Eccomi in notevole ritardo ad un nuovo appuntamento con i post più belli dai Blog Italiani nel Mondo. Colgo l’occasione per ricordarvi che questa mia rubrica ha una pagina tutta dedicata anche su Facebook e Google+
Ecco i post che più mi sono piaciuti, come sempre in ordine di uscita:
“Da stasera ricomincio a studiare” del blog “Storia di una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
Un post molto bello in cui l’autrice ci racconta che, nel suo primo anno di espatrio, ha messo da parte la sua vita extra figli per affrontare la sua nuova avventura insieme alla sua famiglia. Cosa sicuramente necessaria che però, con il passare del tempo è diventata anche un po’ una scusa per non mettersi in gioco, soprattutto per paura. Ora non può più raccontarselo, ha scandagliato bene tutte le sue emozioni, motivazioni e paure ed ha deciso di riprendere in mano la sua vita ricominciando a studiare. Scrive:
“Ho pensato alla storia dei treni che si perdono e forse l’ansia di non salire, mi ha spinto a credere che bastava prenderne uno qualsiasi, per non restare a terra. Ma non è così, perché se il viaggio è sbagliato lo senti dentro e non è solo una questione di destinazioni.
Ho deciso di prendere il treno giusto e di preparare per bene i bagagli. Non importa se fermerà ad un binario morto, è comunque un’eventualità, ma di sicuro mi sarò goduta il panorama là fuori.”
“Un’idea di mondo” del blog “Madre in Italy” dal mondo
L’autrice ci racconta come sia sempre più convinta che viaggiare e vivere altrove possa essere la chiave per accettare ed aprirsi al diverso. Per provare empatia per gli altri, per capire che al di là del credere in un Dio diverso, si è comunque parti di un tutto. Scrive:
“Credo che viaggiare ti possa aprire la mente come nessun’altra cosa al mondo, viaggiare è pratica, poca teoria, impari subito a trasformare quello che incontri viaggiando in idee, concetti, opinioni che sono sì tuoi ma formati dall’interazione tra te ed il mondo, un qualcosa di enormemente più profondo.
Viaggiare ti rende empatico, perché mentre viaggi sei tu l’ospite riservato del mondo che ti accoglie, un mondo che non è solo il tuo mondo, e diventi consapevole che c’è dell’altro, e quest’altro non ha un Dio o un colore particolare, è solo umanità.”
“Ogni volta che torno a casa” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci racconta come inevitabilmente, dopo le vacanze in Italia, al rientro nel paese d’adozione si venga inondati da sensazioni contrastanti già dall’attesa del volo in aeroporto. Scrive:
“Ma la sensazione più strana la percepirai il giorno del tuo rientro, a volte già dalla sera precedente:
mentre prima quasi ti innervosivi all’idea di dover tornare in Italia, a poche ore dal tuo volo penserai che quasi quasi ti piacerebbe restare ancora un altro po’.
Le ore all’aeroporto e in volo le trascorrerai in una sorta di limbo, in cui non sai se sei triste perché te ne sei andata dalla città in cui, nascendo, sei capitata, o felice perché stai tornando nella città che invece ti sei scelta.”
“Quanto è fortunato lo Gnomo?” del blog “Alice e la bestia” dagli USA
L’autrice vuole spiegare a tutti perché il figlio adottivo non sia un bambino fortunato. È anzi un bambino che ha perso tanto e che quel tanto non lo potrà riavere uguale mai. Quelli ad essere davvero fortunati sono invece loro genitori adottivi perché hanno avuto con il suo arrivo un dono ineguagliabile. Scrive:
“I fortunati, Gnomo, in tutta questa storia, siamo noi.
Noi che abbiamo la fortuna sfacciata e insperata di vederti crescere, noi che facciamo incetta a man bassa dei tuoi sorrisi, delle tue storie strampalate, dei tuoi abbracci appiccicosi, dei tuoi capricci, pure di quelli!
Dei tuoi giorni con la febbre, delle tue ginocchia sbucciate, delle canzoni inventate; facciamo collezione di grida da solletico, di capelli impiastricciati di sugo, di storie lette, e rilette, e lette ancora fino allo sfinimento.
Siamo noi, i fortunati, Gnomo.
E nessun altro.”
“Lontani dagli occhi…vicini con il cuore” del blog “Migrants for love” dall’Australia
Quasi sempre agli expat pesa non essere presente agli eventi felici delle persone care in patria, ma l’autrice ci racconta come non essere presenti nel momento del bisogno sia ancora peggio. E come sia importante capire che l’importante è esserci con il cuore per non impazzire. Scrive:
“–Avrei tanto bisogno di averti qui…– mi scrive e io sono nella mia casina nella campagna australiana, qui e’ una serata di primavera e da lei una mattina di fine estate, tra noi ci sono 16.000 km, ci separano oceani e continenti, sono lontana e non posso asciugare le sue lacrime e stringerla fra le braccia.
Di colpo le mie parole –Ti penso, ti sono vicina, ti abbraccio forte, ti capisco– mi sembrano futili, inutili, banali perché non posso vedere il suo viso sconvolto, la sua disperazione, la sua paura. Perché non sono con lei quando lei ha bisogno di me.”
“L’altra faccia di Dubai” del blog “Diario di una expat” da Dubai
L’autrice ci racconta come, cercando di conoscere meglio un altro tipo di expat a Dubai, non può che sentirsi una persona estremamente fortunata. Perché ci sono persone lì, provenienti da paesi problematici, che conducono una vita molto meno fortunata della sua e, nonostante questo, non se ne lamentano mai. Scrive:
“Ogni volta che parlo con loro mi viene una morsa allo stomaco ed a volte a stento trattengo le lacrime. Ma gli devo molto ed a loro dedico questo post. Loro sono una fonte di ispirazione, perché nonostante tutto non si lamentano e non mollano mai. Quindi la prossima volta che ci lamenteremo perché non potremo compare l’ultimo modello di iPhone, perché il nostro guardaroba é vuoto, le nostre scarpe non alla moda, la nostra macchina vecchia, pensiamo ad Asif (lui di vestiti ne ha 4) o a Precy. Pensiamo a tutti coloro che sorridono pur non avendo quasi nulla, perché la felicità è una scelta e loro hanno scelto di essere felici.”
“Come granelli di sabbia” del blog “Flying Swallow” da Londra
L’autrice, che è sempre stata molto riflessiva ed estremamente fedele alle scelte fatte, ha capito che nella vita si può anche scegliere di abbandonare una strada che ci sembrava adatta a noi. O, semplicemente, farci portare un po’ dal vento senza pensarci troppo. Scrive:
“Perché forse preferisco vivere così.
Scegliendo che selciato calpestare, lasciandomi a tratti portare via dalla forza del vento.
Con la profondità di chi sceglie sempre di sentire tutto, ma la leggerezza di chi talvolta sceglie anche di non pensare, lasciando che vada tutto così: come granelli di sabbia portati via dalla brezza.
Perché tanto lo so già: andrà tutto bene alla fine, e se non andrà non sarà la fine.”
Per oggi ho finito. In settimana spero di rimettermi in pari con le letture di tutti gli expat blog! Intanto buona lettura!