Il Pu Sae Ya Sae Festival si celebra durante la luna piena del settimo mese lunare, proprio all’inizio della stagione delle piogge. La cerimonia si svolge a Ban Pa Chi at Tambon Mae Hia ai piedi del Doi Kham, una collina a circa 15 chilometri a sud ovest di Chiang Mai.
È una tradizione che si deve ai Lawa e ai Lua, i primi abitanti conosciuti di Chiang Mai.
Perché nasce il Pu Sae Ya Sae Festival
Questo festival è nato per propiziare i tre spiriti guardiani che facevano parte proprio dei Lawa e dei Lua, i due gruppi etnici che vivevano nella zona montuosa intorno al Doi Suthep e al Doi Kham.
Si narra che questi tre spiriti , Pu Sae, la moglie Ya Sae e il loro figlio Sudeva Rishi erano cannibali e avevano un appetito insaziabile di carne umana e sangue.
Secondo la leggenda, il Buddha stava viaggiando attraverso la regione quando fu preso di mira dai tre spiriti che volevano mangiarlo.
Egli si rese conto del loro piano e li ammonì di non mangiare mai più la carne di un qualsiasi essere vivente.
Il figlio accettò immediatamente e diventò monaco. Pu Sae e Ya Sae invece, chiesero di poter assaggiare la carne di bufalo almeno una volta l’anno.
Il Buddha non diede loro il permesso, ma ancora oggi, gli abitanti della zona di Doi Kham sentono che devono compiere un atto propiziatorio per ingraziarsi i due spiriti. Questi sono infatti considerati a tutti gli effetti come i guardiani delle montagne.
E vi ho raccontato nel mio articolo sulle “case degli spiriti” quanto i Thailandesi tengano in considerazione gli spiriti! In questo caso c’è il timore che, se il loro appetito per la carne non fosse in qualche modo placato, loro potrebbero forse tornare alle loro vecchie abitudini.
Il rituale del Pu Sae Ya Sae Festival
Si offre quindi loro, ogni anno, il sacrificio rituale di un bufalo e il consumo della sua carne cruda e del suo sangue da parte di uno sciamano locale. Il sacrificio rituale è particolarmente macabro e per questo non ne posterò delle foto. I curiosi potranno trovarne facilmente sul web.
Il bufalo selezionato è ucciso appena prima dell’alba. Se il bufalo cade parallelamente al torrente Mae Hia, la pioggia sarà abbondante. Altrimenti, ci sarà siccità. La testa, le ossa, la carne, le interiora e il sangue vengono poi separati e messi su una stuoia. Appeso a un’albero vicino viene messo un ritratto del Buddha. Lo sciamano prescelto, trascorre la maggior parte del tempo dell’attesa a bere tranquillamente del whisky. Poi, all’improvviso, è violentemente posseduto dai due spiriti e spinto a mangiare la carne cruda e a bere il suo sangue. Dopo un po’ lo sciamano crolla a terra.
Durante il rituale, il santo dipinto del “Phra Bot”, raffigurante il Buddha affiancato dai suoi discepoli, sarà issato al ramo di un albero. Questo per simboleggiare che Buddha sta per predicare, mentre otto monaci invitati cantano nell’antica lingua Pali.
Il perché dell’ubicazione del Pu Sae Ya Sae Festival
Perché questo rituale avviene proprio a Doi Kham? La leggenda racconta che, quando il Buddha decise di salvare la popolazione locale dai cannibali, il “dio della pioggia” Indra ne fu così felice che fece piovere argento e oro. I luoghi in cui questa ricca pioggia cadde da allora sono stati chiamati Doi Kham o Golden Mountain e Doi Ngoen o Silver Mountain, poi trasformato in Doi Suthep, forse il più famoso tempio di Chiang Mai. Doi Kham è spesso associato allo Spirito della moglie Ya Sae, mentre Doi Suthep è associato a Pu Sae, lo spirito del marito.
Grazie a questo rituale, le persone che vivono intorno alla montagna possono rilassarvi per un altro anno certi che non gli succederà nulla di grave perché i due spiriti saranno soddisfatti del sacrificio.
Le statue di questa famosa coppia sono ospitate nel locale tempio Wat Phra That Doi Kham che significa “tempio della montagna d’oro”.
Le due statue sono poste ognuna in un piccolo santuario che viene venerato con offerte e preghiere da parte della popolazione.
Una curiosità a tal proposito: ogni volta che vedi un tempio con “Phra That” come parte del suo nome, significa che il chedi ospita una reliquia del Buddha. In questo caso un capello del Buddha. Nel tempio è presente anche una grande statua di un Buddha seduto. Con i suoi 17 metri, è la più grande di Chiang Mai. Il tempio è piacevole da visitare grazie alla sua posizione in cima ad una collina da cui si gode di un bel panorama. Si può accedere alla terrazza con una lunga e scenografica scalinata ai cui piedi stanno due nada dorati. Il tempio non fa inoltre parte del circuito turistico. Questo lo rende una meta dove stare a contatto con la cultura thailandese non contaminata dal turismo di massa.
Nella celebrazione del Pu Sae Ya Sae Festival, troviamo un mix del Buddhismo thailandese e di sciamanesimo e animismo, il credo seguito dai gruppi etnici Lawa e Lua e che ancora oggi influenzano il credo del popolo Thai. Spesso anche alcuni monaci presenziano al sacrificio rituale del Pu Sae Ya Sae Festival.
Questo non è un festival per il turismo di massa. È infatti frequentato quasi esclusivamente dalle persone che vivono nella zona intorno al Doi Kham. Non è nemmeno infatti ufficialmente approvato e promosso da parte dell’Autorità del Turismo della Thailandia.
Il Pu Sae Ya Sae Festival di certo non fa per le persone schizzinose e non amanti del macabro!
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