Piuttosto in ritardo ecco la mia selezione dei post più belli dal mondo expat della settimana 21-27 Novembre, come sempre in ordine di uscita:
“Vivere in Congo: quello che ho imparato” del blog “Amiche di fuso” dal Mondo
L’autrice, alla fine della sua esperienza di espatrio in Congo, traccia un bilancio su cosa ha significato per lei vivere lì e cosa ha imparato in questa destinazione non certo facile. Scrive:
“Vivere in Congo, in un qualunque Paese del Terzo Mondo (soprattutto quando non lo si fa per scelta), comporta degli inevitabili raffronti con il proprio stile di vita ed è chiaro che, all’inizio, ci si crogiola nel ‘non c’è questo / non c’è quello’. Solo quando l’ho piantata con le lamentele, allora ho potuto pensare a come reinventarmi, a come rendere questi due anni memorabili. Un consiglio a chi si prepara per un nuovo espatrio? Solo questo: cercare di vedere fin da subito quello che c’è, non quello che manca.”
“Thank you” del blog “Alice e la bestia” dagli USA
Un post di ringraziamenti per l’autrice per tutto quello che ha ora, per quello che l’ha fatta magari soffrire in passato, che ora può ringraziare perché l’ha portata ad essere com’è ora e dov’è ora. Scrive:
“Tutte le volte che la malinconia l’ha presa per i piedi, le ha fatto lo sgambetto e le si è aggrappata al collo come un koala, perché ha imparato che alle volte la cosa migliore è fermarsi, sciogliersi in una pozza di lacrime e poi ripartire.”
“Passo dopo passo, scalino dopo scalino” del blog “Flying Swallow” da Londra
L’autrice ci racconta di come per lei stare in una metropolitana sia spesso spunto di riflessione sulla vita. Sul voler correre che spesso la caratterizza, sul saper rallentare ed aspettare. Sul saper fare passi indietro che lo sembrano, ma non lo sono. Scrive:
“Perchè è questo tutto quello che conta.
Quello che si riesce a dare alla vita, prima di pretendere.
Ammettere che fare passi indietro non è sintomo di debolezza, quanto la consapevolezza di cosa si vuole essere. Spesso sono invece passi in avanti.
Ricordando che, in fondo, tutto quello che conta è essere una brava persona.”
“Ancora tempo per noi due” del blog “Dietro le cose” dall’Inghilterra
Un post tenero di come, nonostante anche per la piccola di casa la scuola sia iniziata, l’autrice riesca ancora ad assaporare un po’ di tempo solo loro. In cui lei può ancora osservarla e godere della sua compagnia esclusiva. Scrive:
“Sono momenti cosi tanto preziosi i nostri che voglio prenderli a gocce e tenerli con me il piu’ a lungo possibile. Voglio assaporarli quando siamo insieme. Quando ridiamo e cerchiamo i nostri sguardi. Voglio godermi tutte le coccole che ancora mi chiedi e quando mi sussurri “Posso venire in braccio?” o “Mi tieni la mano?”. Perche’ non so quanto durera’ e non mi importa. Mi importa l’attimo presente. E tu, ora, sei con me. ”
“Una cosa bellissima che non racconterò” del blog “Bellezza rara” dal Lussemburgo
L’autrice è tornata da un viaggio negli USA e ci dice che è stato così bello da non avere parole per raccontarlo. Nel suo non racconto c’è però già tantissimo. Scrive:
“Non racconterò di quando ho lasciato a casa le mie due bimbe e sono partita con Ansia, enorme, seduta accanto a me, e sono andata a dormire con lei in un hotel a due passi da Malpensa, capendo che una notte a marinarmi nell’atmosfera di un nonluogo mi avrebbe aiutata a staccarmi dalla vita di tutti i giorni.
…e di quando poi, una volta salita sull’aereo grande che ci avrebbe portati dall’altra parte dell’oceano, Ansia si sia dissolta, lasciando spazio a quella cosa che forse ha sempre guidato i miei genitori: la voglia di avventura.”
“Quando l’amore chiama” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci racconta come è stato il suo matrimonio in Senegal con il suo compagno africano. Niente di più lontano da come aveva sempre sognato, ma ugualmente pieno d’amore e gioia. Scrive:
“Tutto si è svolto in maniera diversa da come l’avevo immaginato da ragazzina, quando fantasticavo sul principe azzurro e su un matrimonio da principessa. Niente champagne, ma lattine di birra a profusione. Cous-cous con pollo, fataya di pesce e succo di bissap (karkadé) in pieno stile senegalese per il rinfresco, preparati saggiamente da tutte le donne del vicinato che hanno cucinato dalla sera prima in grossi pentoloni su braceri ardenti.”
“Cosa vuol dire essere una viaggiatrice solitaria” del blog “Donne che emigrano all’estero” dal mondo
L’autrice ci racconta quanto l’ha fatta crescere trovare il coraggio di espatriare sola. E di come continua ad essere in movimento sempre sola, che sia per un espatrio o per un viaggio. Scrive:
“Viaggiare verso l’ignoto può spaventare e mi spaventava ma ora è proprio quello che mi emoziona. Non vedo l’ora di andare verso l’ignoto, mi fa sentire viva e non mi toglie la voglia di vivere, non mi limita ma mi fa crescere.
Entro le mie possibilità cerco di farlo, di sfidarmi, di vincere le mie paure, di andare sempre oltre.”
Per oggi ho finito, buona lettura!