Ho imparato che, viaggiando con i bambini, è indispensabile includere anche qualche attrattiva per loro onde evitare di trasformare ogni gita o viaggio in un incubo. Soprattutto Carlo Alberto non è molto propenso ad andarsene in giro se non c’è qualcosa che lo interessa in prima persona. E così, nel nostro primo weekend a Bangkok, pur essendo curiosissima di visitare tantissime cose, abbiamo dedicato un intero pomeriggio a Kidzania, la città dei bambini di cui mi aveva parlato un’amica. Si trova al 5° piano del centro commerciale Siam Paragon ed è una vera e propria città interamente a misura di bambino con strade, negozi, mezzi di trasporto, ospedale, caserma dei pompieri, stazione di servizio, tribunale, carcere, fabbriche e proprio tutto ciò che è presente normalmente in una città.
Si è sotto ad un cielo finto, ma molto realistico che inizia a scurirsi al tramonto per poi diventare buio. I bambini sono gli unici abitanti e vivono, lavorano, guadagnano e si divertono proprio come gli adulti.
Esternamente si viene accolti da un vero e proprio check-in come in aeroporto. Si paga l’ingresso per i bambini e gli adulti e si riceve uno scontrino ed un braccialetto con un chip che fa suonare l’allarme nel caso in cui i bambini tentino di uscire senza l’adulto a loro abbinato all’ingresso.
La prima tappa è la banca dove i bambini devono andare, rigorosamente soli, a dare lo scontrino per aprire il loro conto corrente e ricevere il budget di partenza in banconote.
Sarà compito del bambino incrementare il denaro lavorando o farlo diminuire spendendolo in divertimenti o cibo. In ogni attività sono presenti uno o più adulti per istruire i bimbi sul da farsi, assisterli e controllarli. Il personale parla inglese. Si riceve una mappa della città ed il bambino può scegliere liberamente da dove iniziare. Un Carlo Alberto molto intimidito, pur essendoci lavori fantastici come il pompiere o il pilota d’aereo, è voluto partire da lavori che a noi sono sembrati strani. Prima di tutto è voluto andare a lavorare da McDonald’s, dove fra l’altro in realtà non è mai stato, ma ha capito che aveva a che fare con gli hamburger ed ha pensato che forse se ne poteva mangiare uno! Eccolo nella foto sopra al titolo in fila con i “colleghi” in attesa di iniziare il turno.
Ha quindi imparato a preparare un panino completo e l’ha venduto al banco a suo padre.
Poi è andato a lavorare alla stazione di servizio e all’officina meccanica.
A seguire si è appassionato all’imbottigliamento delle Coca-Cola.
E’ voluto andare a lavorare in banca e poi ha deciso di divertirsi un po’ ed andare prima in discoteca ad imparare a ballare e poi a giocare a calcio.
Solo alla fine, ormai entusiasta, ha scelto i lavori più belli: il pilota d’aereo, di cui sappiamo solo tramite i suoi racconti perché è vietato l’ingresso agli adulti, ed il vigile del fuoco che abbiamo potuto seguire anche noi da vicino. Prima i bimbi si devono vestire da pompiere e poi seguire una lezione che li istruisce sulla procedura d’emergenza. Poco dopo arriva una telefonata che segnala un edificio in fiamme ed i pompieri salgono sul camion e, attraversando la città, arrivano al luogo dell’incendio. Lì c’è un idrante per ciascuno con acqua vera per spegnere il fuoco con tanto di crepitio delle fiamme in sottofondo e luci accese dietro alle finestre che simulano il rogo e si spengono dopo un po’.
Tutto intorno ci sono bimbi-poliziotto che impediscono alla folla di passare! Fra le tante attività il pomeriggio è finito in un battibaleno e Carlo Alberto non è riuscito a provare tanti mestieri come il medico, il giudice, il dentista, il veterinario, il cameriere, il poliziotto, lo chef e tanti altri. Per provare tutto credo che occorrano almeno 5/6 ore. L’età consigliata è dai 4 ai 12 anni anche se molte cose erano di difficile comprensione anche per Carlo Alberto che ha quasi 6 anni. Per i bimbi sotto ai 4 anni come Diego c’è francamente poco per cui se non c’è un fratello più grande da accompagnare non ne vale la pena. Per i piccoli c’è una piccola area con la sabbia ed un mini appartamento con palle e canestro, una cucina attrezzata dove i bimbi vengono intrattenuti con qualche occupazione realistica ed una piccola sala con qualche libro ed il pianoforte.
