Eccoci al consueto appuntamento con la mia selezione dei post più belli della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo. La raccolta oggi è, a mio avviso, particolarmente bella. Ecco i post, come sempre in ordine di uscita:
“Ogni gesto” del blog “Giappone Mon Amour” dal Giappone
L’autrice ci racconta come, nell’essere madre, cerca di prendere il meglio di quella che è la cultura giapponese. Cultura che tende a mettere in evidenza sempre il lato positivo delle cose, sminuendo il negativo. Allo stesso modo le madri giapponesi sembrano non perdere mai la calma, nemmeno davanti alle scenate dei figli. Ed è innegabile che nel vedere come agiscono, si venga contagiati dalla calma in modo molto positivo. Scrive:
“Frequenta chi è meglio di te. Me lo ripeto da anni come un mantra. E “meglio” non significa necessariamente più colto o raffinato. Migliore in quanto a gentilezza, per esempio, o per il modo che ha qualcuno di reagire alla delusione. Ogni persona ha un dono.
Bisognerebbe ricordarlo, quanto ogni nostro gesto sia d’esempio a qualcun altro e quanto serva a mantenere o rompere equilibri. Imitare e creare con le proprie azioni un ambiente in cui sarà naturale agire per il meglio. È questo che vorrei riuscire a fare come madre.”
“Continuare e ricominciare da Londra” del blog “Amiche di Fuso” dal Mondo
L’autrice, expat da diversi anni, si trova per l’ennesima volta a rimpacchettare la sua vita e quella della sua famiglia per una nuova destinazione. Nonostante questa volta desiderasse particolarmente lasciare il Texas che è stata una tappa alquanto difficile per lei, non mancano lo stesso un po’ di malinconia e di pensieri per quella che è stata comunque casa per una parentesi di vita. Scrive:
“Poi arriva la fase del trasloco, quel ritrovarsi tra le mani uno per uno tutti i fogli, disegni, biglietti, giocattoli, pentole, vestiti, scarpe e tutto il resto che contiene quella che è stata casa per sedici mesi, buttare, regalare ma soprattutto suddividere quello che si tiene in cose che vanno in valigia, cose che vanno in air container, cose che vanno in container navale. Tutti pezzi di quest’ultima vita che si reincarneranno nella successiva, arrivando un po’ insieme a noi e un po’ dopo. E così come avere avuto qui le cose delle città e degli anni precedenti ci faceva sentire meno lontani dal nostro mondo, presto anche le cose di Houston saranno parte del nostro mondo in un luogo nuovo.”
“Essere un expat” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
Un bel post in cui l’autrice riflette sul significato dell’etichetta di expat che ti viene data quando decidi di andare a vivere all’estero. Su come questa esperienza ti faccia cambiare, su come ci si senta diversi anche quando si torna a casa. Sul significato diverso che si attribuisce alla stessa parola casa. Su come si cresca di più fuori dalla propria sfera famigliare. Scrive:
“In ultima analisi l’andare a vivere all’estero si configura oggi come un nuovo rito di passaggio: in una società occidentale iperprotettiva essere un’expat ti fa entrare nell’età adulta e ti trasforma, irrimediabilmente, in una persona diversa da quella che eri prima di partire.”
“L’affanno” del blog “Mammitudine” dall’Austria
Un bellissimo post in cui l’autrice ci racconta di aver voluto fortemente riuscire nella propria carriera, migliorandosi sempre, così come ha desiderato diventare mamma da giovane. Due direzioni, purtroppo, diametralmente opposte ma che ha fatto di tutto per portare avanti pur sempre in affanno. Scrive:
“Insomma, tutta questa pappina per dire che io sono felice di essere diventata mamma. Lo rifarei. Entrambe le volte. Non credo che sia la realizzazione della mia vita. Ma al tempo stesso, lo è. Come lo è lavorare, fare carriera, produrre qualcosa di intelletualmente valido. E il mio affanno consiste proprio in questo. Non voglio privarmi nè di una cosa, nè dell’altra. Io non sono una cosa sola, e ho bisogno di tante cose per essere io.”
