In affanno, come sempre ultimamente, ecco i post più belli della settimana del 5 Dicembre, come sempre in ordine di uscita:
“Home is where your heart is di Francesca” del blog “Amiche di fuso” dal mondo
L’autrice ci racconta la sua vita fuori e dentro l’Italia, le vicissitudini ed i cambiamenti che lei e la sua famiglia hanno affrontato pur di trovare, almeno per ora, il loro posto nel mondo. Scrive:
“Ci siamo ripresi in mano la nostra vita, una vita che qui è diventata facile perché i servizi funzionano. Perché puoi andare ovunque con un bambino di qualsiasi età. Perché gli spazi verdi abbondano e non devo camminare venti minuti per trovare un misero scivolo pieno di graffiti posto sopra del cemento con le macchine che sfrecciano a dieci metri di distanza. Perché gli asili non sono baby parking ma scuole dove i bambini diventano indipendenti, dove si possono anche sporcare di fango e chi se ne frega perché poi le maestre li cambiano.”
“Sì, l’ho fatto anch’io” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
Un post molto motivazionale in cui l’autrice ci racconta che non è mai troppo tardi per riprendere in mano la propria vita e decidere di stare bene. Anche se fuori dall’Italia, anche se si ha 65 anni. Scrive:
“Mi dispiace solo di non averlo fatto prima, di non avere potuto respirare così a fondo, di non aver detto” basta” alla mancanza di gioia , di vita, di progetti fantasmi.
Ora vivo, costruisco di nuovo parole, azioni, relazioni umane.
Qualcuno ha detto ” Se non ti piace dove sei cambia, non sei un albero”….
E così ho respirato a fondo e ho deciso.
No non ho pensato a quanti anni avevo, nemmeno per un attimo. Ho pensato: vado via, ricomincio da un’altra parte, non perdo più nemmeno un giorno, ho ancora vita da vivere.”
“Quella porzione di mondo” del blog “Flying Swallow” da Londra
Un post molto bello di riflessioni. Sul fatto che a volte ci si fa un’idea del mondo e di ciò che ci piace e vorremmo e facciamo l’errore di pensare che sia per tutti così. Invece le persone sono diverse ed hanno desideri ed aspirazioni diverse. Occorre imparare ad accettarlo, a lasciare andare le persone, quando due mondi diversi non si incontrano, ad andare avanti giocando un’altra mano, senza paura. Scrive:
“E così avremo imparato che la vita, in fondo, è una scommessa.
Si può vincere quando credevamo non vi fossero possibilità.
Si può perdere, anche quando credevamo di avere la mano giusta.
Ma solo se si gioca.
Che ci saranno seconde possibilità, forse.
Ma solo se si ha il fiuto di coglierle.
Chi non lo fa, perde sempre, tutto.”
“A papà” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
All’autrice manca il suo papà e le capita spesso che ci sia, nelle sue giornate, qualcosa che la fa pensare a lui. Scrive:
“Mi manchi papà.
E sono quasi sicura manchi a tutte le donne che leggono, che ora sono diventate figlie del mondo, che viaggiano, scoprono, si reinventano, amano, combattono per trovare ogni giorno quel “sempre qualcosa in più”.”
“Di dove sei?” del blog “Mamma Far and Away” dall’Inghilterra
L’autrice ci racconta che, sempre di più, quando le chiedono di dove è, non le viene subito una risposta. Lei che è nata in Francia, ha vissuto infanzia ed adolescenza in Italia e, da expat, ha già cambiato diverse nazioni, inizia a non avere così chiara la sua nazionalità. Ed ancora di più sono confusi i suoi figli. La cosa non la entusiasma, ma se analizza la cosa in altri termini ne è anche contenta. Scrive:
“Guardando questa situazione da un’altra prospettiva riesco a vedere un forte senso di liberta’, quella liberta’ che infondo ci permetterebbe di spostarci di nuovo, di cambiare ancora, di non essere vincolati a nessun luogo.
Riesco a vedere un’apertura mentale, una voglia costante di mettere in discussione la mia stessa cultura d’origine tenendone stretti a me i lati migliori, condividendoli con i miei figli e facendo scivolare via quelli che mi stavano scomodi e modellandomi addosso quelli di altre culture.”
“Di madri, libri, vite e viaggi…” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
L’autrice sta affrontando la malinconia che le ha lasciato l’ultima breve visita della madre. Prende in mano il libro che lei le ha lasciato e capisce che non le è stato lasciato a caso proprio quel libro. Scrive:
“Ho pensato che tu lo hai sempre saputo, che tu mi conosci, forse, meglio di chiunque altro. Hai subito intuito il mio animo ramingo, la mia necessità di esplorare, di muovermi, di andarmene e tornare.
Ho capito che tutti i tuoi libri sono state porte da aprire, hai trovato un modo per assecondare la mia natura, hai creato per me infinite vie di fuga.”
Per oggi ho finito, buona lettura!
p.s. torno prestissimo con un altro appuntamento della rubrica Blog Italiani nel mondo!