Il viaggio è stato lungo ovviamente, ma i bimbi sono stati veramente bravi questa volta e hanno reso tutto più facile. All’aeroporto c’erano tutti i nonni emozionati ad accoglierci. Ed è stata un’emozione anche per noi. Poi subito a casa, aperta già da qualche giorni dai nonni che hanno fatto di tutto per renderla pulita e accogliente, perfino con i fiori alle finestre.
Ricevere l’affetto dei vicini. Per Carlo Alberto ritrovare la sua amichetta con cui poi sarà inseparabile per i giorni a venire.
La strana sensazione di trovare una casa meno familiare di quella thailandese ad attenderci. Rimanerci male lì per lì, non ritrovarsi, ma poi, già dal giorno dopo, appena alzati, la gioia di riscoprirla e riconoscerla come la NOSTRA casa.
Periziare il giardino per vedere le piante una per una, i loro progressi, le loro sconfitte. Constatare con i propri occhi che il vecchio olmo sta morendo e sentirsi impotenti. Essere tristi per aver perso la fioritura di tulipani, crochi, gelsomini e clematis, ma godere appieno di quelle della lavanda e degli agapanthus.
E così, in fretta, i primi giorni italiani sono passati.
Sono stati giorni pieni.
Pieni di familiari e amici.
Pieni di cibo, cibo di casa.
Giorni pieni delle risate e della felicità di Carlo Alberto con la sua compagna di giochi.
Pieni dei pianti di Diego piuttosto nervoso causa fuso orario alternati a grida di gioia nel trovare tanti giochi appartenuti al fratello e, soprattutto, nel poter stare liberamente all’aria aperta.
Giorni che mi hanno fatto conoscere la mia nipotina, non ancora goduta come vorrei.
Giorni pieni del silenzio della natura.
Giorni contornati solo dal verde delle nostre colline.
Giorni senza traffico.
Giorni pieni di aria e sole.
Aria fresca e sole che ti scalda senza farti sudare. Pieni di insetti e farfalle attirati dal profumo della lavanda in fiore.
Insieme all’affetto, questo è sicuramente quello di cui più ho goduto: poter stare fuori, senza l’assillo del caldo, senza il terrore delle zanzare portatrici di Dengue da cui proteggerci.
Sarà anche per il clima meraviglioso che abbiamo trovato: soleggiato, ma incredibilmente fresco per essere la fine di giugno.
Sarà perché io amo il mio giardino.
Sarà per la libertà improvvisa di poterci stare.
Sarà perché i vicini sono anche amici.
Sarà perché c’erano le nostre famiglie quasi al completo.
Semplicemente io non volevo essere da nessun’altra parte. Seduta sul prato a vedere i miei figli giocare spensieratamente. Guardarmi attorno e vedere solo colline ricoperte di verde.
E chiacchere a non finire, rigorosamente e meravigliosamente in italiano. Ci sarà tempo, poi, per disfare le valigie, finire di sistemare casa e pensare alle 1000 incombenze causate da 6 mesi fuori. Ci sarà tempo sì, ma ci sono ancora tanti carissimi amici da incontrare e un compleanno e un battesimo da festeggiare in settimana!
7 thoughts on “Primi giorni italiani”
Bentornata a casa allora 🙂 Le fotografie sono bellissime,che bel giardino 🙂
Grazie e grazie! Il giardino è quasi il mio terzo figlio.. vabbè anche di mio marito che altrimenti si offende che non lo nomino mai dato che è lui che cura il prato!!
Il rientro in Italia dopo mesi di assenza ha sempre qualcosa di magico e meravigliosamente emozionante.
Ogni volta che atterro in Italia mi scendono lacrime di emozione al solo pensiero di riabbracciare la mia famiglia d’origine e poi correre a salutare amici e parenti, è faticoso ma anche tanto piacevole.
Quanto è bello poter correre a piedi nudi nel giardino, raccogliere la verdura fresca nell’orto, annusare il profumo dei fiori e riempirsi gli occhi di colori e di natura. Evviva la libertà!!!
Buone vacanze!!!
Grazie! “Evviva la libertà” è l’esclamazione giusta perché quando si vive in certi paesi come i nostri di adozione, si viene privati di tante libertà. Soprattutto nel vostro Kuwait!!
Come capiscono la parte sulle chiaccherate rigorosamente in italiano!!!
intendeno..come capisco!
Sì avevo capito cosa intendevi!! E’ inutile..le chiacchere nella propria lingua sono un’altra cosa!