“I rischi delle cose belle” del blog “Parole d’ottobre” dall’Inghilterra
L’autrice riflette su come, nei rapporti di affetto, siano essi d’amore o d’amicizia, sia inevitabile rimanere prima o poi delusi. L’unico rimedio per esserne immuni sarebbe tenersi alla larga da qualsiasi relazione con gli altri. Scrive:
“Si vive privandosi di relazioni, incontri, piaceri e soddisfazioni. Possiamo chiamarla vita, quella?
Come per tutte le cose, anche le relazioni arrivano insieme a dei rischi.
Si può imparare a vivere senza oppure si può accettare di correrli, godendo dei momenti unici che portano con se’.”
“Colombia: il mio sì” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci racconta il momento in cui ha detto sì al visto colombiano, sua patria di adozione. L’insieme di paura, gioia, adrenalina, sconvolgimento e la bella sensazione di essere sulla strada giusta. Scrive:
“Non ero truccata. Non avevo i capelli pettinati in maniera tradizionale ma come spesso accade erano raccolti in alto con una matita. Cuore e paura nudi, reali davanti all’obbiettivo. L’unica cosa altrettanto reale che sono riuscita a fare è stata quella di “mollare” davanti all’obbiettivo tutte le mie paure. E’ arrivata così la mia faccia da schiaffi che conosco e riconosco molto bene.“
“L’amicizia ai tempi della scuola…” del blog “Una mamma italiana emigrata all’estero” dalla Germania
“Un bel post in cui l’autrice ci racconta la difficoltà della figlia ad essere accettata da una bimba e dal suo gruppo all’interno della classe dove è arrivata da pochi mesi. Di come ha cercato inizialmente di spiegarle che era meglio lasciar perdere e cercare altrove l’amicizia. Per capire subito dopo che quello era è un discorso fatto da una prospettiva adulta che non le sarebbe servito. Scrive:
“Ho capito che tu devi passarci in mezzo, a quegli anni, che io e il mio bel discorso, siamo un salto troppo lungo che tue esili gambe non potrebbero compiere. Non puoi comprendere ora, l’essenza vera del sentimento dell’ amicizia.”
“Ho pensato” del blog “Sogno australiano” dalla Scozia
Un post intimo. Pensieri sparsi apparentemente senza un filo conduttore, ma che hanno in realtà, dentro, piccole e grandi riflessioni dell’autrice sugli ultimi giorni. Scrive:
“Mio fratello ha pensato che dopo la vita non c’e’ niente.
Ma se qualcosa ci fosse, mi ha confidato, gli basterebbe che fosse come la sensazione di avere suo figlio tra le braccia.”
“Undici” del blog “Diario dal mondo” dall’Australia
Per l’autrice ricorre l’undicesimo anniversario dalla morte, prematura ed improvvisa, del padre e, nella quasi incredulità che la vita sia andata avanti lo stesso, scrive quanto ancora lui ed i giorni della sua perdita, siano così vivi nella sua memoria. Scrive:
“In undici anni siamo tutti cresciuti, maturati, invecchiati. Ma ogni anno, inesorabilmente ed inevitabilmente, quando il 7 giugno si avvicina la mia memoria mi riporta indietro a quegli ultimi giorni con te. Ho dimenticato tanti momenti, tante parole, tante giornate ben più vicine di quei giorni di undici anni fa. Ma quei momenti no: quelli sono scolpiti nella mia memoria, nel mio cuore e nelle mie lacrime, e non c’è tempo che li possa cancellare. Sono tutto quello che adesso mi resta di te.”
Per oggi ho finito, buona lettura!
4 thoughts on “Top post dal mondo expat #6.6.16”
Hai ragione, proprio una bella selezione: delicata e toccante, brava!
Grazie! Mi fa piacere che ti sia piaciuta
Grazie! Smack
❤️