Diciamo che Diego ha più sofferto che altro perché avrebbe voluto seguire il fratello ovunque, ma non poteva. Per gli adulti che possono lasciare i figli soli a gestire il tutto perché più grandicelli, c’è una piccola sala massaggi, qualche ristorante e bar. Tutto a pagamento tranne la connessione wireless che è gratuita. Alla fine i bambini possono spendere i soldi che sono rimasti loro nel negozio, al ristorante o conservarli per un’altra volta. Qui è arrivata la nota dolente perché Carlo Alberto aveva solo il denaro necessario per acquistare una matita e ci è rimasto veramente male piangendo tutte le sue lacrime un po’ per delusione un po’ per stanchezza. Devo dire che effettivamente potrebbero mettere qualche gadget a prezzo più basso perché nella loro idea ai bambini sembra di aver lavorato tanto! Al di là di questo ho trovato il tutto molto interessante e credo che Kidzania riesca a stabilire un connubio perfetto fra divertimento ed istruzione. Mi sono incuriosita e ho cercato di saperne di più. Kidzania nasce dalla mente di Lopez Ancona, un imprenditore messicano appassionato di intrattenimenti per bambini. La prima “Ciudad de los ninos” viene aperta nel 1999 a Città del Messico ed ha un successo incredibile. Per la sua realizzazione e quella di ogni successivo Kidzania vengono interpellati psicologi, educatori ed esperti. Il tutto si basa sul gioco di ruolo e l’acquisizione di competenze della vita reale divertendosi. Mentre giocano, i bambini imparano a capire e gestire il mondo, acquisiscono competenze della vita reale, imparano ad essere indipendenti, a collaborare con gli altri, ad averne fiducia, a socializzare e a sviluppare capacità decisionali. Nel sito della società c’è scritto: “La nostra visione è quella di accendere i cuori e le menti dei bambini in tutto il mondo consentendo loro di rendere il mondo un posto migliore”. E’ affascinante anche la “favola”, narrata sul sito, che ha portato alla nascita della città di Kidzania:
“Come tutte le grandi storie, Kidzania nasce da un’incrollabile passione, da una visione idealistica e da un desiderio di cambiamento. E’ nata attraverso tutte le culture ed i continenti nella mente di tutti i bambini, stanchi della situazione mondiale molto critica. Loro volevano un mondo in cui tutti i governi fossero efficienti, in cui i guadagni fossero divisi equamente e in cui si tenesse conto dell’importanza delle risorse. Questo stato d’animo collettivo li ha portati ad immaginare un mondo migliore e pieno di possibilità. Per realizzarlo, cominciarono con lo stabilire 6 diritti fondamentali: il diritto di essere, di conoscere, di prendersi cura di sé, di giocare, di creare e di condividere. Non solo diritti, ma base per creare il mondo reale e per raggiungere la felicità. Scrissero poi una dichiarazione di indipendenza dagli adulti e proclamarono la loro propria nazione, una nazione unita non dalla geografia o dalla cultura, ma solo dagli ideali. Scelsero il loro nome: Kidzania, la terra dei bambini cool. Costruirono la loro prima città in Messico, come un luogo in cui le persone vivono, condividono idee, si prendono cura di se stessi e degli altri e tutti insieme contribuiscono ad una crescita collettiva. Migliaia di bambini vennero in visita ed il successo fu talmente grande da accrescere la loro visione e spingerli a fondare altre città in tutto il mondo dove imparare ad acquisire competenze quali l’autonomia, la conoscenza e la cura di sé, l’espressione artistica, l’ecologia, il saper risolvere un conflitto ed il lavoro di gruppo. I contenuti di Kidzania sono radicati nell’ispirazione di ragazzi idealisti che hanno formato una comunità come mentalità.”
Oltre a Bangkok, Kidzania è presente in Messico ( Monterrey e Città del Messico ), Cile ( Santiago ), Portogallo ( Lisbona ), Egitto ( Cairo ), Kuwait, Dubai, Malesia ( Kuala Lampur ), Indonesia ( Jakarta ) Giappone ( Tokyo e Osaka ), Corea ( SEoul ), India ( Mumbay ).
