L’Inthakin Pillar Festival è una festa che si svolge solo a Chiang Mai ed è un festival del popolo Lanna. È noto in Thailandia anche come Sai Khan Dok (ะ เพณี เสา อินทขีล) e significa “culto del pilastro della città”.
Il festival si svolge in 8 giorni, a partire dal dodicesimo giorno della luna calante del sesto mese lunare. Nel 2019 si tiene da giovedì 30 maggio a giovedì 6 giugno.
Ai cittadini di Chiang Mai viene data l’opportunità di venerare gli spiriti custodi della città, in particolare gli spiriti associati al pilastro della città, noto come Sao Inthakin (la colonna del dio Indra). Si tratta di un totem utilizzato in antichi riti di fertilità thailandesi. Questo pilastro del dio indù si trova nel tempio Wat Chedi Luang, uno dei templi più belli di Chiang Mai.
Questo pilastro fu deposto quando Chiang Mai fu fondata dal re Mengrai nell’ora astrologicamente favorevole alle 4 del mattino del 12 aprile 1296. Originariamente il pilastro venne deposto a Wat Sadeu Muang (Tempio dell’ombelico della città), vicino al monumento dei tre re. Questo tempio è anche conosciuto come Wat Inthakin. In seguito, la città visse tempi molto difficili a causa dell’occupazione del Myanmar per quasi duecento anni.
Molte persone di Chiang Mai credono che queste calamità siano avvenute perché i loro antenati non hanno rispettato gli spiriti guardiani della città. Di conseguenza, quando il principe Kawila riuscì a sconfiggere il Myanmar nel 1800, prestò particolare attenzione alle esigenze degli spiriti guardiani. Spostò il pilastro dal putrefatto Wat Inthakin al tempio di Wat Chedi Luang, costruì uno speciale santuario chiamato Vuiharn Jaturamook per custodirlo e piantò tre grandi alberi vicino al padiglione. Una credenza locale racconta che, se l’albero più vicino al padiglione cade, allora anche Chiang Mai cadrà. Il pilastro non può essere visto in nessun altro periodo dell’anno.
La leggenda sul pilastro dell’Inthakin Pillar Festival
Il luogo dove sorge l’odierna Chiang Mai era il centro del Regno dei Lanna ed era abitata dai Luas (un gruppo etnico dei Lanna).
Era una città infestata da spiriti cattivi che provocavano problemi e disagi agli abitanti. Il dio Indra decise di aiutarli donando loro 3 pozzi magici da collocare nel centro della città. Uno con dell’oro, uno con dell’argento e uno con dei cristalli. Indra creò nove clan per prendersi cura dei pozzi magici, 3 clan per ciascun pozzo e chiamò la città Nopaburi (Nop significa nove), nome ufficiale di Chiang Mai anche oggi.
I Luas potevano accedere ai pozzi per prendere l’oro, l’argento e i cristalli e li potevano poi vendere per guadagnarsi da vivere. Tutto era concesso purché i Luas rispettassero i precetti e fossero virtuosi. Le persone rispettarono queste regole, furono felici e apprezzarono la loro prosperità.
La notizia della fortuna di Nopaburi si diffuse nelle altre città che desiderarono ben presto la ricchezza dei Luas. Inviarono quindi delle truppe per attaccare la città. I Lua si spaventarono e pregarono un Rishi (uomo santo) per avvisare il dio Indra. Il dio ordinò allora a due giganti di rimuovere l’Inthakin (Intha = Indra , kin = pilastro), pilastro del sacro Indra dal cielo e sistemarlo in terra al centro della città di Nopaburi. Le truppe nemiche entrarono e il grande potere dell’Inthakin, li trasformò i guerrieri in mercanti. Questi chiesero ai Lua parte della loro ricchezza, ma i Luas risposero loro di seguire i comandamenti del dio Indra e di mantenere salda la virtù e l’onestà e di non essere avidi. Alcuni dei mercanti ubbidirono, altri no. Questo suscitò l’ira dei giganti custodi che rimossero il pilastro Inthakin e lo riportarono in cielo.
Con la rimozione svanì il potere magico dei pozzi e la gente cominciò a soffrire nuovamente. Allora un monaco Lanna, Phra Chao Fon Saen Ha fece una previsione: in pochi anni la città sarebbe stata devastata. I Luas si spaventarono e chiesero al monaco di aiutarli. Questi portò la questione al dio Indra, il quale consigliò ai Luas di costruire un grande santuario e di metterci dentro le statue di tutti gli animali a coppie con sopra una copia dell’Inthakin del cielo. Le persone sarebbero dovute poi venire al santuario per adorare il pilastro e vivere una vita virtuosa. Solo così la città avrebbe goduto di nuova pace e prosperità. Il monaco riferì tutto ai Luas e il popolo eseguì il volere del dio Indra e continuò per sempre questa tradizione. Grazie a questo Chiang Mai non ha mai più vissuto una catastrofe fino ad oggi!
Rituali dell’Inthakin Pillar Festival
Il momento più importante del festival inizia nel pomeriggio del primo giorno con una processione intorno al centro storico della città.
È portata in processione una statua del Buddha molto venerata, chiamata Fon Saen Haa (letteralmente Buddha delle centomila gocce di pioggia) che si crede abbia il potere di indurre la pioggia e rendere così i terreni agricoli fertili. È prelevata dal tempio Wat Chang Taem e durante il tragitto i fedeli la venerano e la benedicono con acqua purificatrice.
La convinzione è che coloro che prenderanno parte alla cerimonia saranno ricompensati con una buona salute e che la pioggia cadrà al momento giusto della stagione.
Dopo la processione la statua è portata al tempio Wat Chedi Luang e collocata nel cortile. Arriveranno poi tanti fedeli nei giorni a seguire sia per venerare il Buddha che il Pilastro della Città, così come tutte le statue di Buddha presenti nel tempio. Il rituale prevede che mettano fiori, candele e incenso in ognuna delle ventotto coppe allineate nel cortile. Questo rituale è conosciuto come Tham Boon Khan Dok o Flower Bowl Blessing e serve per accumulare meriti. Tuttavia, solo gli uomini possono entrare nel santuario che ospita il pilastro della città. Le donne possono accendere le loro candele e mettere i loro fiori solo fuori dal santuario. Le donne dovrebbero anche fare attenzione a non salire sui quattro angoli della struttura. La popolazione locale sarebbe molto scossa se questo tabù venisse violato.
Ogni sera, i monaci recitano preghiere e spruzzano acqua lustrale. Si tengono inoltre spettacoli di danze e musiche tradizionali. Si potrà assistere a eventi musicali con strumenti tradizionali, come ad esempio la sega, uno strumento classico thailandese. Oppure alla Danza della Lancia, alla Danza della Spada e alla Danza Muang. L’atmosfera è bella soprattutto di sera quando il tempio è illuminato e la zona esterna del tempio è piena di venditori che vendono non solo fiori, candele e incenso ai fedeli, ma anche cibo e bevande. Si crea un vero e proprio mercato notturno.
Infine, nell’ottavo giorno, ultimo giorno della festa, un’altra processione riporterà la statua del Buddha al tempio in cui risiede abitualmente, il Wat Chang Taem percorrendo prima il giro intorno al fossato della città. Questa cerimonia, nota come Tham Boon Muang (City Blessing), è eseguita per omaggiare ed ingraziarsi gli spiriti guardiani del fossato e delle porte della città, e per assicurare così la prosperità di Chiang Mai per un altro anno!