie a tutte queste persone che hanno reso per me Milano un posto speciale e indimenticabile. D’altro canto resto una persona fortunata a vivere più vite in una sola.
E quello che mi è successo in Kuwait è comunque incredibile.”
“Il pieno di affetto…” del blog “I Cerruti in India si trasferiscono negli States” dagli USA
L’autrice ci racconta le sensazioni dei suoi primi 10 giorni di vacanza in Europa, in quella Francia dove sono rimaste tante amicizie importanti che il tempo ed i chilometri non sono riusciti a scalfire. Scrive:
“Alla fine quelle mamme sono venute a me e l’altro giorno nella piazza du Vieux Marché di Rouen, quando ci siamo strette e commosse le une con le altre, quando abbiamo chiacchierato come se il tempo non fosse passato, come se i mille spostamenti che la vita ci ha imposto, fossero di colpo piccoli e inesistenti, ho capito il senso di questo nostro itinerare: l’intrecciarsi continuo di relazioni umane, un sorriso in ogni porto, l’amicizia e l’amore che vincono su tutto e che resistono a tutto.”
“Appuntamento all’alba” del blog “Le nuvole di Aotearoa” dalla Nuova Zelanda
Un piccolissimo post in cui l’autrice ci racconta quanto riesca sempre a godere fino in fondo dell’alba. Libera da pensieri, confronti ed appartenenze. Davanti all’alba non c’è diversità alcuna. Scrive:
“Con una giacca impermeabile e un paio di scarpe buone ci si ritrova all’alba, tutti uguali, a camminare, con le nostre vite in tasca.”
“Un anno” del blog “Bellezza rara” dal Lussemburgo
L’autrice traccia un bilancio alla fine del suo primo anno di espatrio che è stato sufficiente per farle sentire casa anche questa nuova città ma anche di farle amare ancora di più la sua Torino. Tante sono già le persone che sente vicine con cui il diventare amiche è stato molto più veloce che nel passato perché all’estero ogni espatriato sente il bisogno di legarsi in fretta. Scrive:
“Ho conosciuto tante persone nuove, persone che in poco tempo sono diventate amiche, perché la magia dello stare lontana dalle tue radici è che con i rami ti viene da abbracciare chi incontri in questa nuova dimensione, e allora noi – noi del caffè il giovedì mattina, noi del pranzo il mercoledì, noi del bookscafè, noi vicini di casa e tanti altri noi – siamo diventati subito amici, ed è nata una confidenza speciale, quella confidenza di chi come te sta ricominciando tutto e ha bisogno di abbracci nuovi.”
“Ci siamo” del blog “Virginiamanda” dalla Svezia, in partenza per l’Australia
L’autrice scrive mentre sta svuotando, per sempre, quella che è stata la sua casa in Svezia. La prima casa sua e del suo compagno insieme. I ricordi si susseguono nella sua mente insieme ai timori per la nuova grande avventura che li aspetta. Un arrivo insieme in Australia per poi dividersi poco dopo dato che lui rimarrà lì con un nuovo lavoro mentre lei dovrà prima frequentare un corso importante in Inghilterra che li terrà separati diversi mesi. Bellissimo leggere tutto il corso dei suoi pensieri fra ricordi e preoccupazioni. Scrive:
“Tra un’ora chiuderò la porta.
Secondo me tu lo sai che ho passato la notte sveglia, a scrivere sul nostro divano perché il nodo non va né su né giù.
Promettimi che ce la faremo, anche fuori da qui.”
“Ti lascio andare…” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
L’autrice ci racconta di essere arrivata alla fine di un rapporto con una persona per lei importante. Con la quale ha sempre cercato di ricucire gli strappi, con fatica e perseveranza. Ora però sente di essere arrivata al limite e che questa relazione è diventata una zavorra perché fa troppo male. Non può che ricordare quando, in passato, si è liberata per la prima volta di un rapporto difficile. Trovando coraggio nel suo status di futura madre. Scrive:
“In quel momento ho intuito la potenza della maternità. E’ prevalso quell’istinto che tutto sovrasta, fa ombra persino all’amore: l’istinto di protezione.
Mollare quella zavorra, è stato il primo, grande, gesto materno nei confronti di quella creatura che stava preparandosi a nascere. In quel momento l’ho abbracciata per la prima volta, godendo per un istante della sua concretezza e le ho promesso di proteggerla.”
“Fango” del blog “Parole d’ottobre” dall’Inghilterra
Un bellissimo post in cui l’autrice ci racconta come una canzone di Jovanotti, che un collega usava per farsi sostenere, nei momenti grigi dell’espatrio, dal ricordo del mare della sua terra, abbia davvero aiutato anche lei nel primo periodo inglese. Quello dello sconforto e della solitudine, inevitabile nei primi tempi. Scrive:
“La città era davvero un film straniero senza sottotitoli, davanti avevo cartelli di sei metri che mi dicevano che tutto era intorno a me e nel caos di quell’universo enorme in cui io non ero che un puntino ho avuto paura di perdere me stessa, quello che ero, di dimenticare da dove venivo e perché ero lì, ma mi è bastato un istante in compagnia del rumore del mare e del calore di una giornata di sole impressi nel mio essere per capire di dovermi tranquillizzare.”
Per oggi ho finito, buona lettura!
2 thoughts on “Top post dal mondo expat #27.6.16”
Grazie <3
Figurati…post bellissimo! In bocca al lupo!!