Prossime aperture:
Istanbul, Londra, Sao Paolo, Singapore, Mosca, Manila, Qatar e Gedda.
Prezzo di ingresso: Bambini ( 4-14 anni ): 650 Baht ( circa 16 euro ), Adulti: 400 Bath ( circa 10 euro )
Orari di apertura:
Dal lunedì al venerdì: dalle 10 alle 17. Sabato, domenica e festivi: dalle 10 alle 15 e dalle 16 alle 21.
Indirizzo:
Siam Paragon, 5th Floor, 991 Rama 1 Road, Pathumwan, Bangkok 10330, Thailand
Sito web: http://bangkok.kidzania.com/en
19 thoughts on “Bangkok per i bambini: Kidzania”
sembra un posto veramente bello.. credo che sarebbe piaciuto anche a me da piccola andare in un posto del genere!!
Sì, Carlo Alberto si è divertito pur non capendo ancora tutto a causa della lingua. E’ partito tutto intimidito per poi entrare in uno stato di totale esaltazione! Nonostante la stanchezza non voleva più andarsene!
Bellissimo questo posto!
Ho scoperto grazie al tuo post che esiste anche in Kuwait… thanks!
Infatti quando ho scritto le location ho pensato a voi!
No Vabbe…mio figlio solo con l’aereo gigante dentro impazzirebbe!!!! Ma è bellissimo! Noi qui abbiamo cose del genere al Children Museum, ma non è così bello….
In effetti i bambini impazziscono lì dentro! Grazie per essere passata e piacere di conoscerti!
Bellissimo!! Ma che esperienza deve essere stata!
Ciao e benvenuta! Ti conosco perché leggo spesso il tuo blog e i tuoi commenti… Per i bimbi è veramente un’esperienza bellissima. Peccato che non sia ancora molto diffuso. Che io sappia non c’è nemmeno qualcosa di simile di altri brand…
Bellissima idea, davvero utile e interessante.
Arrivo da Lucy…
Benvenuta! Sì, è bello proprio perché non costituisce un divertimento fine a sé stesso.
Ma che idea meravigliosa! Come mi piacerebbe averne uno qui vicino, secondo me persino mio figlio ne rimarrebbe entusista! Bellissimo racconto come sempre 🙂
Grazie Marzia! Sì, secondo me, questo posto non può non piacere ad un bambino…
Ma che bello! Sarebbe bello avere qualcosa di simile anche dove siamo noi!
In un paese vicino al nostro organizzano due domeniche all’anno delle giornate in cui i grandi partecipano ai laboratori creativi di solito indirizzati ai bambini, e i bambini invece vengono coinvolti in lavori e attività da adulti, come in una sorta di città parallela: c’è l’anagrafe, il vivaio, il cantiere edile…
bello!
Bella anche questa idea! A proposito: benvenuta!
Evvai, dopo questo tuo post sono ancora piu’ convinta che ne vale davvero la pena portarci i bimbi. Il Kidzania di Londra e’ aperto e aspetto un weekend di pioggia per portarci i bimbi!
Fai benissimo!!!
Molto interessante! Saremo a Bangkok tra un paio di settimane e sto pensando di portare la mia bimba di quasi sei anni…ma non capisce l’inglese! È un grosso ostacolo o pensi che i bambini possano cavarsela e divertirsi anche senza capire niente di quello che viene detto loro?Il tuo bimbo parlava già un po’ di inglese? Grazie
Il mio bimbo andava alla scuola inglese da un paio di mesi quindi qualcosa capiva. Secondo me se lei è una bimba che si lancia può divertirsi lo stesso. Anche il mio bimbo più piccolo quando siamo andati la seconda volta a circa 3 anni ancora non parlava, ma si è divertito lo stesso a travestirsi da pilota e pompiere! certo non potrà magari scegliere quei lavori tipo avvocato, magistrato etc dove un po’ dovrebbe capire, ma se le piace travestirsi le piacerà senz’altro e potrà comunque imitare gli altri dato che sono sempre all’interno di un piccolo gruppo. Un limite potrebbe giusto essere se è una bimba timida che si lancia poco perché all’interno dei vari edifici deve andare senza di voi, ma se le piace stare in gruppo è OK.